Una psicologa del lavoro in un Coworking, intervista a Rossella Racugno
Proseguiamo le interviste con un altro membro di Need For Nerd, questa volta è il turno di Rossella Racugno. Psicologa del lavoro, da anni si muove tra Startup, coworking, formazione e consulenze. Conosciamola meglio in questa intervista.
Benvenuta nel blog, prima di entrare nel vivo dell’intervista raccontaci chi è Rossella Racugno
Colpita e affondata! Questa è la domanda che mi manda sempre nell’oblio. Mi definirei una psicologa del lavoro atipica. Dopo il master ho iniziato a lavorare in una società di consulenza aziendale che mi ha permesso sin da subito di sperimentare le mie passioni e le mie competenze. Sono così diventata scrittrice di progetti, formatrice in corsi di cultura imprenditoriale per ragazzi e adulti e consulente sul tema dello sviluppo organizzativo e della gestione delle risorse umane.
Lavoro in uno spazio di coworking e adoro il ribollire di idee e progetti degli altri professionisti che lo popolano. Un esempio? Da qualche mese sono entrata a far parte del team di Need for Nerd!
Lavoro in uno spazio di coworking e adoro il ribollire di idee e progetti degli altri professionisti che lo popolano.
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Cosa può trovare una psicologa del lavoro in uno spazio di coworking? Com’è stata la tua esperienza?
Una psicologa del lavoro in uno spazio di coworking trova la sua materia prima: persone e dinamiche relazionali professionali. Ho sentito per la prima volta la parola coworking quasi quattro anni fa, durante il tirocinio del Master che ho svolto in Apply. Ho visto nascere Hub/Spoke ed è stato emozionante vivere in prima persona le varie fasi della sua progettazione, della sua nascita e della sua crescita. Adesso lo considero la mia seconda casa e considero le persone che lo popolano come una grande famiglia.
Dalla tua esperienza cosa può dare uno spazio di coworking a un programmatore?
Uno spazio di coworking non è solo il noleggio di una “postazione d’ufficio” ma lo considero, per i programmatori così come per tutti gli altri professionisti, una fucina di opportunità.
Dalle relazioni nascono idee, progetti e lavori, si impara e si cresce umanamente e professionalmente.
Dalle relazioni nascono idee, progetti e lavori, si impara e si cresce umanamente e professionalmente.
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Qual’è il tuo ruolo in Need for Nerd e cosa ti ha spinto ad entrarci?
Sono una persona curiosa e, come tale, mi piace andare a fondo nel comprendere fatti, situazioni e progetti. Qualche tempo fa Michele mi ha chiesto un consiglio su chi poter contattare per sviluppare un progetto HR in Need For Nerd.
Ho ascoltato l’idea e ne ho sposato visione e missione. Innanzitutto mi sono occupata di mettere nero su bianco il progetto, per poterlo presentare ad un ente finanziatore. Adesso che il finanziamento è stato ottenuto il mio ruolo è quello di mettere a disposizione del team le mie conoscenze in materia HR per poter sviluppare un prodotto (la piattaforma per il recruitment di sviluppatori) e un servizio (la selezione del personale) efficace al servizio delle aziende e della community di programmatori.
Soft e hard skills, cosa sono e quanto influenzano il rendimento sul lavoro?
Le competenze possono essere definite come un insieme di caratteristiche personali, innate o acquisite, atteggiamenti, conoscenze e abilità che favoriscono la produzione di un comportamento efficace in diverse situazioni e contesti. Esistono competenze specifiche (che si acquisiscono in un ambito/compito o settore/azienda specifico) e competenze generali (che si acquisiscono genericamente sul mercato del lavoro o nella vita privata). In gergo tecnico si parla più comunemente di Hard e Soft Skills.
Le prime sono strettamente specifiche a una tipologia di lavoro, fortemente connesse alla conoscenza acquisita nel percorso educativo, facilmente osservabili, misurabili, il che rende più semplice apprenderle. Costituiscono il nucleo dei requisiti professionali di una data posizione lavorativa.
Le soft skills non sono invece correlate specificatamente ad un lavoro, ma rappresentano lo stile lavorativo di una persona (il modo in cui svolge i compiti e il ruolo assegnati) e si acquisiscono nel corso dell’esperienza di vita personale e lavorativa.
