OpenTofu, il fork di Terraform della Linux Foundation, non piace al CEO di HashiCorp
Non ci voleva certo Sherlock Holmes per indovinare quali sarebbero state le reazioni in casa HashiCorp dopo l’annuncio da parte della Linux Foundation di OpenTofu, il fork creato per contrastare il cambio di licenza operato dall’azienda creatrice di Terraform in merito ai suoi prodotti open-source.
Dave McJannet, CEO di HashiCorp, non l’ha presa bene.
Nella serie di dichiarazioni rilasciate in seguito all’annuncio ha definito niente meno che “tragica” l’adozione e la promozione del fork da parte della Linux Foundation, aggiungendo come questa avrà conseguenze nefaste su tutto il mondo open-source:
What does it say for the future of open source, if foundations will just take it and give it a home. That is tragic for open source innovation. I will tell you, if that were to happen, there’ll be no more open source companies in Silicon Valley.
Quel che [l’adozione di OpenTofu] dice al futuro dell’open source è che le fondazioni semplicemente prenderanno [i fork] e gli daranno una casa. E questa cosa è tragica per l’innovazione open source. Vi dirò che, se ciò dovesse accadere, non ci sarebbero più aziende open source nella Silicon Valley.
Ed aggiunge una spiegazione legata al motivo della scelta che, a dispetto di quanto potrebbe apparire, non è stata fatta ragionando su aspetti economici:
We didn’t need the money. We did it because we wanted to send the signal that we were funded to be a long term trusted partner.
Non avevamo bisogno di soldi. Lo abbiamo fatto perché abbiamo voluto inviare un segnale della nostra intenzione di essere un partner credibile nel lungo termine.
Il tutto condito dal racconto in merito alle telefonate dei propri clienti, ricevute in seguito all’annuncio del cambio di licenza, nelle quali sarebbe emersa una piena comprensione della scelta insieme alla volontà di supportarla.
Se queste dichiarazioni siano un’enfatizzazione della realtà o veritiere non è dato di saperlo, mentre invece è possibile dare un’occhiata, grazie a questa analisti di The New Stack, di quali siano i numeri relativi alle contribuzioni del progetto Terraform.
Questo il numero di Pull Request (quindi contribuzioni terze) per il progetto Terraform:
Tenendo presente come l’annuncio di Hashicorp risalga ad ottobre, si può notate come oggettivamente ci sia stato un calo di quasi 10 punti. Chiaramente il risultato andrebbe confrontato con quello degli anni passati per capire se i mesi di agosto/settembre siano sempre stati al ribasso (Febbraio, quando ancora non c’era l’annuncio non è andato di molto oltre), ma il dato è certamente indicativo, così come lo è l’analisi specifica dal momento in cui il cambio di licenza è avvenuto:
Rimane un fatto: gli sviluppi, in generale, sono incrementati, con un netto contributo da parte di HashiCorp stessa, ma è ancora troppo presto per comprendere fino in fondo quali saranno le reali conseguenza dell’introduzione del fork e del cambio di licenza.
Ha ragione quindi HashiCorp? Oppure chi dall’altra parte dice che ad essere tragico non sia il fork, quanto il fatto che chi non capisce di open-source guidi aziende come HashiCorp, e curiosamente è parte di Red Hat/IBM?
Di fatto una guerra di opinioni (e non solo) è in corso e, come sanno tutti, le guerre non hanno vincitori, e si reiterano nel tempo.
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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