Il progetto Coreboot risponde alle accuse di MALIBAL

Il progetto Coreboot risponde alle accuse di MALIBAL

Negli ultimi tempi, una polemica ha coinvolto Coreboot, un progetto di firmware open-source che mira a sostituire il firmware proprietario dei computer, come il BIOS, con un’alternativa aperta, sicura e personalizzabile, e MALIBAL, un fornitore di laptop. MALIBAL, 2 settimane fa, aveva pubblicato un post sul suo blog intitolato “Non supportare il progetto Coreboot”. Il post raccontava le difficoltà incontrate nel tentativo di implementare Coreboot su alcuni dei loro laptop, citando costi elevati e ritardi come motivazioni principali della loro frustrazione.

Ne avevo scritto un articolo al riguardo che potete leggere per tutti i dettagli.

La posizione di MALIBAL

Riassumendo in breve, MALIBAL aveva espresso insoddisfazione per le esperienze avute collaborando con aziende di consulenza specializzate in Coreboot. Nel loro blog, hanno dettagliato le difficoltà incontrate, accusando i consulenti di aver sovrastimato il lavoro necessario e di aver richiesto un costo esagerato. In seguito a queste esperienze negative, MALIBAL ha deciso di vietare le vendite in alcune regioni e addirittura di “bannare a vita l’intero stato del Colorado”, dopo alcuni commenti fatti da un ingegnere di System76 su Twitter.

La risposta del progetto Coreboot

In risposta a queste accuse, il progetto Coreboot ha pubblicato una dichiarazione sul loro blog. Hanno sottolineato che i problemi descritti da MALIBAL sono stati causati da tentativi falliti da parte del fornitore stesso nel portare Coreboot sui loro laptop. Secondo Coreboot, i consulenti coinvolti hanno interrotto le collaborazioni nella fase di valutazione a causa di disaccordi sull’entità del lavoro rimanente e delle problematiche hardware riscontrate sui laptop, come problemi nel leggere e scrivere i dati della memoria flash e difficoltà nell’uso della porta UART per il debug.

Dettagli tecnici e ulteriore contesto

Coreboot ha specificato che non sono stati firmati contratti né sono stati scambiati compensi. Le accuse di MALIBAL sono state definite false e diffamatorie. Inoltre, uno dei consulenti inizialmente contattati da MALIBAL, 9elements Security, ha rilasciato una dichiarazione che conferma le difficoltà tecniche e il comportamento poco collaborativo di MALIBAL.

Per ulteriori dettagli, il post completo è disponibile su Coreboot.org.

Questa vicenda mette in luce non solo le sfide tecniche nell’integrazione di software open-source, ma anche l’importanza delle relazioni professionali e della gestione delle aspettative in progetti di questa natura.

Fonte: https://www.phoronix.com/news/Coreboot-Rebuttal-MALIBAL

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