Nuovo modulo del Kernel proposto da Samsung per Samba
Abbiamo parlato poco fa della probabile inclusione del driver NTFS di Paragon nel prossimo Kernel, driver che ha generato una certa dose di entusiasmo per il miglioramento di performance attesto rispetto all’attuale implementazione più diffusa, ovvero via FUSE.
Ma un’altra tecnologia importante è sinonimo di coesistenza Windows/Linux: Samba.
Samba è un progetto open-source che esiste fin dagli albori di Linux proprio per raggiungere l’interoperabilità tra i sistemi Windows e quelli Linux. In particolare, l’obbiettivo più importante è sempre stato poter usare un sistema Linux come server di vari sistemi Windows client.
L’esempio più immediato – e diffuso – è la condivisione di una cartella: un server che permette l’accesso via rete di una parte del proprio filesystem, condividendo i file ivi contenuti.
Samba prende il nome da SMB (Server Message Block), ovvero il nome del protocollo su cui si basa questa tecnologia. La relazione tra il protocollo e la condivisione di file è tanto stretta che spesso ci si riferisce solo a quest’ultima parte, tramite un altro acronimo: CIFS (Common Internet File System), che è anche il motivo per cui modulo del Kernel per montare una cartella condivisa si chiama proprio cifs.
Ormai l’implementazione non riguarda più solo la condivisione di file: autenticazione, integrazione con dominio, tanto da poter fare da controller dello stesso, sono tutte capacità già presenti.
Ma, come per NTFS, rimane un problema delle prestazioni. Perché anche Samba è costituito da una serie di programmi che girano in User-Space, cosa che rappresenta una limitazione in tutte quelle situazioni che implicano molte chiamate al Kernel, come proprio l condivisione file.
Samsung sta sviluppando da qualche tempo un modulo che permetta l’integrazione della parte server direttamente in Linux. I programmi di gestione e configurazione già presenti rimarrebbero gli stessi, ma il servizio girerebbe direttamente nel Kernel offrendo prestazioni migliori.
Il progetto si chiama ksmbd, prendendo spunto proprio dal protocollo SMB, al quale aggiunge la “k” perché un modulo del Kernel, e la “d”, perché legato ad un servizio (daemon).
La patch presentata settimana scorsa – e che i nostri informatissimi lettori hanno individuato subito – sembra permettere proprio questo.
Il suo sviluppo è portato avanti in collaborazione proprio con Samba, per permettere l’integrazione delle due componenti.
Nel messaggio stesso sono presenti indicazioni di quanto il lavoro sia a buon punto. Non solo si dice che il servizio è stabile, ma che è già in uso da parte di “compagnie commerciali”:
It has already been used by many other open source toolkits and commercial companies that need NAS functionality. Their issues have been fixed and contributions are applied into ksmbd. Ksmbd has been well tested and verified in the field and market.
È già stato usato da molti altri toolkit open-source e compgnie commerciali che necessitano di funzionalità NAS.
I loro problemi sono stati risolti e i contributi inseriti in ksmbd. Ksmbd è stato ben testato e verificato sul campo e nel mercato.
Una piccola rivoluzione, quindi, è dietro l’angolo. Con anche la possibilità di creare qualche piccolo mostro, come un server Linux per condividere un disco NTFS via ksmbd… Ma d’altronde, la libertà dell’open-source è anche questa!
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2021/08/nuovo-modulo-del-kernel-proposto-da-samsung-per-samba/
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