Bluetooth, falla BleedingTooth anche su Linux. Intel:”Aggiornate il kernel!”

Google ha svelato i dettagli riguardanti una grave falla dello stack Bluetooth: sono coinvolte tutte le versioni del kernel Linux precedenti a Linux 5.9 che supportano BlueZ.

La falla si chiama BleedingTooth (CVE-2020-12351) e permette a un hacker di prendere il controllo completo di un dispositivo. Altri problemi per il Bluetooth dunque, dopo che i ricercatori della Purdue University avevano scoperto la vulnerabilità Blesa.

Bluetooth, falla BleedingTooth

bluetooth linux google bleedingtooth

A scovare questo buco è stato un ingegnere di Google, Andu Nguyen. Come funziona? Sfrutta una vulnerabilità del protocollo BlueZ, usato in Linux, sui Chromebook, sui router e su alcuni dispositivi IoT. Non sono però coinvolti i device Android. L’attacco non richiede un errore da parte della vittima, viene attuato tramite un chip Bluetooth appositamente programmato. Non è un problema da poco, anzi: BleedingTooth ha un grado di severità pari a 8,3 su 10 (CVSS Base Score: 8.3 High). La gravità è anche data dall’enorme diffusione della falla, vi basti sapere che affligge tutti i sistemi operativi Linux dalla versione 2.4.6 alla 5.8.

Linux 5.9 risolve il problema ma non è una LTS release: è stato annunciato da Linus Torvalds da una decina di giorni fa ed è già disponibile la prima point release. Vista la gravità del problema Intel ha raccomandato gli utenti del pinguino di aggiornare i propri sistemi.

Bleeding Tooth

[embedded content]

La falla Zero Click richiede che l’attacante si trovi vicino al dispositivo Bluetooth da attaccare secondo Francis Perry (Product Security Incident Response Team, Google). A quel punto, sfruttando la vulnerabilità di BlueZ, è possibile scalare i privilegi di sistema prendendo il controllo del device.

Un attaccante a breve distanza dalla vittima deve conoscere il bd address del dispositivo bersaglio. A questo punto può inviare un pacchetto l2cap causando un denial of service oppure l’esecuzione di codice arbitrario.

Nguyen ha mostrato la falla usando un Dell XPS 15 con Ubuntu (video sopra): è stato in grado di aprire la calcolatrice su un secondo laptop posto di fianco al suo. Google ha anche pubblicato il codice per un possibile exploit su GitHub.

BlueZ è al lavoro per rilasciare un fix per il kernel Linux, fix che dovrebbe chiudere anche altre due vulnerabilità minori connesse a questa (CVE-2020-12352 e CVE-2020-24490).

sharing-caring-1

Seguiteci sul nostro canale Telegram, sulla nostra pagina Facebook e su Google News. Nel campo qui sotto è possibile commentare e creare spunti di discussione inerenti le tematiche trattate sul blog.

Fonte: https://www.lffl.org/2020/10/bluetooth-falla-bleedingtooth-anche-su-linux-intelaggiornate-il-kernel.html

Visited 6 times, 1 visit(s) today
Se vuoi sostenerci, puoi farlo acquistando qualsiasi cosa dai diversi link di affiliazione che abbiamo nel nostro sito o partendo da qui oppure alcune di queste distribuzioni GNU/Linux che sono disponibili sul nostro negozio online, quelle mancanti possono essere comunque richieste, e su cui trovi anche PC, NAS e il ns ServerOne. Se ti senti generoso, puoi anche donarmi solo 1€ o più se vuoi con PayPal e aiutarmi a continuare a pubblicare più contenuti come questo. Grazie!

Hai dubbi o problemi? Ti aiutiamo noi!

Se vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.
Se vuoi ricevere supporto per qualsiasi dubbio o problema, iscriviti alla nostra community Facebook o gruppo Telegram.
Cosa ne pensi? Fateci sapere i vostri pensieri nei commenti qui sotto.
Ti piace quello che leggi? Per favore condividilo con gli altri.
Amazon Music
Scopri le ultime offerte per dischi ssd su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per memorie RAM DDR su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Chromebook su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Raspberry su Acquista su Amazon

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.