Anche Canonical indispettisce la community portando LXD tra i prodotti controllati direttamente
Sarà il caldo, ma leggendo il post pubblicato dal progetto The Linux Containers project nel quale annunciano come l’intero progetto LXD sia ora sotto completo controllo di Canonical, vien da pensare che ci sia qualcosa di strano nell’aria, almeno in quella che si respira nei progetti open-source.
Partiamo dal principio: cos’è LXD? Il progetto LXD è un sistema di virtualizzazione basato su container che consente di creare e gestire facilmente ambienti isolati. I container offrono un’alternativa leggera alle macchine virtuali, consentendo di eseguire più applicazioni o servizi su una singola macchina fisica.
Canonical utilizza da sempre LXD per fornire agli utenti di Ubuntu una soluzione di virtualizzazione basata su container che sia efficiente, facile da usare e strettamente integrata con il sistema operativo.
Ora, LXD è un progetto open-source. È rilasciato sotto la licenza LGPL (Lesser General Public License) e il suo codice sorgente è disponibile su GitHub (Nota, sotto il progetto “canonical”), ma nonostante questo nell’annuncio però si legge chiaramente:
Canonical, the creator and main contributor of the LXD project has decided that after over 8 years as part of the Linux Containers community, the project would now be better served directly under Canonical’s own set of projects.
While the team behind Linux Containers regrets that decision and will be missing LXD as one of its projects, it does respect Canonical’s decision and is now in the process of moving the project over.Canonical, il creatore e contributore principale del progetto LXD, ha deciso che dopo oltre 8 anni come parte della comunità Linux Containers, il progetto dovrebbe essere servito meglio direttamente sotto Canonical.
Mentre il team dietro Linux Containers si rammarica di quella decisione e sentirà la mancanza di LXD come uno dei suoi progetti, rispetta la decisione di Canonical ed è ora in procinto di spostarlo.
Ora, sgomberiamo il campo da ogni equivoco: Canonical può fare quello che ha fatto perché è sostanzialmente il primo contributore e quindi detiene la maggioranza dei suoi sviluppatori ai quali dirà semplicemente “da oggi i commit sono qui anziché là”, ma è chiaro come dalle parole dei manutentori attuali emerga chiaramente la delusione per una scelta non condivisa.
E beninteso: le ragioni saranno certamente validissime e serviranno sicuramente ad innalzare ulteriormente la qualità del prodotto LXD. Perché Canonical è un’azienda che fa prodotti (date un’occhiata al suo mini OpenStack per piccoli cloud), ed è con quei prodotti che sopravvive.
Probabilmente non avessimo appena vissuto lo tsunami di Red Hat che ha sospeso la pubblicazione dei sorgenti RPM relativi a Red Hat Enterprise Linux una notizia come questa non avrebbe sicuramente avuto rilevanza, e va detto che i presupposti di questa vicenda sono leggermente differenti.
Il dubbio però rimane. Sarà la stagione?
Quindi in conclusione la domanda, visto anche le reazioni a vicende simili avvenute recentemente, nasce spontanea: a quando il fork di LXD?
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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