Raspberry Pi Pico è un successo: già vendute un milione di unità
La Raspberry Pi Foundation ha lanciato sul mercato il suo primo microcontrollore lo scorso 21 gennaio 2021.
Il Raspberry Pi Pico, ad oggi, ha già venduto quasi un milione di unità.
A confermare questo dato è stato il direttore operativo e capo del reparto hardware di Raspberry Pi James Adams (Chief Operating Officer, COO). Adams ha dichiarato che la società, tramite i suoi rivenditori, ha venduto quasi un milione di Pico dal 21 gennaio. Sebbene i Picos siano super economici, costano solo 4$ l’uno, il numero è davvero considerevole. A titolo di paragone vi basti sapere che durante tutto il 2020 sono state vendute 7 milioni di Raspberry Pi. Se i numeri del Pico continuassero con questo ritmo entro fine anno potrebbe raggiungere i 10 milioni di unità vendute con un’indotto importante per la Raspberry Pi Foundation.
Raspberry Pi Pico
Il Raspberry Pi Pico nasce per superare alcuni limiti dell’attuale gamma di prodotti offerti dall’azienda, il principale dei quali è sicuramente di tipo energetico. Il Pico è il perfetto compagno di una Raspberry Pi perché in grado di gestire input analogico e input-output a bassa latenza, mentre le attività di calcolo più pesanti vengono demandate alla Raspberry Pi.
La realizzazione del Rapsberry Pi Pico è stata resa possibile da un incredibile lavoro in-house. Grazie all’esperienza maturata con i microcontrollori di prodotti quali il Raspberry Pi 400, di cui vi abbiamo parlato qui, o l’add-on board Sense HAT. Gli ingegneri della fondazione Raspberry sono riusciti a produrre il nuovissimo RP2040 sviluppato a 40 nm. Il chip è la perfetta sintesi dai tre obiettivi perseguiti dal team di sviluppo, per commercializzare un prodotto qualitativamente competitivo: alte prestazioni, flessibilità nella gestione dell’input/output e, naturalmente, il più basso costo possibile, per eliminare le barriere all’ingresso. Per mantenere un prezzo così basso è stato fatto il massimo sotto diversi punti di vista:
È stata prestata molta attenzione per renderlo il più economico e flessibile possibile: dai circuiti di alimentazione al confezionamento delle unità su nastro e bobina, che è conveniente e ha una buona densità di imballaggio, riducendo i costi di spedizione. Con l’RP2040 siamo riusciti a mettere insieme abbastanza CPU e RAM per eseguire applicazioni più pesanti come MicroPython e carichi di lavoro AI come TinyML.
queste le parole di Adams.
Per chi non lo sapesse TinyML è un progetto di Arduino che porta il framework per l’apprendimento automatico TensorFlow sui microcontrollori in modo che algoritmi complessi possano essere eseguiti su dispositivi periferici, come i dispositivi indossabili, dove i dati vengono acquisiti tramite sensori. Adams ha poi osservato che un punto forte è l’integrazione:
Controlliamo tutto, dal chip fino alle schede finite.
Questo approccio di progettazione full stack, per molti aspetti comparabile con quanto sta facendo Apple, ha consentito una maggiore ottimizzazione tra le diverse parti con i vantaggi che tutti potete immaginare.
Le caratteristiche principali del microcontrollore sono:
- Processore dual core ARM Cortex M0+ con frequenza massima di 133 MHz;
- 264kB di SRAM, e 2MB di memoria flash on-board;
- Programmazione drag & drop utilizzando la tecnologia mass storage over USB;
- 26 pin GPIO multi funzione;
- 2×SPI, 2×I2C, 2×UART, 3×12-bit ADC, 16×controllable PWM channels;
- Clock e timer on-chip;
- Sensore di temperature;
- Librerie floating point realizzate ad hoc per sopperire le mancanze del processore.
Il Raspberry Pi Pico può essere facilmente riprogrammato tramite USB da un Raspberry Pi o da un altro computer, sfruttando l’SDK C/C ++ rilasciato ad hoc o il port ufficiale di MicroPython. Questo prodotto è adatto un po’ per tutte le esigenze. È utilizzabile, infatti, sia nei progetti più complessi come una scheda standalone per lo sviluppo integrato, sia per scopi didattici, per chi sta muovendo i primi passi con un microcontrollore.
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Fonte: https://www.lffl.org/2021/03/raspberry-pi-pico-successo.html
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