La Electronic Frontier Foundation (EFF) ha tentato di rendere pubblici i dati di una causa con i troll di brevetti
Ricordate di tutti gli articoli che abbiamo pubblicato nel corso degli anni in merito all’annoso e sempre sentito problema dei troll di brevetti? L’ultima volta ne avevamo parlato in merito all’ingresso di Baidu all’interno del consorzio Open Invention Network, nato appositamente per combattere i troll che cercano di approfittare del lavoro altrui per lucrare.
Se anche voi vi siete trovati infastiditi nel vedere persone che denunciano GNOME per cercare di ricavare più soldi possibili, vi farà piacere sapere che la EFF, ossia la Electronic Frontier Foundation, è andata molto vicino a far trasmettere su YouTube il dibattimento.
Lo racconta FOSS Force in questo aricolo, precisando al contempo come il caso sia piuttosto complicato e solo le persone che ne sono coinvolte potranno capirci qualcosa, ma non cambia la sostanza: lunedì 5 dicembre (ieri, nel momento in cui scriviamo), tutti gli appassionati (e perché no, operatori) del software libero e gli altri interessati alle controversie sui brevetti software avrebbero potuto aver la possibilità di dare un’occhiata in prima persona a come i tribunali statunitensi affrontano i casi di brevetto.
Il caso riguardava quello che la Electronic Frontiers Foundation descrive come un “famigerato troll dei brevetti”, che sta cercando di nascondere informazioni ad Apple, che a sua volta sta facendo causa.
L’avvocato Alexandra H. Moss, direttore esecutivo del Public Interest Patent Law Institute (che sta assistendo l’EFF nel caso) ha sostenuto che l’ordine di un giudice di aprire tutti i documenti e preservare l’accesso del pubblico su questo caso, denominato “Uniloc USA, Inc. v. Apple Inc.” avrebbe dovuto essere accolto.
In poche parole, ciò che la EFF sta tentando di fare è di sbugiardare pubblicamente queste aziende di troll (questa nello specifico ha al momento aperte 170 cause!). Uniloc, dice la EFF, ha il diritto di risolvere la sua controversia sui brevetti in tribunali finanziati con fondi pubblici, ma non ha il diritto di farlo in segreto.
Il motivo? È spiegato in questo laconico comunicato. Per farla breve, e da quel che si capisce, la ragione è sempre la stessa: burocrazia.
Dal comunicato però emerge comunque speranza, e l’augurio è che l’insistenza della EFF pian piano eroda il muro di gomma su cui queste cause si incentrano. Certo, passata questa rimarranno altre 169 cause, dato che è chiaro come l’intento di questi Troll sia chiaramente quello di puntare sui numeri, ma fortunatamente non è ancora detta l’ultima parola, un caso di studio come questo potrebbe costituire un enorme precedente.
Speriamo!
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