Rilasciato Rescuezilla 2.6: Nuova versione con correzioni per Secure Boot e supporto hardware aggiornato
Rescuezilla, una delle distribuzioni GNU/Linux più apprezzate nel campo del ripristino e del backup di dischi e partizioni, ha recentemente lanciato la versione Rescuezilla 2.6. Basata su Ubuntu 24.10 (Oracular), questa nuova release introduce una serie di miglioramenti significativi, tra cui: correzioni per il Secure Boot UEFI, aggiornamenti del supporto hardware e molteplici ottimizzazioni a livello tecnico, rendendola più stabile e performante.
Nata originariamente nel 2016 come fork di Redo Backup and Recovery (ora chiamato Redo Rescue), Rescuezilla si è evoluta rapidamente per diventare un punto di riferimento nel panorama del recupero dati. Una delle caratteristiche che hanno contribuito al suo successo è la sua interfaccia grafica user-friendly, progettata per semplificare operazioni complesse come il backup, il ripristino e la clonazione di dischi e partizioni. Grazie a questo approccio intuitivo, Rescuezilla ha guadagnato una vasta comunità di utenti, sia esperti che principianti.
Con il tempo, la distribuzione ha beneficiato di continui aggiornamenti, allineandosi con le ultime versioni di Ubuntu e aggiungendo funzionalità che rispondono alle esigenze di un panorama tecnologico in costante evoluzione. La sua compatibilità con un’ampia gamma di file system e dispositivi hardware l’ha resa una scelta ideale per professionisti IT e utenti domestici.
Novità in Rescuezilla 2.6
Rescuezilla 2.6 si distingue per una serie di aggiornamenti significativi. Tra questi, spicca l’integrazione di un pacchetto software shim aggiornato per il Secure Boot UEFI (versione 1.58), che risolve problemi legati agli aggiornamenti di Windows 11. In particolare, questa correzione elimina gli errori relativi al controllo “SBAT“ (Secure Boot Advanced Targeting), che potevano impedire l’avvio del sistema su dispositivi con Secure Boot abilitato. Inoltre, viene risolto il problema del “bootloader UEFI revocato” durante la creazione di chiavette USB avviabili con strumenti come Rufus che affliggeva gli utenti Windows.
Tutte le varianti della versione Rescuezilla 2.6 hanno l’applicazione “Image Explorer (beta)” al momento non operativa. Per quanto riguarda la variante “Oracular”, gli sviluppatori hanno deciso di rimuovere temporaneamente Mozilla Firefox. Non è specificato il motivo di tutto ciò.
Inoltre, è stata introdotta una nuova configurazione delle varianti ISO, che include driver video e impostazioni del kernel Linux leggermente diverse rispetto alle versioni precedenti. Questo aggiornamento mira a migliorare il supporto per dispositivi hardware più recenti, riducendo i problemi di compatibilità che alcuni utenti potrebbero riscontrare.
Per chi si trova di fronte a difficoltà durante l’avvio, come uno schermo nero, è consigliabile selezionare la modalità “Graphical Fallback Mode” dal menu di avvio. Questa opzione utilizza impostazioni grafiche più semplici e compatibili, ideali per risolvere problemi legati ai driver video. Se il problema persiste, è possibile provare una variante ISO alternativa, che potrebbe offrire una configurazione più adatta al proprio hardware.
Rescuezilla 2.6 include numerosi miglioramenti tecnici, tra cui l’aggiornamento di partclone dalla versione 0.3.27 alla 0.3.33, che migliora le prestazioni e l’affidabilità nelle operazioni di clonazione. È stato inoltre introdotto memtest86+ nella versione 7.00, che sostituisce la precedente 5.31, offrendo strumenti più avanzati per la diagnostica della memoria. Per la versione Bionic a 32 bit, sono stati risolti alcuni problemi che impedivano il corretto riconoscimento delle unità da parte del sistema, migliorando così l’affidabilità generale nelle operazioni. Inoltre, è stata adottata una soluzione temporanea per bypassare i controlli GPG (GNU Privacy Guard), che verificano l’autenticità e l’integrità dei pacchetti software. Questo intervento ha permesso di completare con successo la creazione delle immagini di sistema, assicurando la funzionalità della distribuzione GNU/Linux. Questi miglioramenti mirano a rendere la versione Bionic più stabile e accessibile per gli utenti con dispositivi a 32 bit, spesso utilizzati in ambienti hardware più datati.
La localizzazione è stata aggiornata, con traduzioni migliorate o significativamente riviste per diverse lingue, tra cui persiano, finlandese, rumeno, tamil, norvegese Bokmal e giapponese. Questo rende Rescuezilla 2.6 più accessibile a un pubblico globale, semplificando l’uso per chi non parla inglese.
Per ulteriori dettagli sulle modifiche introdotte in questa versione, è possibile consultare il changelog (registro delle modifiche) disponibile sul sito del progetto.
Come utilizzare Rescuezilla 2.6
Per utilizzare Rescuezilla 2.6, è sufficiente scaricare l’immagine ISO direttamente dal sito ufficiale del progetto e configurare una chiavetta USB avviabile. Dopo l’avvio del sistema, l’interfaccia grafica, progettata per essere intuitiva, assisterà l’utente passo dopo passo nelle procedure di backup, ripristino e clonazione dei dati.
Rescuezilla offre diverse varianti della distribuzione basate su versioni precedenti di Ubuntu, aggiornate e ricreate con la versione più recente per garantire una migliore compatibilità e prestazioni ottimizzate. Questo approccio consente di supportare una vasta gamma di dispositivi e di rispondere meglio alle esigenze degli utenti, soprattutto quelli con configurazioni hardware specifiche.
Ottenere Rescuezilla 2.6
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Fonte: https://github.com/rescuezilla/rescuezilla/releases/tag/2.6
Fonte: https://distrowatch.com/?newsid=12384
Fonte: https://9to5linux.com/rescuezilla-2-6-swiss-army-knife-of-system-recovery-adds-ubuntu-24-10-build
Fonte: https://linuxiac.com/rescuezilla-2-6-released-with-secure-boot-fixes/
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