Oliver Smith, capo di Ubuntu Desktop, su Innovazione e visione del futuro di Ubuntu

Oliver Smith, capo di Ubuntu Desktop, su Innovazione e visione del futuro di Ubuntu

Con l’arrivo della nuova versione Ubuntu 24.10 “Oracular Oriole” e la commemorazione del 20° anniversario di Ubuntu, è stata condotta un’intervista con Oliver Smith, Direttore dell’Ingegneria e Responsabile di Ubuntu Desktop. Questa distribuzione GNU/Linux per PC (e non solo), nota per suscitare sia apprezzamento che dibattito nella comunità degli utenti, rappresenta un pilastro nel panorama delle distribuzioni. L’intervista mira a offrire approfondimenti sulla storia, lo sviluppo e le prospettive future di Ubuntu.

L’intervista a Oliver Smith è stata fatta prima del lancio di Ubuntu 24.10 e offre una visione approfondita delle principali novità della nuova versione. L’intervista è stata resa da me più coerente e riassunta nella sua esposizione con l’aiuto di ChatGPT per renderla più facilmente leggibile e fruibile rispetto all’originale di cui ricalca domande e risposte.

Dal tuo punto di vista, quale consideri l’aspetto più notevole di questa versione?

Una delle caratteristiche più rilevanti di Ubuntu 24.10 è senza dubbio l’inclusione del kernel Linux 6.11, uno dei kernel più avanzati attualmente disponibili. Questo aggiornamento offre vantaggi significativi in termini di supporto per l’hardware più recente, oltre a miglioramenti delle prestazioni generali. Ma c’è di più: questo rappresenta un cambiamento a lungo termine nella nostra politica di selezione del kernel Linux. D’ora in poi, adotteremo una politica più aggressiva per l’integrazione delle ultime versioni del kernel Linux, non solo nelle versioni intermedie, ma anche nelle nostre LTS (versioni con supporto a lungo termine).

Ad esempio, la versione LTS attualmente in uso riceverà il kernel Linux 6.11 come parte del prossimo Hardware Enablement Stack (HWE), previsto per l’inizio del prossimo anno. Questo permetterà agli utenti di beneficiare del supporto per i dispositivi più recenti, con una stabilità ottimale. Inoltre, per i nostri partner OEM, che certificano Ubuntu sui loro dispositivi, questo garantisce una maggiore prevedibilità in termini di miglioramenti e supporto.

Sul lato desktop, abbiamo apportato significativi miglioramenti grazie all’introduzione di GNOME 47. Questa nuova versione porta con sé un ambiente desktop ancora più fluido, con ottimizzazioni delle prestazioni e un supporto avanzato per i touch screen. Inoltre, viene finalmente integrato il supporto per i colori accentati, una richiesta di lunga data da parte della comunità. I colori accentati in Ubuntu sono una nuova funzionalità introdotta a partire da GNOME 42 e ora implementata in Ubuntu, che consente agli utenti di personalizzare il colore degli elementi dell’interfaccia utente.

Ma forse il cambiamento più evidente riguarda l’integrazione dei pacchetti Snap. In Ubuntu 24.10, abbiamo lavorato per migliorare notevolmente l’usabilità di Snap, con una gestione più efficace dei download e degli aggiornamenti nell’Application Center. Ora, gli aggiornamenti Snap sono chiaramente visibili nel dock tramite barre di avanzamento, e l’interfaccia utente è più dinamica. In più, abbiamo introdotto la nuova app Security Center, che include una funzione sperimentale di gestione delle autorizzazioni. Gli utenti ora possono dichiarare regole di accesso più dettagliate per le app Snap che interagiscono con la cartella personale al momento dell’accesso.

Questo sistema di autorizzazioni è basato su chiamate di sistema (istruzioni di basso livello che le applicazioni inviano al sistema operativo per richiedere risorse o eseguire operazioni specifiche) e offre un controllo molto dettagliato sulle autorizzazioni concesse alle applicazioni. Invece di decidere solo in blocco se un’applicazione può accedere a una risorsa (ad esempio l’intero file system), si può specificare quali parti o funzioni del sistema possono essere utilizzate, senza richiedere modifiche alle applicazioni stesse, un netto miglioramento rispetto al sistema tradizionale utilizzato nei portali desktop XDG, un sistema più tradizionale che fornisce un’interfaccia standard per richiedere permessi in ambienti desktop (come GNOME e KDE) per applicazioni in sandbox (ambienti chiusi e isolati).

