Nuova Distribuzione Linux da KDE!

Nuova Distribuzione Linux da KDE!

Le sorprese non finiscono mai. Il progetto KDE si appresta a compiere un passo audace introducendo la propria distribuzione GNU/Linux!

Annunciata durante l’Akademy 2024, KDE Linux (codenome “Progetto Banana”) è un’iniziativa completamente nuova, attualmente in fase di sviluppo, da parte degli sviluppatori KDE per offrire un’esperienza utente fluida e intuitiva, che unisce l’affidabilità e l’interfaccia ricca del software KDE con le tecnologie GNU/Linux più avanzate. È importante sottolineare che non si tratta di una versione rinominata del noto KDE Neon sviluppato dalla comunità KDE ma KDE Linux è un progetto del tutto nuovo con un approccio tecnico differente e obiettivi ambiziosi sia per gli sviluppatori che per gli utenti finali.

Una Visione per la Migliore Esperienza KDE

KDE Linux è progettata per essere un sistema operativo estremamente user-friendly (facile da usare), che mette in mostra il meglio della tecnologia KDE, un sistema che KDE può raccomandare con fiducia agli utenti occasionali e ai produttori di hardware. Con un occhio alla semplicità, il sistema operativo utilizzerà Btrfs come file system e introdurrà un approccio che consenta agli utenti di passare facilmente tra diverse versioni del sistema operativo, garantendo un’esperienza sicura e flessibile senza lo stress della gestione tradizionale del sistema.

KDE Linux offrirà aggiornamenti costanti del sistema operativo utilizzando versioni snapshot, ossia copie dello stato del sistema in un determinato momento. Il sistema utilizzerà anche systemd-boot, un boot loader che permette di scegliere tra diversi sistemi operativi all’avvio, al posto del più frequentemente usato GRUB, con la possibilità di applicare temi personalizzati. Inoltre, tutti i dati modificabili dagli utenti, come le cartelle personali e le posizioni della cache, saranno protetti tramite crittografia per garantire una maggiore sicurezza.

L’architettura di KDE Linux include un meccanismo di aggiornamento A/B basato su immagini, che consente di eseguire rollback, ossia tornare a una versione precedente del sistema in caso di problemi. Questo meccanismo funziona mantenendo 2 versioni del sistema operativo, chiamate “slot A” e “slot B”. Gli aggiornamenti vengono installati nello slot inattivo, e se l’aggiornamento è completato con successo, il sistema passa allo slot aggiornato al prossimo avvio. In caso di problemi, il sistema può tornare allo slot precedente, garantendo maggiore affidabilità. Inoltre, KDE Linux presenta una partizione di recupero per una maggiore resilienza e un sistema di backup automatico che utilizza snapshot Btrfs, fornendo una protezione continua dei dati. Questo sistema comprende un’interfaccia grafica intuitiva, simile a Time Machine di Apple, che rende il processo di ripristino dei dati semplice e accessibile a tutti.

Fondamenta Arch Linux e Obiettivi Ambiziosi

Utilizzando Arch Linux come base, KDE Linux mira ad attrarre un vasto pubblico, inclusi sviluppatori KDE, appassionati e fornitori di hardware. Includerà applicazioni da Flatpak (e possibilmente Snap), contribuendo a mantenere il sistema centrale e le applicazioni separati per una maggiore stabilità.

Tra le priorità principali di KDE Linux ci sono un’esperienza utente di alta qualità e un sistema che “non si rompe” o, almeno, è facile da recuperare se qualcosa va storto. Per mantenere lo sviluppo accessibile, KDE Linux non richiede conoscenze di packaging, cioè non è necessario essere esperti nella gestione di pacchetti software, semplificando il processo per chiunque desideri contribuire alla sua crescita.

In linea con le aspettative moderne, KDE Linux presenterà tecnologie come Wayland per impostazione predefinita e un sistema base in sola lettura, simile ad altre distribuzioni GNU/Linux immutabili focalizzate su Plasma come openSUSE Kalpa e Fedora Kinoite. Questo approccio garantisce che il sistema operativo principale rimanga a prova di manomissione e affidabile mentre i dati specifici dell’utente rimangono flessibili.

