I cloni di Red Hat Enterprise Linux saranno mai all’altezza? AlmaLinux e Rocky Linux ci stanno provando in tutti i modi

I cloni di Red Hat Enterprise Linux saranno mai all'altezza? AlmaLinux e Rocky Linux ci stanno provando in tutti i modi

La posizione di dominanza che Red Hat esercita sul mercato enterprise non è nata per caso. È figlia di una lungimiranza straordinaria che non è, per quanto possa sembrare sorprendente, affatto recente. Il modello a subscription introdotto da Red Hat in apertura del nuovo millennio (era il 2002) ha cambiato le regole del gioco.

O meglio, le ha definite.

Oltre infatti a rispondere alla domanda “Ma come è possibile fare soldi con il software open-source?” ha consentito all’azienda del cappello rosso di affermare una posizione che al tempo non aveva concorrenti. Pensandoci bene, i rivali sono pochi anche oggi, sebbene la concorrenza si sia fatta certamente più agguerrita. Non a caso tutta la bagarre intorno a CentOS è stata, in estrema sintesi, un’affermazione di IBM (neo proprietaria di Red Hat), nei confronti del mercato: è finito il tempo delle vacche grasse.

È però pur sempre di open-source che stiamo parlando, ed è in questo contesto che si muovono i numerosi cloni di Red Hat Enterprise Linux, e le aziende che li finanziano.

Nel leggere i vari annunci che con regolarità fanno capolino sui blog dei cloni di RHEL appare chiara una cosa: la sopravvivenza di questi progetti passa dall’avvicinarsi il più possibile allo standard qualitativo offerto da Red Hat. Come detto però, l’azienda comprata da IBM è partita lo scorso millennio ad impostare il proprio business.

Oggi non basta più dire “noi siamo uguali a Red Hat”, ci vuole di più. È per questo che nel mese di febbraio AlmaLinux ha annunciato la disponibilità di una guida approvata dal dipartimento della difesa Americano che certifica la sicurezza di un sistema operativo.

Un progetto che è partito lo scorso agosto, ma che si è concretizzato solo recentemente con la pubblicazione ufficiale dello STIG, un set di istruzioni scaricabili che gli utenti possono usare per verificare lo stato effettivo delle misure di hardening di sicurezza dei propri sistemi.

Per quanto possa sembrare scontata questo tipo di documentazione esiste ad oggi per RHEL, SLE, Ubuntu e Oracle Linux (non a caso un altro clone RHEL). Segno insomma che se si vuole essere parte delle elite bisogna essere parte di questa lista.

Anche Rocky Linux ha lavorato parecchio sulla propria immagine di distribuzione “sicura”, infatti oltre ad aver recentemente aderito agli United Nations Open Source Principles, ha anche pensato bene di rilasciare una versione alternativa della propria distribuzione – normalmente chiamata Rocky Linux from CIQ – incentrata sulla sicurezza, dal nome molto evocativo di Rocky Linux from CIQ – Hardened.

Come abbiamo raccontato più volte la scelta di togliere dai giochi CentOS da parte di Red Hat ha creato nicchie di mercato in cui aziende come CloudLinux (per AlmaLinux) e CIQ (per Rocky Linux) stanno cercando di ricavarsi uno spazio. Chissà se ce ne sarà per tutti, considerando che in questo contesto nemmeno le dirette concorrenti come SUSEcon il suo SUSE Liberty Linux Lite, o Canonical stanno a guardare.

In conclusione possiamo dire di essere di fronte ad un momento storico in cui i nodi verranno al pettine. Non basta più semplicemente “essere un clone”, ma bisogna offrire servizi di qualità che i clienti sappiano apprezzare, solo che se per essere un clone bastava una persona che eseguisse un semplice sed per sostituire la parola Red Hat Enterprise Linux con il nome del proprio progetto, per offrire servizi di qualità la forza lavoro necessaria è ben più alta.

Almeno se si vogliono dare garanzie. Ed in questo senso, come detto in apertura, Red Hat è molto, molto avanti rispetto a tutti.

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Raoul Scarazzini

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2025/03/i-cloni-di-red-hat-enteprise-linux-saranno-mai-allaltezza-almalinux-e-rocky-linux-ci-stanno-provando-in-tutti-i-modi/

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