L’introduzione di tecnologie come Wayland e Snap è stata un processo graduale ma non privo di controversie. Come gestite il bilanciamento tra innovazione tecnologica e soddisfazione della comunità?

La nostra priorità è sempre stata l’esperienza utente. Cerchiamo di garantire che ogni innovazione tecnologica sia strettamente legata alle esigenze pratiche degli utenti, piuttosto che essere solo una scelta dettata dall’interesse tecnologico. Un buon esempio di questo è la decisione di adottare Flutter come framework principale per le applicazioni desktop. Flutter è accessibile, moderno e supportato da una comunità in crescita. Ci consente di migliorare e iterare rapidamente sui componenti chiave dell’esperienza utente, permettendoci di rispondere tempestivamente al feedback della comunità.

Snap è un altro esempio significativo. L’architettura che abbiamo adottato per i pacchetti Snap è stata progettata per risolvere problemi di dipendenze, sicurezza delle applicazioni e gestione degli aggiornamenti, tutti temi molto importanti per la comunità. Negli ultimi anni, abbiamo investito per migliorare i tempi di avvio delle app, aggiungere controlli sugli aggiornamenti automatici e, come detto prima, introdurre un sistema di gestione delle autorizzazioni molto più flessibile. Riconosciamo che c’è sempre spazio per migliorare, ma riteniamo che stiamo andando nella direzione giusta.

Parlando di gestione del software, una delle critiche che viene spesso mossa a Ubuntu riguarda proprio la gestione delle interfacce e degli strumenti di aggiornamento. Ci sono piani per migliorare questo aspetto?

Sì, siamo consapevoli di queste critiche e stiamo lavorando attivamente per migliorare la gestione del software. Il nostro obiettivo è rendere l’esperienza di aggiornamento e installazione il più semplice e coerente possibile. Quest’anno, l’App Center ha ricevuto importanti aggiornamenti per migliorare la gestione dei pacchetti Snap e Deb, incluso il supporto per i pacchetti di terze parti. Inoltre, abbiamo reso più visibile lo stato degli aggiornamenti, con icone che indicano chiaramente quando un’app ha bisogno di essere aggiornata.

In futuro, ci impegneremo ulteriormente per unificare l’esperienza utente in modo che i vari strumenti di gestione del software, come il centro applicazioni e i gestori di pacchetti, lavorino insieme senza sovrapporsi.

Guardando al futuro, vedi un momento in cui Ubuntu Core Desktop sostituirà la versione tradizionale di Ubuntu?

Credo che le 2 varianti continueranno a coesistere per molto tempo, perché rispondono a esigenze diverse. Ubuntu Desktop è per gli utenti che desiderano il pieno controllo del loro sistema e una flessibilità massima. Ubuntu Core Desktop, invece, è pensato per chi cerca un sistema operativo affidabile e “pronto all’uso”, ideale per l’uso in ambienti aziendali o per scopi specifici come i thin client o i chioschi interattivi.

Ubuntu Core Desktop può essere una soluzione perfetta per chi ha bisogno di un sistema semplice e modulare, che funzioni bene su hardware meno potente o in contesti dove la gestione centralizzata è importante. Penso che vedremo una crescita dell’utilizzo di Ubuntu Core in questi scenari, ma non sostituirà completamente la versione desktop tradizionale.

Ubuntu festeggerà 20 anni nel 2024. Quali sono state le pietre miliari che hanno segnato la sua evoluzione e quale impatto ha avuto la comunità?

La comunità è sempre stata il cuore di Ubuntu. Da un lato, ha contribuito a numerosi progetti upstream, dall’altro ha creato documentazione, tutorial e supporto che hanno reso Ubuntu una delle distribuzioni più accessibili per i nuovi utenti. La nostra missione è sempre stata quella di abbattere le barriere d’ingresso, e la comunità ha svolto un ruolo chiave in questo. Un aspetto particolarmente importante è l’introduzione delle versioni LTS (supporto a lungo termine), che ha garantito stabilità e prevedibilità per coloro che usano Ubuntu come piattaforma di lavoro.

Guardando avanti, continueremo a collaborare con la comunità per migliorare l’esperienza utente e mantenere Ubuntu come la distribuzione GNU/Linux più accessibile, supportata da una vasta rete di utenti e sviluppatori.

Fonte: https://www.muylinux.com/2024/10/11/entrevista-oliver-smith-ubuntu-desktop/

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