Oggi la globalizzazione, gli uffici virtuali, la tecnologia e la crescente diversità della società (di età, genere, istruzione, etnia …) richiedono sempre più la padronanza di competenze trasversali nei luoghi di lavoro. Tale necessità è sentita non solo più dalle società globali agguerrite nella ricerca dei talenti, ma anche dalle PMI che diventano man mano più consapevoli che il loro successo e la loro competitività sono guidati da un giusto mix di competenze hard e soft: sicuramente competenze tecniche e qualifiche professionali sono importanti, ma la conversione di abilità e saperi in risultato economico richiede competenze orizzontali quali il problem solving, la motivazione, la flessibilità e il lavoro di gruppo. In questo senso le Soft Skills rappresentano un elemento chiave del successo lavorativo di un professionista.
Php, Java, C e Python, sono solo alcuni dei linguaggi che i programmatori “parlano”. Tu quale linguaggio parli?
Durante gli studi ero appassionata di Statistica Psicometrica, tanto da aver presentato la tesi magistrale su un modello multivariato per l’analisi del processo percettivo visivo su oggetti complessi ed aver portato avanti un lavoro di ricerca anche dopo la laurea. In quel contesto “parlavo” il linguaggio statistico R. Adesso, che ho cambiato vita ed obiettivi, mi limito ad esprimermi in Italiano. 🙂
Quali consigli daresti a un giovane programmatore che cerca lavoro?
Saper programmare implica la conoscenza non solo di determinate strutture informatiche e tecnologiche, ma anche una forma mentis molto particolare fortemente orientata al problem solving. Quindi, se vogliamo considerare la ricerca di un lavoro come uno dei “problemi” più grandi che qualsiasi individuo si trova a dover affrontare nel corso della propria vita, ritengo che i programmatori posseggano una marcia in più.
Ho tre consigli da dare ai giovani programmatori in cerca di un lavoro. Il primo è inserirsi nei network giusti, universitari o professionali (partecipare ad eventi, contest, ecc.) per ampliare la rete dei contatti e poter mostrare personalmente le qualità possedute. Poi la scrittura di un buon curriculum, se ben confezionato è un’arma potentissima, un biglietto da visita che può evidenziare non solo le competenze tecniche ma anche quelle trasversali. Infine, non arrendersi e non accontentarsi. So che quest’ultimo consiglio può sembrare poco concreto, ma la verità è che trovare un lavoro è un po’ come trovare un/una fidanzato/a. Bisogna appassionarsi e credere nella relazione lavorativa, condividere gioie e dolori, crescere e raggiungere obiettivi sempre più sfidanti.
Da poco è nata Prototype di cui fai parte, vuoi parlarcene?
Già, venerdì scorso è nato ufficialmente Prototype. Si tratta di un percorso di sole sei settimane durante il quale team di startup imparano a testare la propria idea direttamente sul mercato. Non imparano e basta, lo fanno realmente perché Prototype è un programma ibrido, metà formativo e metà consulenziale. I partecipanti avranno a disposizione settimanalmente i materiali di studio da consultare “a casa” e per sei sabati consecutivi arriveranno in aula pronti per essere seguiti dai consulenti nel percorso di validazione della loro idea di startup.
Io mi occuperò di seguire la parte didattica di questo progetto, mentre alle parti tecniche penseranno ottimi consulenti con esperienza pluriannuale in campo startup: Nicola Siza (Business Manager), Giuseppe Laddomada (Product Manager), Livio Marcheschi (Business Analyst), Alberto Tanas (Facebook Marketing Manager), Stefano Fois (UI Designer) e Francesco Cabras (Tech Lead).
Harley quinn è il personaggio che hai scelto come avatar su Need for Nerd, come mai?
Harley Quinn è un personaggio nato nel 1992, nella serie animata di Batman, con un ruolo semplice e molto minore, quello di spalla semi-comica di Joker. Per di più è una psicologa, proprio come me.
Ho scelto lei come avatar perché sostengo il progetto Need For Nerd tanto profondamente quanto “in punta di piedi”. Rispetto moltissimo l’impegno e il lavoro degli altri membri del team e voglio dare il mio contributo nel modo più professionale possibile.
Grazie per le tue risposte, se qualcuno volesse seguire quello che fai e i tuoi lavori, dove potrebbe farlo?
Grazie a te per avermi dato questo spazio di riflessione, oltre che di espressione. Lavoro nello spazio di coworking Hub/Spoke portando avanti diversi progetti (Apply, Need For Nerd e Prototype).
Chi volesse può o passare a trovarmi o contattarmi qui: rossellaracugno@applyconsulting.it
A presto.
L’articolo Una psicologa del lavoro in un Coworking, intervista a Rossella Racugno proviene da Matteo Enna.
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