Linux atterra -letteralmente- su Marte grazie alla NASA ed all’OpenSource
E’ oramai risaputo che per quanto riguarda l’esplorazione e la navigazione spaziale il nostro amato sistema operativo abbia un ruolo da protagonista.
Che sia per sistemi esterni o, con le opportune modifiche, adattato a funzionare in real-time, che sia direttamente la NASA o enti esterni come SpaceX, oramai i sistemi Linux nello spazio sono davvero molti.
In questi giorni abbiamo assistito all’atterraggio del nuovo rover Perseverance sul pianeta rosso, rover che ci sta regalando immagini (ed audio) davvero mozzafiato del nostro “vicino” e desertico pianeta.
For the first time ever, we have microphones on Mars! This is the first recorded audio of what it sounds like on the red planet. Amazing!https://t.co/jVCRDP8gcC pic.twitter.com/rTRkXIZtVX
— Jeff Lawson (@jeffiel) February 19, 2021
Ovviamente Linux è stato usato in diversi momenti, ma soprattutto è il cuore del piccolo amico che ha accompagnato il rover, ovvero Ingenuity, un piccolo elicottero autonomo che ha come scopo quello di tentare il primo volo a motore su un pianeta differente dalla terra, cosa che non solo sarebbe un grande traguardo scientifico, ma anche il fondamento stesso di nuove e più avanzate esplorazioni del pianeta stesso.
Nel dettaglio Ingenuity, come indicato in un’intervista con Tim Canham, ingegnere senior del JPL (NASA Jet Propulsion Laboratory), è mosso da F’, un framework per lo sviluppo di sistemi di volo autonomi, che la NASA stessa ha reso open-source qualche anno fa:
It’s kind of an open-source victory, because we’re flying an open-source operating system and an open-source flight software framework and flying commercial parts that you can buy off the shelf if you wanted to do this yourself someday,
E’ un po’ una vittoria dell’open-source, perchè stiamo facendo volare un sistema operativo open-source ed un framework software open-source su componenti (hardware, ndt.) commerciali che si possono comprare in negozio se si volesse replicare la stessa esperienza.
Lato nostro non possiamo che essere entusiasti della cosa, sapere che quello che probabilmente facciamo girare sul nostro computer tutto il giorno non solo “può essere” una soluzione accettabile per una situazione così critica come il volo autonomo su un pianeta alieno, ma è la soluzione “de-facto” scelta da quella che è sicuramente una delle agenzie spaziali più importanti del nostro.
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