KDE potrà usare systemd per l’avvio
Un articolo di David Edmundson, sviluppatore KDE di lungo corso, racconta di come, e perché, abbia iniziato la revisione del codice del diffuso desktop environment (DE) per permetterne l’avvio tramite systemd. Il post è davvero dettagliato e interessante, ma non scende troppo nel tecnico: risulta una piacevole lettura.
Sintetizzandolo molto, la questione è semplice: l’avvio di un DE prevede una serie di programmi e di azioni da fare in sequenza, con un groviglio di dipendenze che è difficile gestire. Prima del suo intervento KDE risolveva la questione con un programmone (ksmserver
) che si occupava di fare le cose una dietro l’altra, ma lo svantaggio principale è la poca flessibilità: per poter cambiare un comportamento, inserire o togliere qualche passaggio, l’unica è andare a modificare il codice sorgente. Di certo, non alla portata di tutti, e prono a problemi ed errori.
Confrontandosi con alcuni sistemisti è diventata chiara una cosa: il programmone per gestire avvii e dipendenze (ormai) è diffuso e disponibile praticamente su ogni distribuzione Linux, ovvero systemd
. E in effetti systemd
è nato proprio per questo: avvio simultaneo dei servizi, con file di configurazione che possano stabilire l’ordine, indicare dipendenze e precedenze, ma anche impostare limiti e dettagli per l’esecuzione sfruttando specifiche del Kernel Linux come i CGroup.
Bisognava solo spezzettare nelle sue componenti il programmone attuale, ognuna specifica per un pezzetto di avvio, e dire a systemd in che ordine chiamarle. Approccio KISS ordinario, ironicamente.
Facile no? No. Perché i singoli pezzi devono comunicare l’un l’altro, usando variabili d’ambiente impostate da un altro pezzetto prima. Cosa che finché l’ambiente è uno solo, un unico programma, è più o meno implicito sia così, ma quando si avviano i pezzetti in maniera indipendente ognuno ha il suo ambiente con le sue impostazioni.
Difficile ma non impossibile, in un paio d’anni David Edmundson è riuscito a fare esattamente questo, e nel processo ha scovato molti punti di miglioramento o bug veri e propri. E, con la versione 5.21 in uscita a breve, sarà possibile scegliere di usare systemd per avviare la propria sessione di KDE. Qui lo schema delle dipendenze (preso dal post): capirete al primo sguardo la complessità del lavoro svolto. Complimenti!
Sì, lo sappiamo: systemd
non piace ad alcuni. Ma c’è, e tanti lo stanno accettando, se non addirittura apprezzando, per i suoi lati positivi.
I detrattori sostengono che sia troppo totalizzante, andando oltre le competenze previste per un gestore di processi. Noi non vogliamo prendere posizione su questo, in quanto – di fatto – sono valutazioni.
Quello che a noi interessa è la possibilità di scelta dell’utente, e in questo l’integrazione di KDE con systemd è molto diversa da quanto fatto per GNOME: systemd non sarà una dipendenza di KDE, ma una possibilità di avvio. Rimarrà (almeno per un po’) il sistema attuale, basato su script, ma (dice Edmundson) sulla carta i due sistemi faranno le stesse cose con gli stessi tempi: semplicemente si potrà scegliere il direttore d’orchestra.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2020/10/kde-potra-usare-systemd-per-lavvio/
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