Perché i dati ministeriali sull’epidemia COVID-19 non sono davvero open data

In questi giorni alcuni attivisti del mondo open data e più specificamente nell’ambito del riuso dei dati pubblici relativi all’emergenza COVID-19 hanno sollevato il problema della poca “apertura” dei dati forniti dal Ministero della Salute, lanciando la petizione #DatiBeneComune.

Sul sito dell’iniziativa (https://datibenecomune.it/) si legge una lettera aperta alle istituzioni con la quale si chiedono cinque specifici interventi nella direzione di una piena apertura dei dati sulla pandemia raccolti e gestiti dal settore pubblico (la cosiddetta public sector information). Riporto i cinque interventi in calce a questo post. Ma in questa sede mi interessa più che altro soffermarmi sull’aspetto che ritengo maggiormente di mia competenza: quello delle licenze d’uso.

Il portale del Ministero dedicato all’emergenza COVID-19 ha in effetti una pagina “note legali” che contiene alcuni riferimenti alle licenze d’uso e che merita qualche commento.

aliprandi licenza ministero salute

La licenza scelta è una Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate, cioè la più restrittiva tra le sei opzioni offerte da Creative Commons e senza dubbio non conforme a tutte le più accreditate definizione di “open”. In altre parole, un contenuto rilasciato con quella licenza non è davvero “aperto” perché permangono una serie di restrizioni come il divieto di utilizzi commerciali e il divieto di farne opere derivate e rielaborazioni, che per altro sembrano non così necessarie su dati pubblici (raccolti con fondi pubblici e raccolti sulla base di una specifica mission istituzionale e non per libera scelta “strategica” di una pubblica amministrazione).

Altro problema: in quel paragrafo i link alla licenza Creative Commons sono due, e aprendoli ci si accorge che in realtà rimandano a due diverse versioni della licenza: il primo a una versione 3.0 unported il secondo a una 2.5 Italia. La differenza non è di pura lana caprina bensì sostanziale, specialmente se applicate ai dati. Quindi ciò può creare discrepanze interpretative su quale sia davvero la volontà del licenziante/titolare dei diritti e quali siano le condizioni che gli utilizzatori devono effettivamente rispettare.

Infine, si noti che, per espressa previsione della pagina “note legali”, la licenza si intende applicata ai testi e ai dati ma restano escluse le immagini, la cui riproduzione è condizionata “all’approvazione scritta del ministero”, rendendo ulteriormente limitato e vincolato il riutilizzo dei documenti che necessariamente contengono anche immagini (pensiamo a grafici e infografiche). Tutto il discorso ovviamente vale se si dà per acquisito che si tratti di dati aggregati e anonimizzati (come mi auspico sia), per i quali quindi non si pongono problemi di gestione/tutela della privacy.

E fin qui mi sono limitato appunto all’aspetto legale. L’openness di un dato però dipende anche da aspetti di natura tecnologica e ontologica. Su questo aspetto però lascio volentieri la parola a persone più esperte di me.

_________________________

I CINQUE INTERVENTI RICHIESTI DA DATIBENECOMUNE.IT

  • rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato). Fare lo stesso per tutti i dati che alimentano i bollettini con dettaglio regionale, provinciale e comunale, della cosiddetta Sorveglianza integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati relativi ai contagi all’interno dei sistemi, in particolar modo scolastici. Tutti i dati devono riportare la data di trasmissione e aggiornamento;
  • rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato;
  • recepire nella gestione, pubblicazione e descrizione dei dati tutte le raccomandazioni della task force “Gruppo di lavoro 2 – Data collection and Infrastructure“, presenti nel documento “Analisi dei flussi e mappatura delle banche dati di interesse per la task force dati per l’emergenza COVID-19”;
  • nominare un/a referente COVID-19 su dati e trasparenza e un/a referente per ogni regione, a cui la società civile possa fare riferimento;
  • istituire un centro nazionale, in rete con omologhi centri regionali, dedicato ai dati Covid, che non solo imponga standard e formati, ma che coordini e integri nuovi sistemi di raccolta e individui le criticità in quelli esistenti.

Fonte: http://aliprandi.blogspot.com/2020/11/dati-ministero-epidemia-covid19-non-opendata.html

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Se vuoi sostenerci, puoi farlo acquistando qualsiasi cosa dai diversi link di affiliazione che abbiamo nel nostro sito o partendo da qui oppure alcune di queste distribuzioni GNU/Linux che sono disponibili sul nostro negozio online, quelle mancanti possono essere comunque richieste, e su cui trovi anche PC, NAS e il ns ServerOne. Se ti senti generoso, puoi anche donarmi solo 1€ o più se vuoi con PayPal e aiutarmi a continuare a pubblicare più contenuti come questo. Grazie!

Hai dubbi o problemi? Ti aiutiamo noi!

Se vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.
Se vuoi ricevere supporto per qualsiasi dubbio o problema, iscriviti alla nostra community Facebook o gruppo Telegram.
Cosa ne pensi? Fateci sapere i vostri pensieri nei commenti qui sotto.
Ti piace quello che leggi? Per favore condividilo con gli altri.
Amazon Music
Scopri le ultime offerte per dischi ssd su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per memorie RAM DDR su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Chromebook su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Raspberry su Acquista su Amazon

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.