Huawei, regina di guadagni sui brevetti, si unisce ad OIN, consorzio di protezione dei brevetti OpenSource americano
Già prima di questo momento storico complicato i rapporti tra U.S.A. e Cina non erano dei migliori, tra minacce ed embarghi abbiamo spesso parlato di come mano a mano si stia profilando uno scenario diverso, in particolare in ambito software dei dispositivi mobili, sulla scacchiera del mercato I.T., in generale a beneficio di Linux e del mondo open-source.
Alla luce della situazione Covid19 ci si aspetterebbe, se possibile, un aggravamento ulteriore dell’effettiva tenuta dei rapporti. Poco di quanto detto dal presidente americano (con le velate accuse alla Cina anche in merito alla diffusione del virus) pare smentire questo andazzo, ed è proprio per questo che stupisce leggere della notizia riportata da ZDNet: il colosso cinese Huawei, dominatore o quasi del mercato mobile mondiale, ha aderito al consorzio americano OIN.
Cosa c’è di particolare in questo? OIN, Open Invention Network, è un consorzio dedicato alla protezione dei brevetti in ambito open-source. Cosa ancor più particolare: Huawei ha incassato dal 2001 ben sei miliardi di dollari da brevetti controllati, l’80% dei quali pagato da aziende americane.
Come si colloca quindi la posizione di Huawei con la sua partecipazione al consorzio che nasce proprio per proteggere dalla pratica di acquisire guadagni derivanti da brevetti “facili”?
In realtà, a leggere le affermazioni dei vari protagonisti, lato Huawei e OIN, tutto è normalissimo. Non solo, per l’azienda cinese ci sono diversi riconoscimenti per l’impegno espresso verso l’open-source, espressi da Jim Zemlin, direttore della Linux Foundation:
Huawei is consistently a top contributor to the Linux Kernel, other key open-source projects, and is a Platinum member of the Linux Foundation. By joining the Open Invention Network community, Huawei is further demonstrating its strong support for defending open source and open collaboration.
Huawei è costantemente uno dei massimi contributori per il Kernel Linux ed altri progetti chiave open-source, oltre ad essere membro Platinum della Linux Foundation. Unendosi alla community OIN Huawei dimostra ulteriormente la volontà di difendere l’open-source e la collaborazione aperta.
Gli fa eco Jianxin Ding, a capo della Global Intellectual Property di Huawei:
By joining the OIN, we are showing our continued commitment to innovation, and supporting it with patent non-aggression in Linux and other core open source projects.
Uninendoci alla OIN stiamo dimostrando il nostro impegno verso l’innovazione, supportandola attraverso la non aggressività dei brevetti in Linux e in altri progetti open-source.
Una nota a margine molto importante: partecipando alla OIN qualsiasi azienda si impegna a pubblicare tutti i propri brevetti (se ne ha) e ricevere in cambio l’accesso ai brevetti gestiti dalla OIN e da tutti i suoi membri, senza costi.
Tutto normale? Sembrerebbe proprio di sì. Anzi, vien quasi da pensare come, verosimilmente, per Huawei convenga molto di più cedere i propri brevetti in virtù del tesoro rappresentato da quelli in possesso della OIN.
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