Quando ci si fa prendere la mano con ChatGPT si finisce per obbligare Amazon a proibirne il suo utilizzo per generare codice AWS
“Per favore ChatGPT forniscimi il codice necessario per effettuare il deploy di un ambiente EKS di <questo tipo> utilizzando <queste credenziali>”.
Potrebbe iniziare così la chat che qualche dipendente di Amazon, specificamente nel ramo AWS ha avviato dal momento in cui ChatGPT, l’ormai popolare chatbot di OpenAI di cui tanto abbiamo parlato, è stato rilasciato a novembre 2022.
Si fa in fretta a capire, e lo ha iniziato a raccontare Business Insider, come questo tipo di utilizzo possa essere considerato da Amazon poco auspicabile. Anche perché, al netto delle informazioni confidenziali che già di loro basterebbero per giustificare qualsiasi proibizione dell’utilizzo di questo strumento, per quanto riguarda Amazon c’è la questione competitor.
OpenAI (e quindi implicitamente ChatGPT), come abbiamo raccontato appena ieri, è di fatto ormai un prodotto di Microsoft (per dieci miliardi di ragioni), e pensare di affidare la produzione del proprio codice ad un prodotto della concorrenza sarebbe quantomeno… Controproducente.
Tralasciando poi i discorsi aziendali e concorrenziali c’è un dato specifico sul quale tutti, non solo i dipendenti Amazon dovrebbero interrogarsi, e lo spiega Emily Bender, docente di computational linguistics alla University of Washington:
OpenAI is far from transparent about how they use the data, but if it’s being folded into training data, I would expect corporations to wonder: After a few months of widespread use of ChatGPT, will it become possible to extract private corporate information with cleverly crafted prompts?
OpenAI è molto poco trasparente in merito a come i dati raccolti vengono usati, ma se questi vengono inclusi all’interno del materiale didattico, allora mi aspetterei che le aziende si chiedessero: dopo alcuni mesi di utilizzo massiccio di ChatGPT potrebbe diventare possibile recuperare informazioni aziendali riservate utilizzando domande costruite ad arte?
Il ragionamento è ineccepibile.
Ecco perché, logicamente, il team di legali di Amazon ha proibito l’utilizzo di strumenti AI, come ChatGPT, quando si trattano informazioni confidenziali relative all’azienda, incluso quindi il codice prodotto per operare in AWS.
ChatGPT è certamente la buzzword del momento, ma utilizzare il buon senso rimane sempre la cosa migliore. Un assistente all’operatività quotidiana che possa velocizzare la vostra produttività vi affascina e vi sembra una buona idea?
Date allora un occhio a questo progetto GitHub chiamato kubernetes-chatgpt-bot: è un assistente che fa risolvere i problemi del vostro Kubernetes a ChatGPT.
Così.
In autonomia.
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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