La mia degooglizzazione: parte 2
Come promesso qualche giorno fa eccoci alla seconda parte del mio percorso, attualmente ancora in corso, che mi sta portando alla degooglizzazione.
Nella prima parte di questo racconto vi ho raccontato in cosa consiste il movimento DeGoogle e quali sono le principali criticità, a livello di privacy, dell’utilizzo dei servizi offerti da Google.
La mia decisione di un uso ridotto e più consapevole dei servizi Google è maturata nel corso degli ultimi anni, e credo sia la naturale conseguenza del mio amore nei confronti del software libero e open source.
Sono anche consapevole del fatto che, ora come ora, è difficile abbandonare tutti i servizi di Google, anche perché per alcuni non ci sono molte valide alternative.
Un servizio su tutti è YouTube, piattaforma che continuo ad usare per la pubblicazione di contenuti video. Continuo ad utilizzare YouTube perché ora come ora è l’unica piattaforma in grado di fornire l’adeguata visibilità ai miei contenuti.
Addio blogger, benvenuto WordPress
Come vi sarete di certo accorti il blog è migrato a WordPress. Dopo anni di permanenza sul servizio Blogger di Google ho deciso di migrare a qualcosa di indipendente e non più legato a Google.
Uno dei motivi che mi hanno spinto ad abbandonare la piattaforma di Google, è la possibilità di restare senza hosting da un giorno all’altro. Come ben sapete Google ha la cattiva abitudine di uccidere i suoi servizi. Vi basta guardare quante lapidi ha il cimitero di Google.
Alternative a Google Maps
Fra le tante alternative a Google Maps ci sono due che sono particolarmente interessanti a livello di funzionalità.
La prima è OsmAnd. L’applicazione, che fa uso delle mappe di Open Street Map, è gratuita nella sua versione base, open source e disponibile per Android, iOS e dispositivi Huawei. La versione a pagamento, con abbonamento annuale o mensile, consente di aver accesso a funzionalità aggiuntive come il download illimitato delle mappe, supporto a CarPlay, profondità nautica e linee isoipse e ombreggiamento dei rilievi.
La seconda applicazione è Maps.me, un navigatore open source disponibile sia su Android che iOS e che utilizza le mappe offerte da Open Street Map. L’applicazione è gratuita e graficamente curata, senza fastidiose pubblicità. Rispetto alla prima questa applicazione, essendo di proprietà, raccoglie una serie di dati durante l’utilizzo. Qui trovate l’informativa sulla privacy con i dati raccolti durante l’utilizzo. Non è proprio il massimo ma mi sentivo di segnalarvela perché molti miei amici la utilizzano.
Motori di ricerca
Quando si parla di motori di ricerca abbiamo l’imbarazzo della scelta. Attualmente sto utilizzando due motori di ricerca.
Il primo è DuckDuckGo, una delle alternative più note a Google. Il motore di ricerca utilizza i dati di Bing ma lo fa senza raccogliere i nostri dati di navigazione. A questo indirizzo trovate l’informativa completa sulla privacy di DuckDuckGo.
Sto anche testando Brave Search, il motore di ricerca indipendente sviluppato da Brave, la società che sviluppa l’omonimo browser web. Brave Search offre una ricerca privata ed anonima ed include una intelligenza artificiale per offrirci risposte alle nostre domande. È ancora immaturo e per alcune ricerche non offre subito risultati esaustivi ma, essendo giovane, ha ampi margini di miglioramento.
Degni di nota sono anche StartPage e Qwant.
Alternative a Gmail
Fra le alternative a Gmail due sono i servizi che sto testando al momento, entrambi in grado di offrire un alto livello di sicurezza e privacy.
Il primo servizio è Proton Mail, che è anche il servizio che utilizzo come mail principale. Proton Mail offre un servizio di mail cifrato e nemmeno Proton può visualizzare il contenuto delle nostre mail e i relativi allegati.
Oltre a questo è open source, offre un piano base gratuito e non mostra pubblicità durante il suo utilizzo.
La cosa più interessante è che Proton offre, oltre al servizio Mail Plus a pagamento per avere più spazio e servizi aggiuntivi, anche un pacchetto aggiuntivo che, al costo di € 9,99 al mese, vi da 500 GB di spazio di archiviazione, 15 indirizzi email, supporto per 3 domini di posta elettronica personalizzati, Proton VPN, Proton Drive, Proton Pass e da qualche giorno anche un word processor.
L’altro servizio che sto testando è Tuta Mail, il servizio di email crittografato e totalmente anonimo di Tuta. Anche Tuta Mail offre un piano base gratuito e non ha nessuna pubblicità durante il suo utilizzo.
Browser web
Navigare sul web ci espone al tracciamento continuo di Google. Per limitare la nostra esposizione quanto più possibile è importante usare un browser web all’altezza.
Il mio browser predefinito è Firefox, l’unico vero browser che sfida lo strapotere dei browser web basati su Chromium. Per potenziarlo ulteriormente lo arricchisco di 2 estensioni, uBlock Origin e Privacy Badger, una estensione sviluppata dalla EEF in grado di individuare e bloccare contenuti di terze parti che monitorano le nostre attività durante la navigazione.
Come browser di ripiego utilizzo Brave. Brave è basato su Chromium ma rispetto agli altri browser integra al suo interno una serie di ottimizzazioni per bloccare le pubblicità, il tracciamento e i malware.
Alternative a Google Drive
Qualche paragrafo più su vi ho parlato di Proton e del suo servizio di cloud storage che può essere una valida alternativa a Google Drive.
Ma il servizio che utilizzo maggiormente è Nextcloud. Attualmente ho una istanza personale su Allsync che, con pochi euro all’anno, vi consente di avere una istanza completa di Nextcloud, con storage e suite da ufficio in cloud integrata. E se siete smanettoni potete hostarvi da voi una istanza di Nextcloud.
Fonte: https://www.marcosbox.com/2024/07/14/la-mia-degooglizzazione-parte-2/
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