Anche in Fedora si parla di limitare l’impegno per i 32-bit

Tux Fedora

Qualche giorno fa vi parlavamo della scelta di Canonical di rimuovere il supporto ai 32-bit dalla prossima release, e del conseguente cambio di direzione dopo la presa di posizione di Valve per la piattaforma Steam.

Ebbene, anche in quel di Fedora si sta valutando una cosa simile, ma cercando di approcciare la faccenda in maniera più “morbida”.

Il problema è questo: quando sarà rilasciata Fedora 31 i processori a 64 bit, oramai lo standard per l’architettura x86, compiranno 16 anni ed un po’ tutte le community stanno valutando se considerando l’eta’ e che -sempre limitatamente a quell’architettura- oramai è difficile, se non impossibile, vedere nuovi processori a 32 bit, è necessario ancora spendere del tempo prezioso a mantenere il supporto, tempo che potrebbe essere speso per migliorare gli attuali 64 bit.

Però l’approccio è un pò diverso: invece di annunciare semplicemente di zappare via un intero “bittaggio” di supporto -per poi fare marcia indietro- Fedora rimette la scelta alla community; già in passato, prima della release di Fedora 27 era stato discusso l’abbandono dei 32 bit, ma un SiG (Special Interest Group – sottogruppi della community che si formano per mantenere in piedi specifiche features) fu formato per garantirne il supporto –anche se il rilascio ufficiale ha tardato qualche giorno-; ora che questo gruppo risulta “dormiente” da tempo, si rivaluta questa possibilità.

L’idea, come proposta dallo sviluppatore del kernel Justin Forbes, sarebbe applicabile a partire da Fedora 31 e solo se approvata da una commissione ad-hoc; quello che si prevede è di smettere di supportare il kernel, mantenendo però qui software e librerie già presenti a 32 bit al fine di garantire compatibilità con i software che le sfruttano.

The i686 kernel is of limited use as most x86 hardware supports 64-bit these days […] When issues are found, it is often a long time before they are fixed because they are considered low priority by most developers upstream. This can leave other architectures waiting for important updates, and provides a less than desirable experience for people choosing to run a 32-bit kernel. With this proposal, the i686 kernel will no longer be built. A kernel headers package will still exist, and all 32-bit packages should continue to build as normal. The main difference is there would no longer be bootable 32-bit images.

Il kernel i686 ha un uso limitato poichè la maggior parte dell’hardware x86 oramai supporta i 64-bit […] Quando vengono trovati problemi, avviene di solito molto tempo prima che essi siano poi sistemati, poichè vengono considerati a bassa priorità dalla maggior parte degli sviluppatori upstream. Questo lascia altre architetture in attesa di aggiornamenti importanti, e fornisce un’esperienza meno che piacevole per le persone che eseguono il kernel a 32-bit. Con questa proposta, il kernel i686 non verrà più compilato. Un pacchetto con gli header del kernel continuerà ad esistere, e tutti i pacchetti 32-bit dovrebbero continuare ad essere compilati normalmente. La differenza è che non ci saranno più immagini avviabili a 32-bit.

Sembra si cerchi di salvare capra e cavoli, andando a liberare sviluppatori del kernel dall’onere di dover sistemare bug o fare il porting di nuove feature su un kernel oramai -quasi- in disuso, senza limitare l’esperienza dell’utente finale che, magari, qualche software che gira a 32-bit ha necessità di eseguirlo.

Insomma, nulla di deciso ancora, poichè questa commissione ancora dovrà discutere, ma potrebbe essere la mossa giusta per affrontare la questione e, piano piano, ribilanciare l’impegno degli sviluppatori su quello che viene utilizzato di più dalla user base.

Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2019/06/anche-in-fedora-si-parla-di-limitare-limpegno-per-i-32-bit/

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