IBM e Red Hat, primi effetti reali dell’acquisizione: cambio di CEO ed un obiettivo a scadenza sul Cloud

IBM Red Hat

La notizia che un po’ tutti avevano previsto è arrivata: Ginni Rometty il prossimo aprile cesserà di essere il CEO di IBM. Analisti, esperti ed anche l’uomo della strada avevano da subito inteso come l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM fosse propedeutica al cambio di CEO.

I motivi del cambio sono stati discussi a lungo: troppo anziana, non adatta alle sfide di questo nuovo decennio, che pagasse caro il calo del 25% sotto la sua gestione delle azioni IBM, chissà cos’altro. Il fatto però non cambia: per IBM il primo vero effetto reale dopo l’acquisizione di Red Hat è quindi il cambio del CEO.

Ma chi sarà a prendere il suo posto? In questo senso c’è una sorpresa. Tutti infatti si aspettavano l’annuncio di Jim Whiterust, attuale CEO di Red Hat, come successore, ma le cose non saranno esattamente così. Il nuovo CEO di IBM sarà infatti Arvind Krishna, attuale senior vice president for cloud and cognitive software. Cosa farà Whiterust? Semplice, il presidente di IBM.

Per quanto il nome di Krishna sia apparso poco nelle varie news, essendo stato fra i principali artefici dell’affare da trentaquattro miliardi di dollari, la più grande acquisizione software della storia dell’informatica, la sua nomina a CEO è stata sostanzialmente naturale.

Pertanto tra ruolo di presidente e CEO IBM avrà quindi una guida prevalentemente tecnica, esattamente quanto richiesto dal board degli investitori per risollevare le sorti dell’azienda, artefice di un “all in” che non prevede la possibilità di fallimento ed ha un solo nome: Cloud.

La sfida di IBM infatti sarà giocata sull’affermazione come leader nell’ambito del cloud e la sfida, come spiega dettagliatamente ZDNet, è senza ombra di dubbio importante. Il tempo stringe e nonostante dati tutto sommato rassicuranti in merito ai guadagni, il problema principale riguarda i concorrenti, alcuni dei quali decisamente sul pezzo già da molto tempo, AWS su tutti, perché IBM ha scelto per via di Rometty proprio AWS come competitor principale. La partita perciò è verosimilmente nel suo momento culmine e gli esiti saranno visibili già nel corso di quest’anno.

Succederà come prevede Cringely che IBM verrà dissolta all’interno di Red Hat? La profezia è chiara:

Prediction #1 — IBM sells a division and disappears into Red Hat. My first prediction — actually a whole series of predictions — is about IBM. Readers tell me, “Nobody cares about IBM anymore!” but I can’t shake the lingering shadow of Big Blue, so please humor me.

Previsione #1 – IBM vende una divisione e scompare in Red Hat. La mia prima previsione – in realtà tutta una serie di previsioni – riguarda IBM. I lettori mi dicono: “Non importa più a nessuno di IBM”, ma non riesco a scrollarmi di dosso l’ombra persistente di Big Blue, quindi, per favore, assecondatemi.

Segue un ragionamento secondo cui delle tre divisioni attuali di IBM: Global Technology Services (GTS), Global Business Services (GBS) e Red Hat, una verrà venduta in estate (GTS), una verrà chiusa (GBS) e l’altra diverrà il contenitore di ciò che rimane (Red Hat).

Il tempo dirà se Cringely ha azzeccato le previsioni (sembrano boutade, ma in passato molte di queste si sono avverate) o se qualcuno ascolterà i suoi consigli: su tutti quello a Whiterust, in merito al cercarsi un nuovo lavoro.

Una cosa è chiara: se IBM vuole sopravvivere a questo decennio drastiche decisioni andranno prese.

Per quanto ci riguarda, noi saremo qui a raccontarle.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2020/02/ibm-e-red-hat-primi-effetti-reali-dellacquisizione-cambio-di-ceo-ed-un-obiettivo-a-scadenza-sul-cloud/

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