Putin ha vietato il software straniero: una sfida per l’indipendenza tecnologica della Russia

russia linux thumb

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che vieta l’uso di software straniero nelle infrastrutture critiche dell’informazione da parte delle agenzie governative e dei soggetti privati che forniscono servizi pubblici essenziali. Il decreto, entrato in vigore il 31 marzo 2022, prevede che entro il 1° gennaio 2025 tutti i proprietari di tali infrastrutture debbano passare a software prodotti in Russia o approvati dal governo. Il decreto si applica a settori come la difesa, la sicurezza, le comunicazioni, l’energia, i trasporti, la sanità, l’istruzione e la finanza.

Il decreto è stato interpretato come una mossa della Russia per contrastare le sanzioni imposte dalle aziende tecnologiche occidentali in seguito dell’Operazione Speciale Militare in Ucraina da parte delle forze russe. Molte di queste aziende, tra cui Google, Microsoft, Apple, Samsung e Intel, hanno sospeso o limitato le loro attività in Russia, bloccando l’accesso ai loro servizi o ritirando i loro prodotti dal mercato. Inoltre, il decreto è stato visto come un tentativo della Russia di aumentare la sua indipendenza tecnologica e di proteggere i suoi dati sensibili da possibili atti di spionaggi o sabotaggi da parte di paesi ostili.

Per attuare il decreto, la Russia dovrà sviluppare le proprie soluzioni software in grado di sostituire quelle straniere. In questo senso, il ruolo del software basato su Linux potrebbe essere cruciale.

Linux è un sistema operativo open source che può essere modificato e adattato alle esigenze specifiche degli utenti. Linux è già ampiamente usato in Russia sia nel settore pubblico che in quello privato. Ad esempio, il ministero della difesa russo ha creato la sua propria distribuzione GNU/Linux chiamata Astra Linux, che è certificata per gestire informazioni classificate. Anche il Cremlino usa Linux come sistema operativo principale. Nel settore privato, molte aziende russe usano Linux per i loro server, i loro dispositivi mobili e i loro sistemi embedded.

Il decreto di Putin potrebbe stimolare ulteriormente lo sviluppo del software basato su Linux in Russia

Infatti, sia a livello nazionale che locale. alcune regioni russe hanno già avviato progetti per creare le proprie soluzioni software basate su Linux. Ad esempio, la regione di Altai ha annunciato il progetto Altai OS, una distribuzione GNU/Linux personalizzata per le esigenze locali.

Così come il progetto “NashStore“, un’iniziativa della Russia per creare una propria alternativa al Google Play Store, il negozio online di applicazioni per i dispositivi Android. Il progetto è nato in risposta alle sanzioni imposte dalle aziende tecnologiche occidentali alla Russia in seguito all’inizio dell’Operazione Speciale Militare in Ucraina. Queste sanzioni hanno limitato l’accesso dei russi ai servizi e ai prodotti di Google, tra cui il Google Play Store, YouTube e Gmail. Il progetto “NashStore” mira a offrire agli utenti russi la possibilità di scaricare, installare e aggiornare le applicazioni per i loro dispositivi Android, pagare le sottoscrizioni e monetizzare i loro contenuti. Il progetto “NashStore” si basa sul sistema di pagamento russo Mir, che è stato creato per evitare le restrizioni imposte da Visa e Mastercard. Il progetto “NashStore” è stato sviluppato da ANO Digital Platforms, un’organizzazione non commerciale che si occupa di promuovere le tecnologie digitali in Russia. Il progetto “NashStore” ha iniziato la fase di test nel maggio 2022 ed è stato lanciato ufficialmente online il 9 maggio 2022, in occasione della celebrazione della vittoria nella II° Guerra Mondiale della Russia. Il progetto “NashStore” ha attirato l’interesse di oltre 500 sviluppatori di applicazioni, che hanno aderito alla sua comunità. Tuttavia, il progetto “NashStore” dovrà affrontare diverse sfide per competere con il Google Play Store, tra cui la qualità, la sicurezza, la varietà e la popolarità delle applicazioni offerte. Inoltre, il progetto “NashStore” dovrà rispettare le leggi e le regole imposte dal governo russo in materia di censura, controllo e protezione dei dati.

