Google spinge per il codec video aperto AOMedia Video 1, litigando con i concorrenti e facendo nuovi rilasci
Google ha da sempre molto interesse nel miglioramento dei codec audio e -soprattutto- video. Miglioramento non solo in qualità e velocità, ma anche in convenienza economica: MPEG e i suoi prodotti sono lo standard per DVD e Blu-Ray, ma per l’uso richiedono (almeno in parte) il pagamento di una licenza. Cosa che per piattaforme come YouTube si traduce in un costo importante.
Per ottenere questo obbiettivo, nel 2010 Google acquistò On2 e i suoi codec video. Al che, sollecitato anche dalla Free Software Foundation, rilasciò il codec VP8 (parte del formato contenitore WebM) come open-source, per sostituire l’accoppiata Flash+h264 con HTML5+WebM. L’adozione non fu immediatamente ampia, rimanendo piuttosto confinata ai servizi offerti da Google, ma la reazione di produttori fu comunque positiva, sia per chi si occupava di software (vedi Mozilla per il supporto nei browser) sia per quanti producevano hardware (per le schede video, per esempio, per creare chip e driver di accelerazione codifica/decodifica).
Ci sono stati sviluppi poi: VP9 per il 4k (in concorrenza con h265) nel 2012 e AV1 nel 2018 per il supporto di HDR e risoluzione 8k. Dove la novità per l’ultimo è esser stato rilasciato in realtà dal consorzio Alliance for Open Media, fondata nel 2015 proprio per proporre codec e formati audio/video liberi e condivisi, come nuovo standard. Il consorzio negli anni successivi ha visto allargarsi il numero dei membri, che ora comprendono tanti grandi nomi: Nvidia, Intel, Amazon, Apple, Facebook, Samsung, Microsoft, etc.
AV1 è un codec su cui Google punta molto, tanto che pare sia il centro di uno scontro che la vede contrapporsi a Roku. In sintesi, il problema è questo: Roku produce alcune chiavette e top-box per portare servizi audio/video e di streaming sulla TV. Ovviamente tra le app disponibili c’è anche Youtube, e in particolare Youtube TV (che permette di vedere una selezione di canali TV in diretta). Ecco, Google vorrebbe venisse usato solo AV1, cosa che costringerebbe Roku ad aggiornare i dispositivi a livello hardware (facendoli costare anche di più). Roku non vuole, e a farne le spese (per ora) sono gli utenti: non è più possibile scaricare l’app per il dispositivo, e non è chiaro cosa succederà a chi l’ha già installata (se continuerà a poterla usare o sarà bloccata).
Certo, se poi i dispositivi di Google stessa (come i Chromecast) fossero già capaci di usare AV1, la sua richiesta avrebbe anche una forza (e credibilità) maggiori.
Per Google l’adozione generalizzata di AV1 da parte degli utilizzatori sarebbe un risparmio molto importante: tolti i costi per le licenze dei codec, la prima voce di spesa per Youtube è la banda usata per inviare i video che, utilizzando un codec più efficiente, si ridurrebbe.
E sempre per questo motivo i tool (encoder/decoder) che girano attorno ad AV1 continuano ad essere sviluppati alacremente, con risultati molto interessanti: a fine agosto è stata rilasciata la versione 3.5 di AOMedia Video 1, l’encoder ufficiale, che porta a miglioramenti nella velocità ed efficienza di elaborazione diffusi su tanti aspetti, dell’ordine del 20% in genere ma anche di 9 volte in specifiche funzioni. Davvero non male.
Staremo a vedere come si diffonderà il codec e per quali strade, che potrebbero non essere così scontate. Per esempio, la strada più rapida per provarlo sembra sia vedere Netflix attraverso un Fire TV Stick 4K Max.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
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