Il multi monitor software arriva su Linux grazie a Deskreen
Diverse sono le tecnologie che permettono di utilizzare un dispositivo (smartphone, tablet o computer) come monitor secondario per un altro: da soluzioni native e specifiche come AirPlay, fino a soluzioni di terze parti come DisplayFusion, passando da altre per specifici device come Duet Display.
Due caratteristiche però accomunano -quasi- tutti questi software: sono disponibili per sistemi Mac e/o Windows, e sono proprietarie.
Fortunatamente questa cosa sta cambiando: un nuovo software è recentemente balzato agli onori della cronaca, sia per l’essere completamente open-source che -rullo di tamburi- per essere compatibile nativamente con Linux. Stiamo parlando di Deskreen.
Il software in questione permette, una volta installato, di utilizzare un secondo device -qualunque esso sia- come monitor secondario per il proprio sistema Linux. Questo avviene sulla propria rete locale, motivo per cui è necessario che i due dispositivi siano collegati alla stessa rete, e tramite un browser sul sistema “secondario”, cosa che appunto rende il client “agnostico” rispetto al sistema operativo che utilizza.
Di base il sistema permette di replicare il proprio monitor sul dispositivo, e dal sito viene descritta come oltre al funzionamento p2p sulla rete locale, la connessione è criptata end-to-end, così da evitare sguardi indiscreti, il tutto mantenendo delle performance degne di nota con dei requisiti di sistema abbastanza bassi. Certo, avere una rete wifi bella responsiva è un must. Per utilizzare il client realmente come monitor secondario sarà però necessario andare a dire al nostro pc che un monitor secondario è collegato, e per questo sullo stesso sito di Deskreen consigliano l’acquisto di un Virtual Display Adapter, ovvero di un piccolo connettore da collegare al proprio computer che lo “convince” di avere un secondo display già attaccato alla nostra macchina. E’ comunque un acquisto di una decina di euro, cosa più che accettabile nel caso questa soluzione ci risolva un grosso problema.
Le specifiche sono abbastanza esigue, considerando che richiede circa 200MB per l’installazione, circa 250MB di RAM per eseguirlo e, sul nostro amato OS, supporta qualsiasi CPU. Fanno l’esempio con CPU 1 core ARM, cosa che lo rende totalmente compatibile con il RaspberryPi. Una volta installato la procedura di associazione è estremamente semplice, richiede più di una conferma (cosa che vi assicura ulteriormente sguardi indiscreti), e permette di condividere l’intero schermo o singole applicazioni per un uso più mirato.
L’installer per Linux è disponibile come pacchetto .deb o come AppImage ma, ehi, è un software open-source, se non volete utilizzare questi formati potete sempre scaricare il codice da GitHub e compilarlo per il vostro sistema. Fateci sapere: utilizzate giornalmente software del genere? Questa nuova applicazione vi risolve qualche problema o vi apre a nuovi utilizzi dell’hardware che già avete in casa? Scrivete nei commenti la vostra esperienza!
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