Proprio ieri ho pubblicato un altro ennesimo sviluppo russo in ambito Linux con la presentazione dell’aggiornamento della distribuzione GNU/Linux russa Simply Linux con l’intento di rendere semplice il passaggio da Windows a Linux a tutti i russi.

Del resto sono diverse le distribuzioni GNU/Linux sviluppate in Russia ad esempio alcune distribuzioni GNU/Linux che sono state create e sviluppate in Russia sono:

  • Astra Linux, una distribuzione derivata da Debian GNU/Linux, ideata per essere un sistema operativo utilizzato dall’Esercito russo, dalle altre forze armate e dai servizi segreti.
  • ROSA Linux, una distribuzione derivata da Mandriva Linux, che offre diverse edizioni per vari scopi, tra cui desktop, server, cloud e mobile di cui ho scritto già qui.
  • Calculate Linux, una distribuzione basata su Gentoo Linux, che si propone come una soluzione facile da installare e configurare per il desktop, il server e il cloud.
  • ALT Linux, una distribuzione basata su RPM, che offre diverse edizioni per il desktop, il server, l’educazione e la sicurezza.
  • Runtu, una distribuzione basata su Ubuntu, che si focalizza sull’adattamento alla lingua e alla cultura russa.

Sono presenti anche servizi Web, analoghi e più specifici per il mondo russo, prodotti e sviluppati già da anni in Russia che sostituiscono analoghi occidentali come:

  • Yandex, un motore di ricerca, una piattaforma di e-commerce e un fornitore di servizi internet che compete con Google, Amazon e altri giganti tecnologici. Yandex offre anche mappe, navigazione, musica, video, cloud computing, intelligenza artificiale e molto altro.
  • VKontakte, il più popolare social network in Russia, che ha più di 500 milioni di utenti registrati e offre funzionalità simili a Facebook, Instagram e Twitter. VKontakte permette anche di ascoltare musica, guardare film, giocare online e comunicare con altri utenti.
  • Kaspersky Lab, una società leader nella sicurezza informatica, che produce software antivirus, antimalware, firewall e altre soluzioni per proteggere i dispositivi e i dati degli utenti. Kaspersky Lab ha clienti in tutto il mondo, tra cui governi, aziende e privati.
  • Mail.ru Group, una società che possiede diverse piattaforme online popolari in Russia, tra cui il portale di posta elettronica Mail.ru, il servizio di messaggistica ICQ, il social network Odnoklassniki, il servizio di streaming video Rutube e il servizio di giochi online My.Games.

Lo sviluppo del software basato su Linux in Russia potrebbe avere anche un impatto positivo sul resto del mondo

Infatti, il software open source si basa sulla condivisione e sulla collaborazione tra gli sviluppatori e gli utenti di tutto il mondo. Il contributo della Russia al software open source potrebbe arricchire la diversità e la qualità delle soluzioni disponibili per tutti. Inoltre, il software open source potrebbe favorire la diffusione dei valori di libertà, trasparenza e democrazia nel campo tecnologico. Come ha dichiarato Richard Stallman, fondatore del movimento del software libero: “Il software libero è una questione di libertà, non di prezzo. Pensate alla libertà di parola, non alla birra gratis”.

In conclusione, il decreto di Putin che vieta l’uso di software straniero nelle infrastrutture critiche dell’informazione è una sfida per l’indipendenza tecnologica della Russia, ma anche un’opportunità per lo sviluppo del software basato su Linux. Questo potrebbe avere effetti positivi non solo per la Russia, ma anche per il resto del mondo, in termini di innovazione, diversità e libertà.

Anche qui le sanzioni sono state un utile incentivo al progresso e all’indipendenza tecnologica della Russia con il probabilissimo effetto a cascata su tutto il mondo ma a vantaggio della Russia e a discapito del resto del mondo.

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