Mantenere l’identità di Ubuntu utilizzando GNOME: ecco la sfida di Canonical
Sono passati due anni ormai dall’inizio della transizione di Ubuntu da Unity, l’ambiente grafico custom che Canonical aveva creato appositamente, a GNOME, il progetto community da sempre default in distribuzioni come Debian e Red Hat.
Come procedono le cose? Secondo Will Cooke, director of engineering di Canonical intervistato da TechRepublic, molto bene. Tutto progredisce secondo i piani, sebbene non manchino delle divergenze da affrontare, dettate principalmente dal fatto che l’obiettivo di Canonical vuol essere quello di mantenere la propria identità pur utilizzando un ambiente grafico usato anche altrove, perdendo quindi i tratti distintivi che consentivano ai più di riconoscere a vista d’occhio (loghi a parte) la distribuzione creata da Mark Shuttleworth.
We’re a distribution and we distribute GNOME. But we also are Ubuntu, we’re a recognized brand. We want to… ensure that what we provide our users is what they want.
Siamo una distribuzione e distribuiamo GNOME. Ma siamo anche Ubuntu, siamo un marchio riconosciuto. Vogliamo… esser sicuri di fornire agli utenti ciò che ci chiedono.
E per fare questo i tecnici di Ubuntu si sono basati sulle risposte al sondaggio effettuato a suo tempo, quando veniva paventato lo switch del sistema desktop.
Ciò che emerse chiaramente furono alcuni aspetti che gli sviluppatori stanno tenendo presente in questa fase di transizione come il launcher sulla sinistra e le icone sul desktop. E proprio aspetti come questi portano Canonical a “scontrarsi” con quelli che sono gli ideali di GNOME.
Pertanto tutto proseguirà come sta andando ora e c’è da scommettere che un driver potente come Canonical, pur generando scontri all’interno della community, non potrà che avere un effetto positivo sulla qualità finale del prodotto.
Infatti se una critica si può muovere a quel che oggi è GNOME 3 è che sì, è funzionale, sì è moderno, ma diversi suoi aspetti sono imposti proprio dagli ideali sopra citati.
Aggiungere promiscuità e possibilità di scelta non potrà che giovare a tutti.
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