Thunderbird passa a MZLA Technologies Corporation: sempre Mozilla ma con più libertà
Circa un anno fa eravamo a raccontarvi come il progetto Thunderbird stesse risorgendo, presentandosi finalmente vivo nel 2019, soprattutto grazie alle donazioni degli utenti a Mozilla.
Quel risveglio, però non sembrava ancora completo, o almeno finora.
Il 28 gennaio il team di sviluppo ha annunciato un cambio societario: il progetto non farà più riferimento alla Mozilla Foundation direttamente, ma ad una sua sussidiaria creata apposta, chiamata MZLA Tecnhologies Corporation. Nome un po’ pomposo, ma la sostanza è che Thunderbird ora ha una società tutta sua per poter gestire anche la parte finanziaria.
Questo cambiamento, pur non modificando il proprietario effettivo, potrebbe avere invece degli impatti operativi importanti. Dall’annuncio ufficiale:
Moving to MZLA Technologies Corporation will not only allow the Thunderbird project more flexibility and agility, but will also allow us to explore offering our users products and services that were not possible under the Mozilla Foundation. The move will allow the project to collect revenue through partnerships and non-charitable donations, which in turn can be used to cover the costs of new products and services.
Spostarsi in MZLA Technologies Corporation garantirà al progetto Thunderbird non solo più flessibilità e agilità, ma ci permetterà anche di valutare un’offerta per i nostri utenti di prodotti e servizi che non possibile sotto la Mozilla Foundation. Il passaggio permetterà al progetto di incassare ricavi attraverso partnership e donazioni non-caritatevoli [le donazioni caritatevoli sono deducibili dalle tasse in U.S.A., N.d.T.], che in cambio potranno essere usate per coprire i costi di nuovi prodotti e servizi.
Il tentativo di rendere Thunderbird un prodotto più appetibile commercialmente è evidente. Tanto che il sito dedicato alle donazioni è già stato aggiornato – e rende ben chiaro il cambiamento della natura delle donazioni, cosa fondamentale per il conteggio delle tasse in America.
Nell’annuncio viene specificato più volte il concetto di “prodotto” e “servizio”, che legato a quanto letto poco fa potrebbe far venire il dubbio che si punti ad prodotto da vendere, né più né meno di quanto faccia Microsoft con Outlook. Ma noi rimaniamo fiduciosi che possano essere offerti a pagamento solo delle aggiunte non indispensabili, lasciando l’uso libero come ora. D’altronde, proprio nel sito dedicato alle donazioni si rivendica il carattere libero e open-source del progetto: negarlo sarebbe uccidere il progetto stesso.
Rimaniamo in attesa di vedere quali novità questa nuova collocazione societaria possa portare. Intanto, leggeremo qualche mail! 😉
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