Edizioni Pianificate

Sono previste 3 diverse edizioni per KDE Linux, ciascuna progettata per soddisfare diversi gruppi di utenti:

  • Edizione Testing: Aggiornata quotidianamente e destinata a tester di qualità e sviluppatori KDE.
  • Edizione Enthusiast: Rivolta agli appassionati di KDE e agli utenti esperti con versioni beta e stabili.
  • Edizione Stable: Progettata per gli utenti quotidiani, con una pianificazione delle versioni ritardata che prioritizza la stabilità.

Queste edizioni permetteranno agli utenti di scegliere tra le ultime funzionalità o un ambiente più conservativo e stabile. Inoltre, qualora le loro esigenze cambiassero nel tempo, passare tra le edizioni sarà semplice e senza rischi.

Un Approccio Unico a KDE Linux

La domanda principale è: perché abbiamo bisogno di un’altra distribuzione fortemente focalizzata su KDE quando già esistono KDE Neon e KaOS? La principale differenza risiede nel fatto che, a differenza di alcune altre distribuzioni GNU/Linux, KDE Linux sarà distribuita direttamente da KDE stessa, il che comporta numerosi vantaggi.

Innanzitutto, questo assicura una chiara catena di responsabilità che non dipende da terze parti, consentendo a KDE di costruire relazioni dirette con i partner hardware e raccomandare KDE Linux senza favoritismi. Inoltre, KDE Linux utilizzerà strumenti systemd, come systemd-sysupdate, per aggiornamenti senza soluzione di continuità, rendendola più efficiente rispetto ad altre distribuzioni che si affidano a metodi di aggiornamento diversi.

Per chi non lo sapesse, systemd-sysupdate è un servizio di sistema che consente ai client non privilegiati di aggiornare il sistema, portando i benefici di un design basato su immagini, inclusa l’immutabilità, aggiornamenti automatici, adattabilità, ripristini alle impostazioni iniziali e uniformità.

In aggiunta a ciò, la distribuzione si distinguerà anche per il suo approccio lungimirante alla distribuzione software. Invece di fare affidamento su sistemi di packaging legacy, KDE Linux si concentrerà su sistemi moderni come Flatpak e systemd-sysext (un insieme utile di funzionalità per gestire le immagini delle estensioni del sistema) mantenendo così separate le applicazioni dal sistema base immutabile per una manutenzione e uno sviluppo più facili. Questo significa che gli sviluppatori non hanno bisogno delle tradizionali competenze nel packaging; possono semplicemente mirare a Flatpak e ad altri formati containerizzati.

Infine, un altro aspetto unico è l’approccio di KDE Linux alla manutenzione a lungo termine. Nel caso in cui la distribuzione raggiunga la fine della sua vita utile (EOL – end of life), il team KDE prevede di rilasciare un ultimo aggiornamento che trasformerà KDE Linux in una diversa distribuzione supportata, garantendo agli utenti sempre una via d’uscita.

Per una panoramica più dettagliata della nuova iniziativa KDE Linux puoi leggere la pagina della community su KDE Linux dove è descritto il progetto.

Riflessioni Personali

Considerando tutto ciò, si prevede che KDE Linux attrarrà principalmente un gruppo più ristretto e specifico di utenti, principalmente appassionati desiderosi di esplorare i più recenti progressi in ambito KDE e sviluppatori, anziché l’utente medio GNU/Linux. La ragione principale risiede nel termine “immutabilità”, divenuto molto popolare negli ultimi anni.

Sebbene l’immutabilità semplifichi le cose per gli sviluppatori evitando l’inferno delle dipendenze della gestione dei pacchetti e fornisca una base operativa sicura e molto affidabile, spesso complica la situazione per i non sviluppatori al di fuori della comunità DevOps. Tuttavia, questa è solo una visione personale sulla questione.

C’è grande attesa per osservare l’evoluzione del progetto e si attende con impazienza la prima versione stabile. Attualmente, la distribuzione è disponibile come un file RAW di 11 GB per gli utenti che desiderano sperimentarla. Un file RAW è un formato immagine che rappresenta una copia esatta dello stato del sistema in un dato momento. Gli utenti possono scrivere questo file su una chiavetta USB per creare un’unità di avvio, o importarlo in software di virtualizzazione come virt-manager del Kernel-based Virtual Machine (KVM), una piattaforma di virtualizzazione open-source che permette di eseguire più sistemi operativi contemporaneamente su un singolo hardware.

Fonte: https://linuxiac.com/kde-announced-its-kde-linux-distro/

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