OpenSSH, un bug può mettere a rischio le chiavi private
Parlare di openSSH fa riaffiorare un ricordo funesto con il quale, ad oggi, diversi server stanno ancora combattendo: si tratta di Heartbleed, un bug piuttosto grave che ha messo potenzialmente in pericolo informazioni importanti contenute sulle macchine che eseguono il server ma i cui effetti, con i dovuti accorgimenti ed aggiornamenti, possono essere limitati al minimo.
Purtroppo oggi torniamo a parlare di openSSH a causa di una vulnerabilità piuttosto grave, certamente non alla pari di Heartbleed ma che non deve comunque essere sottovalutata: si tratta di un problema di una funzionalità sperimentale contenuta in openSSH in grado potenzialmente di esporre senza autorizzazione né controlli zone di memoria – altrimenti ristrette – ad utenti malintenzionati.
Ad esempio, tra le informazioni più dannose che si potrebbero ottenere usando un exploit per sfruttare tale vulnerabilità figurano sicuramente le chiavi private dei client SSH. Fortunatamente, grazie alla tempestività della community, questo problema è stato già risolto e sono stati rilasciati fix e patch da applicare come aggiornamento di sistema per le più note distribuzioni Linux server e client, tra cui Ubuntu.
La raccomandazione, quindi, è quella di procedere tempestivamente ad applicare gli aggiornamenti disponibili sul proprio gestore e, per eccesso di zelo, di rigenerare le chiavi per tenere al sicuro gli accessi al sistema.
Potrete ottenere maggiori informazioni su questo bug consultando questa pagina.
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