Hands-On Deepin
Nonostante un po’ di scetticismo e controversie lette un po’ ovunque ho deciso di approfittare della nuova versione di Deepin per curiosare un pochino. Controversie perché la distribuzione è mantenuta da un’azienda cinese, la Wuhan Deepin Technology Co. Ltd, ma nonostante il software fosse tutto dichiaratamente open non mancava chi la definiva un bello spyware. Dopo un po’ di ricerche ho trovato che sulla carta di spyware non c’è proprio nulla, al massimo un po’ di analytics che sono anche state ridotte nel corso del tempo. La distribuzione viene usata anche a bordo di alcuni portatili Huawei, anche ARM, da oltre 2 anni .
Un’azienda che sviluppa e prova a “vendere” una distro mi ha fatto pensare a una cura maniacale dello stile e della UX di Deepin Desktop, ambiente sviluppato interamente. Tempo fa basata su Ubuntu, ora Deepin è basata su Debian, altro motivo che mi ha spinto a scrivere questo hands-on, una Debian based non l’avevo ancora provata.
Installazione
Iniziamo scaricando la iso da un sito minimale ma funzionale e buttiamola in macchina virtuale per iniziare: nuova, debian, proposto disco da 8G ma io metto 15G per avere più agio e BUM!
L’installer mi dice che servono almeno 20G, capisco e rifaccio la macchina.
ora l’installer, in un passo successivo, me ne richiede almeno 64. Cavoli deciditi!!! Ho anche cercato qualcosa su github per aprire un baco ma senza grosso successo, i repo sembrano abbandonati. Sempre apprezzata l’opzione di cifrare il disco e sembra ci sia una partizione di ripristino in qualche modo; finisco l’istallazione e arrivo al desktop.
Look and feel
Mi vengono presentate 2 modalità:
– Efficient: in pratica stile Windows, con barra in basso lunga tutto lo schermo
– Fashion: come sopra ma in stile dock e non barra, che corre comunque lungo tutto lo schermo, secondo me serve a poco anche perché lo spazio non è gestito in maniera perfetta, sarebbe stato meglio una dock ridotta, con meno icone, a scomparsa automatica per sfruttare meglio lo schermo. In questa modalità alcune icone sono un po’ pixelate.
Il look & feel è ottimo: moderno, coerente, flat e pulito. Niente finestre incasinate, niente sensazione di vecchiume, niente popup incoerenti. Davvero un ottimo lavoro!
Le scorciatoie da tastiera più importanti ci sono tutte, manca forse Super e freccia direzionale per spostare le finestre in una metà dello schermo, ma pazienza.
A proposito di tastiera, io ho selezionato la tastiera italiana sia nel wizard iniziale che nelle impostazioni ma sembra non andare e il layout rimane quello Inglese, ogni tanto saltano fuori delle finestrelle completamente bianche, non ho indagato.
Le localizzazioni in italiano ci sono quasi tutte, unica nota è che la dimensione dei bottoni non è dinamica e capita spesso di vedere bottoni con stringhe tagliate.
Utility
Il file explorer mi presenta un disco partizionato separando sistema e dati utente, forse questo il motivo di richiedere tanto spazio per l’installazione; non mi torna però questo particolare “home Home” nella barra in alto. Ho provato a guardare velocemente anche da terminale ma non ci ho capito molto su come hanno impostato la cosa.
Aprendo il terminale ho scoperto anche un’altra cosa, anche dopo l’aggiornamento la versione del kernel è la 5.10 sulla versione 20.4, strano perché il post di rilascio della versione precedente millantava il 5.15.
Cambiamo argomento e guardiamo le applicazioni che offre la distro out-of-the…eh?
Libreoffice ha un tema stile età della pietra completamente fuori dal contesto e la versione è pure stravecchia; oggi la versione still è la 7.1.x
Lo shop mi consente di installare un sacco di roba praticamente con un solo click, installo quindi al volo GIMP e Sublime-Text. Curioso, non ho trovato nè Firefox nè Spotify…
Gimp però è a una versione di quasi 4 anni fa (la 2.10.8 è del 2018) e Sublime è listato malissimo nel menu.
Nessun problema con altri applicativi tipo Chrome.
Altre applicazioni
Provo a installare qualcosa di diverso, apro il browser per cercare Standard Notes, browser proprietario con Baidu preimpostato in cinese, forse una versione internazionale avrebbero potuto far la fatica di impostarla se intendi distribuire questo OS ovunque. Riesco a scaricare Standard Note come AppImage e tutto funziona, felice.
Provo a scaricare anche il deb del client Synology, si installa correttamente ma non parte; Spotify invece provo a installarlo aggiungendo il repo ma anche qui operazione fallita. Non è detto la colpa sia del sistema operativo ma mi sembrava giusto segnalare la cosa.
Conclusioni
Il sistema ha, come avevo immaginato, una cura maniacale sotto molti aspetti, lo stile moderno è quello che mi ha colpito di più, cosa del quale secondo me Elementary è carente. Lato applicativo potrebbe comunque essere sufficiente, alla fine in qualche modo c’è tutto, magari con tema o nomi da sistemare, forse non ci sono tutte le alternative ma secondo me è usabile. A questa distribuzione mancano alcune cose, che forse non sono così vitali lato utente, ma che non mi aspetterei da una distribuzione mantenuta da un’azienda e che equipaggia dei portatili in vendita:
– manca attenzione a quello che va oltre il sistema operativo, le applicazioni più comuni vanno verificate e mantenute aggiornate
– manca del testing aggressivo a livello generale
– secondo me servirebbe un occhio di riguardo in più sul lato internazionale, ok usare Baidu, ma se ti dico che NON sono in Cina, aggiorna le impostazioni
Lo consiglio? Ma sì, piace e per un uso assolutamente generale va più che bene; se inizia a esserci l’esigenza di applicativi più aggiornati o specifici forse è meglio orientarsi su altro, magari basato su Ubuntu.
Un paio di opinioni extra che al terzo hands-on mi prendo la libertà di scrivere
Su youtube vedo parecchie recensioni di nuove distro, video anche di mezz’ora dove parlano di quanto sia perfetta l’implementazione delle gesture; ma queste persone hanno usato questo sistema per … boh 2 ore? Il tempo che ho impiegato io. Hanno provato a farci qualunque cosa che non sia verificare le release note?
E’ come se io andassi dal concessionario e il venditore mi parlasse 40 minuti di quanto consumi poco e degli interni super rifiniti, ma appena esci a fare un giro l’acceleratore scatta, il condizionatore non si può regolare e il freno a mano non funziona.
Sul desktop, il lavoro è magistrale, alla fine per l’utente normale (difficile che un utente non smanettone legga questo blog) quello che conta è il risultato finale.
Un ambiente così carino si può anche ottenere sicuramente con altri desktop, e il canale youtube Linux Scoop mostra come fare. Ok non è forse alla portata della casalinga di Voghera (cit) però i mantainer delle distro potrebbero prendere ottimi spunti.
Gtk, rust, kde frameworks, frega nulla di quello che c’è sotto al cofano, quello che conta è che quello che troviamo davanti sia moderno, coerente e funzionale. Francamente spero che System76 tenga in considerazione tutti gli inciampi di GNOME (tamponati da Canonical) per creare qualcosa che sia ottimo dall’inizio, e i primi screen sembrano mostrare siano sulla strada giusta.
Fonte: http://www.marcosbox.org/2022/01/hands-on-deepin.html
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