La mia degooglizzazione: parte 1

DeGoogle degooglizzazione

In questo primo articolo vi racconterò del movimento DeGoogle e di quali sono i principali rischi per la nostra privacy insiti nei prodotti e servizi forniti da Google.

Il movimento “DeGoogle”

Il movimento “DeGoogle” in italiano traducibile come movimento per la “degooglizzazione” è un movimento che si è sviluppato su internet nel corso degli ultimi anni, guidato da attivisti per la privacy, per spingere gli utenti a smettere di usare i prodotti Google in favore di servizi maggiormente attenti alla privacy dei loro utenti.

Google è sempre con noi

Google, il colosso tecnologico fondato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, è diventato un pilastro fondamentale della nostra vita quotidiana. Offrendo una vasta gamma di servizi, da Google Search a Gmail, passando per Google Maps e Android, la società ha accumulato una quantità immensa di dati sui suoi utenti. Tuttavia, questa onnipresenza ha sollevato preoccupazioni circa la privacy e la sorveglianza. Ma come, esattamente, Google raccoglie e utilizza i nostri dati?

Perché dico che Google è sempre con noi? Perché nell’era digitale ogni persona porta costantemente con se uno strumento di tracciamento che si nutre dei nostri dati: lo smartphone.

Google Maps sa sempre dove siamo

Volete un esempio? Avviate Google Maps sul vostro smartphone: Google ci offre un comodo servizio di navigazione, ma al tempo stesso utilizza i nostri dati per alimentare i suoi algoritmi. Google sa dove siamo costantemente, ci consiglia quale strada utilizzare in base alla nostra posizione a quella degli altri utenti che utilizzano Google Maps, ci suggerisce di mettere recensioni di locali e attività commerciali dove siamo stati durante la settimana, sa dove lavoriamo o studiamo, sa che tipo mezzo di trasporto utilizziamo deducendolo dalla nostra velocità di spostamento.

Google Maps traccia i nostri spostamenti in tempo reale. Anche quando non utilizziamo attivamente l’app, i servizi di localizzazione del nostro dispositivo possono inviare informazioni a Google, creando un registro dettagliato dei nostri movimenti.

Volete un esempio? Guardate la vostra cronologia degli spostamenti di Google Maps. Li troverete tutti i vostri spostamenti da quando avete utilizzato per la prima volta il servizio di Google Maps.

Android analizza i nostri dati

Gli smartphone Android, che rappresentano la maggioranza del mercato globale, inviano una vasta gamma di dati a Google. Questi dati includono, ad esempio, informazioni sulle app che utilizziamo, la durata delle nostre sessioni, le chiamate effettuate e ricevute, e persino i dati biometrici attraverso sensori e fotocamere.

In passato ha fatto scalpore la tecnologia di tracciamento sviluppata ai tempi del Covid-19, utilizzata anche da Apple, per tracciare la catena di contatti delle persone affette da Covid-19, tecnologia resa disponibile che sicuramente verrà utilizzata in futuro per altri scopi.

Google sa quello che cerchi

Google è il motore di ricerca predefinito dei principali browser web, ed è anche la scelta predefinita della stragrande maggioranza degli utenti, sia lato mobile che lato desktop.

Ogni volta che utilizziamo il motore di ricerca di Google, la nostra query viene registrata. Questo non solo include le parole chiave che digitiamo, ma anche la nostra posizione, l’orario della ricerca, il dispositivo utilizzato e persino il nostro comportamento successivo (come i link su cui clicchiamo).

Direte voi, basta utilizzare la modalità in incognito per smettere di essere tracciati. Bugia, perché Google stessa ha dovuto ammettere, a seguito di una class action intentata negli Stati Uniti, di tracciare gli utenti anche durante la modalità in incognito con Google Chrome.

Usi Gmail? Google legge il contenuto delle nostra mail

Gmail analizza il contenuto delle email per offrire funzionalità come il filtraggio automatico delle spam e le risposte suggerite. Sebbene Google affermi di non utilizzare più i contenuti delle email per personalizzare gli annunci, i dati vengono comunque raccolti per migliorare i servizi offerti.

Gmail conserva le chiavi di decifrazione dei nostri dati sugli stessi server in cui archivia i nostri messaggi. Questo significa che Gmail può leggere leggere le nostre mail o consegnarli alle autorità se richiesto.

Google sa cosa guardiamo su YouTube

Ogni video che guardiamo su YouTube viene registrato nella nostra cronologia. Google utilizza queste informazioni per creare profili di interesse e suggerire contenuti personalizzati, ma anche per scopi pubblicitari. Se siamo appassionati di video ASMR Google sa come etichettarci, e questo lo fa per ogni tipologia di video.

Google sa cosa ci piace

Ma veniamo infine al più grande strumento che Google ha per tracciare i nostri dati di navigazione: Google AdSense.

Google AdSense è un servizio di banner pubblicitari offerto da Google che mette in comunicazione gli inserzionisti e i publisher.

E come fa Google a guadagna da questo servizio? Semplice, offrendo pubblicità mirate, progettate per essere estremamente rilevanti e persuasive e tutto questo è possibile grazie ai dati di profilazione che Google raccoglie su di noi con i su citati servizi.

Fonte: https://www.marcosbox.com/2024/07/11/la-mia-degooglizzazione-parte-1/

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