Cosa ha definito l’ultimo decennio dell’opensource?
Siamo alle battute finali, e con questi ultimi giorni che ci separano all’ufficiale chiusura del decennio, è giusto sedersi e fare un attimo il punto per capire quali sono state le novità in qualche modo stravolgenti di questi ultimi anni.
Già perchè se alcune delle tecnologie che, in un modo o nell’altro, utilizziamo tutti i giorni ci sembrano oramai sulla piazza da sempre, fa specie pensare che alcune di queste dieci anni fa non erano ancora disponibili (o comunque non in maniera così comoda).
Per iniziare non possiamo non citare Docker! Seppur i container Linux fossero in giro da parecchio, e che di fatto lo stesso Docker usa tecnologie del kernel presenti da una vita, è impressionante pensare che è stato presentato al pubblico solo nel 2013, meno di 7 anni fa! E, nel frattempo, l’azienda costruita intorno a questa tecnologia ha fatto in tempo a nascere, crescere e venire acquistata!
E, sulla stessa onda di Docker, anche quello che oramai sta definendo l’orchestrazione dei container ricade in questa categoria: Kubernetes. L’applicazione così come la conosciamo è stata presentata a Giugno 2014, meno di 6 anni fa, ed in questi 6 anni ha rivoluzionato l’erogazione dei sistemi!
Ma il mondo open-source non è fatto solo di server e di orchestratori di container, anche i nostri amati portatili e desktop hanno visto particolari rivoluzioni. Proprio in tal senso, e che possa piacere o meno, GNOME 3 è stato rilasciato ad Aprile del 2011, cambiando per prima il paradigma classico del desktop ed orientandosi più ad un ambiente touch friendly e minimalista. Un cambio così radicale da essere criticato da molti utenti, ma che -seppur involontariamente- ha spinto progetti come Cinnamon, MATE e Deepin a nascere ed affermarsi come ottime alternative.
Se guardiamo però all’open-source in maniera più ampia non possiamo evitare di notare che, sempre nel 2011, un altro veicolo (proprietario) che ha portato però un cuore open-source nelle case di molti è stato Chrome OS. Sviluppato da Google e rilasciato nel Giugno del 2011, per quei paesi in cui internet è facilmente reperibile ovunque ha impostato una fascia di computer molto apprezzati, i Chromebooks.
Altra novità presente già da prima ma che si è affermata e diventata di uso comune dal 2013 in avanti sono i dispositivi IoT. Da dispositivi connessi a prese smart, passando da sistemi di assistenza vocale a webcam intelligenti, questi apparati connessi costantemente ad internet hanno una cosa in comune: un cuore Linux che, grazie alla sua malleabilità, gli ha permesso di prendere piede come base de-facto per qualsiasi dispositivo.
Abbiamo il nostro desktop GNOME 3, abbiamo il nostro router intelligente basato su Linux, ora ci servirebbe qualcosa per qui lavori (più o meno interessanti) di ufficio, e quale soluzione open-source migliore di LibreOffice? Nato dalle ceneri di OpenOffice, a sua volta risorto da StarOffice) da Gennaio 2011 LibreOffice ha portato su tutti i nostri amati dispositivi una suite da ufficio completa.
E, come LibreOffice ha fatto per OpenOffice, Firefox Quantum ha riportato in vita il famoso browser che, da un lato attaccato da Chrome, dall’altro oramai un po’ troppo ingombrante e pesante, nel Novembre 2017 ha dimezzato i tempi di caricamento delle pagine, ridotto l’uso di memoria e riportato il prodotto di Mozilla sull’onda, facendolo piazzare ad un ottimo secondo posto tra i browser più usati al mondo.
Ovviamente tante altre tecnologie sono decollate e sono, oramai, di uso comune e, sinceramente, è difficile trattarle tutte in un singolo articolo. Certo è che risulta sempre interessante ripercorrere quanto successo e, perché no, solo immaginare cosa ci porterà il prossimo decennio.
Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2019/12/cosa-ha-definito-lultimo-decennio-dellopensource/
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