Washington invita gli alleati a non usare HUAWEI e ZTE
Dopo i rumors di ieri, sembra ad oggi assodata la campagna del governo USA contro Huawei, che si aggiunge a quella contro ZTE già finita nel mirino tempo fà e apparentemente risolta, ovvero ai 2 maggiori produttori cinesi di cellulari e sistemi telecom.
Quindi chiudere le porte ai 2 marchi cinesi affidandosi a produttori e sistemisti europei come Ericsson e Nokia ad esempio e americani come Cisco? Chissà.
Huawei, principale bersaglio dell’offensiva Usa, vende in Italia telefonini, centraline, router e altri apparati a migliaia di aziende e a tutti i gestori tlc, a partire da Tim. Inoltre c’è tecnologia Huawei in tutti i 16 mila uffici postali italiani. I prodotti cinesi sono affidabili, costano meno e l’azienda è disponibile ad adattarli alle esigenze dei grandi clienti.
Sembra che alla base di tutto ci sia oltre all’economia e alla politica, la sicurezza: nel mondo digitale tutto ciò che è gestito elettronicamente è esposto a spionaggio e sabotaggi informatici. Che possono partire dall’interno del sistema se qualche sua componente viene da industrie di un Paese avversario. Huawei afferma di non aver mai spiato né sabotato ma è sotto l’influenza del governo cinese che è il grande burattinaio.
Huawei e Zte in USA hanno già incassato il pollice verso di Cia, Fbi e Nsa. Le loro apparecchiature sono vietate alle agenzie governative e ai contractor. Huawei oltreoceano fatica anche a commercializzare i suoi smartphone che non può vendere attraverso le compagnie telefoniche. La compagnia di Shenzhen, inoltre, è stata esclusa dallo sviluppo del 5G in Australia.
L’amministrazione americana, secondo indiscrezioni, ha organizzato briefing con esponenti governativi e del settore delle telecomunicazioni di numerosi Paesi – tra i quali Italia, Germania e Giappone – e lanciato una campagna di pressione perché mettano di fatto al bando le tecnologie del gruppo asiatico, soprattutto di nuova generazione. Denunciando legami dell’azienda con le autorità di Pechino, Washington accusa i prodotti Huawei di creare rischi di cybersecurity, sia sul fronte militare che industriale.
Huawei, il 2° produttore mondiale di smartphone alle spalle di Samsung, ha smentito i sospetti americani filtrati sulla stampa e invitato i Paesi sotto pressione e resistere.
Ma perché da Washington hanno messo l’altolà al colosso cinese? Secondo le indiscrezioni che circolano negli ambienti dell’Intelligence e che arrivano da Pechino, Huawei sarebbe l’unica società che si sarebbe rifiutata di dare le chiavi di decriptazione dei suoi sistemi alla Nsa e questo significa che gli Stati Uniti non riescono a controllare in alcun modo i telefoni e i sistemi di Huawei.
Ecco forse spiegato tanto accanimento!
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