Ecco la prima versione stabile di Rocky Linux, l’alternativa tutta OpenSource a CentOS
I mesi scorsi vi abbiamo parlato di tutti i problemi di gestione che la mossa di Red Hat nei confronti di CentOS ha creato. Prendere una distribuzione considerata stabile e production-ready come CentOS e trasformarla in una distribuzione Stream (quindi pre-stable) ha scosso tutto quel mondo in cui essa viveva come valida alternativa a Red Hat stessa.
Da questo evento si sono dipanate diverse strade, dalla migrazione ad altre distribuzioni (come Ubuntu o openSUSE), fino alla vera e propria nascita di distribuzioni pensate per riempire il vuoto lasciato dalla mossa dell’azienda del cappello rosso.
Una di queste è Rocky Linux, annunciata praticamente subito dallo stesso sviluppatore che aveva dato alla luce proprio CentOS, a differenza di altre distribuzioni questa non è una semplice “distribuzione Linux compatibile”, bensì viene compilata dagli stessi identici sorgenti utilizzati per compilare Red Hat, rendendola quindi compatibile al 100% con la stessa. E questo è estremamente importante, soprattutto se si desidera eseguire uno fra i tanti software più o meno proprietari che garantiscono -e sfruttano- tutte le feature (e magari qualche bug) proprio di Red Hat stessa.
In questi giorni è stato annunciato il primo rilascio stabile di Rocky Linux 8.4 nome in codice Green Obsidian, basata -ovviamente- su RHEL 8.4 e, per offrire quante più opzioni possibili, oltre al fornire diverse immagini ISO (minimal, dvd, boot e package) per diverse architetture (x86_64 e ARM64) ha reso disponibile fin da subito delle immagini di container (disponibili su Docker Hub e su Quay.io), così come le immagini negli store cloud dell’AWS di Amazon e di Google Cloud Platform.
Al netto di alcuni problemi (al momento sono segnalati problemi con Katello) la distribuzione è praticamente identica alla più famosa RHEL al punto che viene fornito anche il comodo script migrate2rocky che permette di passare senza frizione da altre distribuzioni compatibili (AlmaLinux, CentOS, Oracle Linux ed ovviamente RHEL) a Rocky Linux, mantenendo il proprio sistema e le proprie configurazioni identiche.
Unica grossa assenza? Il Secure Boot. Essendo una funzionalità non di facile implementazione per una nuova distribuzione, al momento la RESF (Rocky Enterprise Software Foundation) ha preferito non inserirne il supporto per uscire in tempo con una valida alternativa.
We know many of you depend on Secure Boot. It is a non-trivial process to get Secure Boot for a new OS. This process is underway and the shim-review process should begin very soon. Rocky Linux 8.4 will initially be released without Secure Boot support enabled, however once the proper packages have been built and signed, a second set of ISOs will be released for the Rocky Linux 8.4 with Secure Boot support.
Sappiamo che molti di voi dipendono da Secure Boot. E’ una processo non banale portare Secure Boot per un nuovo OS. Questo processo è in corso e lo shim-review [la revision che porta all’attivazione di una nuova distro in Secure Boot, ndt.] dovrebbe iniziare a breve. Rocky Linux 8.4 sarà rilasciata inizialmente senza il supporto al Secure Boot abilitato, comunque una volta che i pacchetti corretti saranno creati e firmati, un secondo set di ISO per Rocky Linux 8.4 con il supporto a Secure Boot sarà rilasciato.
Se quindi vi appoggiate a questa tecnologia, ed avete individuato in Rocky Linux la vostra alternativa alla dismissione di CentOS così come la conosciamo oggi, dovrete aspettare ancora un pochino.
Per il resto, perché non iniziare a provarla? La state valutando?
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.
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