Azioni Amazon, la grande ascesa in Borsa
Dopo Apple, anche Amazon è riuscita a varcare la soglia dei 1000 miliardi di capitalizzazione in Borsa. Un traguardo che è stato reso possibile in particolare dalla incredibile performance messa a segno negli ultimi 12 mesi, nel corso dei quali il gruppo fondato da Jeff Bezos ha aumentato il suo valore a Wall Street del 75%. Il risultato è che oggi si assiste ad una corsa per comprare azioni Amazon.
Fondata nel 1994 in un garage di Seattle, Amazon ha passato momenti molto complicati nel corso della sua storia. Basti pensare che il primo esercizio in utile è arrivato soltanto nel 2003, sei anni dopo l’entrata in Borsa e tre dopo il rocambolesco salvataggio con un bond convertibile dell’ultimo minuto da 672 milioni di dollari, poche settimana prima che il mercato iniziasse a crollare a seguito dello scoppio della bolla dotcom.
Una corsa senza freni?
Va peraltro sottolineato come la corsa di Amazon non sembra al momento avere limiti, se solo si pensa come il colosso delle vendite online si stia sempre più affermando nella raccolta pubblicitaria online, ove si è posto in aperta competizione con Google e Facebook.
I rumors sul suo allargamento a Hollywood continuano poi ad infittirsi, con il rincorrersi delle voci che vorrebbero Bezos in contatto sempre più stretto con la Mecca del cinema, con lo scopo di sfidare Netflix finanziando alcune pellicole in modo da poterne sfruttare i diritti sul web. Inoltre va ricordato come l’Internet Company di Seattle sia ormai accreditata di un prossimo sbarco in forze nella sanità statunitense, con l’intento di rivoluzionarla.
I problemi politici
In un panorama che appare sempre più roseo, va però sottolineato come si stagli all’orizzonte la possibilità dell’estensione di un conflitto sinora latente, quello con Donald Trump. Proprio Bezos, infatti, è stato ripetutamente accusato dal Presidente degli Stati Uniti di avere un atteggiamento ostile nei suoi confronti, esplicitato mediante gli editoriali del Washington Post, il quotidiano controllato da Amazon. Una ostilità che discende secondo molti osservatori proprio dalla simpatia più volte mostrata da Trump nei confronti dei piccoli commercianti, letteralmente falcidiati dalla concorrenza portata dal gruppo di Seattle con politiche commerciali sempre più aggressive che stanno desertificando le loro file. Al proposito va ricordato come l’acquisto di Whole Foods Market abbia contribuito a diffondere ancora di più l’allarme, anche in considerazione del fatto che per ogni dollaro speso online negli USA, 49 centesimi sono destinati proprio ad Amazon. Tanto da spingere qualcuno a preconizzare un prossimo intervento dell’Antitrust.
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