F5 Networks dopo l’acquisto di NGINX fa l’all-in nell’OpenSource, con le dovute precisazioni
Vi abbiamo già raccontato di come nel marzo del 2019, F5 Networks, azienda leader nel campo della sicurezza informatica avesse acquisito NGINX per la ragguardevole cifra di 670 milioni di dollari. Le notizie che leggiamo in questi giorni dimostrano come quell’acquisizione non sia stata per nulla una toccata e fuga nel mondo open-source.
Come racconta ampiamente Mike Vizard di devops.com F5 Networks ha annunciato, durante l’evento NGINX Sprint, il lancio nei prossimi mesi di diversi progetti open-source. Al centro di tutto, manco a dirlo, le architetture a microservizi e la gestione di flotte di server NGINX all’interno dei datacenter.
Rob Whiteley, general manager dei prodotti NGINX all’interno di F5 Networks ha manifestato l’auspicio di poter includere i prodotti, fra questi NGINX Proxy, all’interno della Cloud Native Computing Foundation (CNCF). F5 Networks ha dichiarato di voler partecipare al progetto Kubernetes Ingress, in modo da rendere le API del proprio NGINX controller gateway funzionali all’interoperabilità tra NGINX proxy e Kubernetes.
Insomma, tutto conferma come la volontà di spendere effort nell’open-source da parte dell’azienda sia totale, ma F5 Networks rimane un’azienda commerciale e la precisazione finale di Whiteley lo dimostra:
… the open source editions are designed for developers and small teams while the commercial version is designed to scale within enterprise IT environments. The overall goal is to promote innovation without enabling cloud service providers to reap all the revenue benefits of F5’s research and development by creating a service based on that open source software
… le edizioni open-source sono progettate per sviluppatori e piccoli team, mentre la versione commerciale è progettata per scalare all’interno di ambienti IT enterprise. L’obiettivo generale è quello di promuovere l’innovazione senza consentire ai fornitori di servizi cloud di raccogliere tutti i benefici delle entrate della ricerca e dello sviluppo di F5 creando un servizio basato su quel software open-source.
E se quest’ultima affermazione vi sa di già sentito, è certamente perché avrete seguito la storia di AWS vs Elasticsearch che vi abbiamo raccontato in questi mesi (l’ultima puntata qualche giorno fa). In questo caso F5 Networks mette subito le cose in chiaro: le funzionalità enterprise che svilupperemo non diventeranno mai qualcosa su cui grandi cloud provider potranno lucrare a costo zero.
Un’azienda, ed è giusto che sia così, deve badare ai conti ed è chiaro che a fronte di un investimento voglia tutelarsi il più possibile. Come sostenitori dell’open-source vogliamo comunque interpretare queste notizie come positive, poiché comunque a beneficiare di queste evolutive saranno, a detta di F5 Networks, soprattutto gli sviluppatori.
Staremo a vedere quante di queste buone intenzioni si tradurranno in realtà.
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