Sono stati pubblicati i sorgenti di Winamp, storico player multimediale di fine anni ’90. Bellissimo, ma non open-source!
Disclaimer: questo post contiene pesanti dosi di nostalgia.
Verso la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio il mondo era un posto più comprensibile.
C’era Napster, che era un programma con cui appassionati di musica condividevano le proprie collezioni digitali con altri appassionati, ammodernando il sistema dello scambio delle musicassette mediante i file mp3.
C’erano i Metallica, che erano una band metal che suonava e basta, e non aveva ancora deciso di imbarcarsi in assurde battaglie legali contro chi accusavano di ledere i loro diritti d’autore.
C’erano le prime linee internet più veloci dei 56k, con cui magari scaricare l’album di cui ti avevano tanto parlato era questione solamente di qualche ora.
Bene, in questo contesto, una volta che qualcuno terminava lo scaricamento dei file mp3 c’era un solo player multimediale ad essere usato: Winamp.
Un programma semplice, con un’interfaccia principale, un equalizzatore e la lista dei pezzi da suonare, oltre a qualcosa di magico: le skin. Vestiti, a volte clamorosamente belli, che gli appassionati costruivano per modificare il look & feel del programma.
Poi è finito tutto.
I Metallica (ma non solo loro) han mandato in rovina Napster (che però oggi è ancora vivo come servizio simil Spotify) e degli mp3 non parla quasi più nessuno, perché tutta la musica del mondo è a portata di Smartphone.
Eppure.
Qualcuno ha pubblicato questa notizia: Winamp releases source code, asks for help modernizing the player.
Entusiasmo alle stelle.
Come comprare un giradischi nel 2024.
Malinconia portami via.
All’interno di un repository GitHub, ecco comparire il codice sorgente di Winamp.
Sembra tutto perfetto.
E come sempre, non lo è.
Sbirciando sul file License.md del progetto si scopre come ad essere usata non sia una licenza open-source standard. Per carità nessuno si aspettava MIT, ma magari una Apache License 2… Una MPL… Invece no. La “licenza” è “Winamp Collaborative License (WCL) Version 1.0.1” che di open-source non ha niente.
Riassumendo solamente il punto 5, dal titolo “Restrictions“:
- Nessuna distribuzione di versioni modificate: non puoi distribuire versioni modificate del software, sia in formato sorgente che binario.
- Distribuzione ufficiale: solo i responsabili del repository ufficiale sono autorizzati a distribuire il software e le sue modifiche.
Quindi sì, è quello che avete compreso: se volete contribuire, gratis, al progetto, siete liberi di farlo, ma per la produzione di binari e la condivisione delle vostre modifiche beh… Ripassare tra qualche tempo.
Forse mai.
E viene da chiedersi il perché.
Vado a mettere su un vinile.
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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