Dalle schede perforate al cloud: gli utili insegnamenti di un veterano con 45 anni di esperienza nell’informatica
Quando inizi a lavorare in un mondo in cui i processi computazionali di un programma sono definiti su delle schede perforate di cartone o plastica e cerchi di tirare le somme quarantacinque anni dopo, con i tuoi dati su una macchina che tu non hai idea dove sia, gli insegnamenti che puoi dare sono tanti, e preziosi.
È il caso di Joel Goldberg, un informatico neo pensionato, la cui storia è stata raccontata da BTI360, la società per cui lavora(va). Pur lasciandovi il piacere dell’interessante lettura, non possiamo non elencare i punti rilevanti di quelle “lezioni” che Goldberg dice di avere imparato nella sua lunga carriera, in particolare perché sono attualissimi.
Facciamone un elenco.
Fare attenzione alla maledizione della conoscenza. Un concetto essenziale, totale, che andrebbe scritto a caratteri cubitali in qualsiasi luogo di lavoro e che Goldberg riassume in questa frase, totalmente centrata sull’argomento:
When you know something it is almost impossible to imagine what it is like not to know that thing.
When you know something it is almost impossible to imagine what it is like not to know that thing.
Quando conosci qualcosa è quasi impossibile immaginare come ci si sente a NON conoscere quella cosa.
Ed è proprio una maledizione, facilmente evitabile mediante l’empatia.
Concentrarsi sulle fondamenta del proprio mestiere. A dispetto di tecnologie sempre in evoluzione, puntare sul lavoro congiunto, la fiducia, la comunicazione, il consenso, l’automazione dei test e la coerenza nel codice sviluppato permette di rimanere al passo coi tempi senza stress.
Semplicità. Senza ombra di dubbio il mio aspetto preferito. La citazione riportata di Antoine de Saint-Exupery (autore del Piccolo Principe) la spiega nella sua interezza:
Un designer sa di aver raggiunto la perfezione non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere
Cercare prima di capire, e poi di essere capito. Concetto che si applica tanto alle tecnologie, quanto alle persone.
Evitare ogni forma di Lock-in e fossilizzazione su una singola tecnologia, per non precludere evoluzioni ulteriori.
Infine l’ultima, forse la più importante: essere onesti e fare sapere quando non ci si trova bene in un determinato ruolo. L’onestà, alla fine, paga sempre.
Certo, abbiamo raccontato le riflessioni di un veterano del mondi IT, e tantissimi sono gli insegnamenti utili per tutti noi che viviamo in questo mondo.
Forse però la parte più affascinante di tutto questo discorso è che si applica a qualsiasi ambito, non solo professionale.
Ringraziamo Joel augurandogli una magnifica pensione!
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