No, Red Hat non ha iniziato a distribuire subscription RHEL gratuite a quanti usavano CentOS. Il problema rimane!
Voglia di farsi perdonare o opportunismo? Decisione prevista o cambiamento di rotta? Vai a saperlo, ma la notizia del giorno, che riguarda Red Hat, è questa: con il 2020 sono disponibili delle subscription Red Hat Enterprise Linux gratuite, accessibili a tutti.
Prima di estrarre dal frigo la bottiglia di Dom Perignon Vintage del 2010 però è bene fare qualche precisazione, perché forse la notizia non è poi così eclatante.
Prima precisazione: esisteva già una forma di subscription gratuita, parte del Red Hat Developer Program. Era però limitata ad una singola macchina. La notizia in questo caso è che Red Hat ha esteso le individual developer subscription a sedici (16) sistemi. Quindi, nella sostanza, l’utilizzo di queste subscription risulta ideale per tutti quegli ambienti che Red Hat stessa definisce “small production use cases“. Queste possono essere usate anche negli ambienti cloud.
Seconda precisazione: è stata sì prevista anche una subscription gratuita per i gruppi di sviluppatori, ma dei clienti esistenti. Il cliente in possesso di una (o una serie di) subscription, potrà avere accesso a subscription gratuite per i propri gruppi di sviluppatori.
Di fatto queste mosse del colosso parte di IBM non indirizzano alcuno dei problemi riguardanti gli utenti di CentOS che hanno interi datacenter da migrare, e Red Hat ne è talmente conscia che nel post aggiunge:
We know that these programs don’t address every CentOS Linux use case, so we aren’t done delivering more ways to get RHEL easily. We’re working on a variety of additional programs for other use cases, and plan to provide another update in mid-February.
Sappiamo che questi programmi non si rivolgono a tutti i casi d’uso di CentOS Linux, quindi non abbiamo finito di fornire altri modi per ottenere RHEL facilmente. Stiamo lavorando su una varietà di programmi aggiuntivi per altri casi d’uso, e prevediamo di fornire un altro aggiornamento a metà febbraio.
Le notizie quindi non sono finite qui. Ma è auspicabile non trattenere il fiato nell’attesa, perché di eclatante, verosimilmente, ci sarà poco o nulla. Più che altro perché secondo Red Hat, e questo appare chiaro in qualsiasi affermazione pubblicata dall’azienda del cappello rosso, un utilizzatore di CentOS è sostanzialmente un cliente Red Hat che ancora non ha capito cosa è bene e cosa è male.
L’intento palese e chiaro è come sia nell’interesse di Red Hat fornire subscription gratuite per estendere poi il parco di potenziali clienti. Tutto il resto sono chiacchiere, perché tutto questo non è ciò di cui gli utenti CentOS hanno bisogno per uscire dal problema che Red Hat stessa ha creato.
Beninteso, non si sta criticando l’approccio al business, ci mancherebbe, Red Hat è un’azienda che deve vendere prodotti, il mercato è una guerra ed in amore e guerra tutto e lecito. È solo che in fondo, diciamocelo, da Red Hat ci aspettavamo qualcosa di più rispetto a questo approccio così particolare, così familiare…
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