Robot Medusa sorveglieranno la barriera corallina

By Alessandro Rossano

Il robot medusa passa facilmente attraverso piccoli spazi

La notizia giunge dalla Florida Atlantic University dove le speciali meduse sono state progettate ed assemblate con cura e riguardo per l’ambiente.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Lo speciale drone subacqueo che l’Università della Florida ha disegnato vuole rispecchiare in tutto e per tutto l’aspetto di una Medusa Quadrifoglio, scientificamente detta Aurelia Aurita, nel suo stadio larvale. Gli sforzi degli scienziati in tal senso sono tesi ad evitare che la flotta di droni possa in qualche modo interferire con l’habitat protetto.

Inoltre, secondo il Professor Erik Engeberg: “un comune drone sottomarino utilizzerebbe delle eliche per muoversi sott’acqua che potrebbero facilmente finire per impattare con gli elementi della barriera corallina, causando danni anche irreparabili all’ambiente circostante.”

“Il corpo morbido del robot medusa può evitare questi problemi grazie al suo poco ortodosso design e alla sua strategia di locomozione, tutta ispirata alla biologia.”

Fonte: Florida Atlantic University

I robot sono stati progettati per spostarsi utilizzando delle pompe che muovono gli 8 tentacoli in silicone, generando così un movimento realistico di propulsione subacquea.

Altri ricercatori provenienti da diverse università hanno precedentemente progettato robot sottomarini o a forma di medusa, ma quello della Florida Atlantic University è il primo del suo genere ad avere delle dimensioni così contenute (misurando solo 20 cm di diametro) ed una qualità costruttiva ecosostenibile.

Le finte meduse possono anche nuotare “offline” cosa che le metterebbe a rischio di scomparsa, ma fortunatamente sono equipaggiate con sistemi di rilevazione così che possano essere recuperate al termine del loro utilizzo.

Quando le apparenze ingannano

Uno dei maggiori rischi nell’utilizzo di questa forma per i droni subacquei resta quello del pericolo biologico. Infatti, i droni potrebbero essere confusi per vere meduse da parte delle specie che vi si nutrono, come ad esempio le tartarughe o i mammiferi marini. L’ingestione di un tale drone potrebbe comportare gravi complicanze per questi esseri viventi se non addirittura la morte. Il professor John Turner, biologo marino della Bangor University, suggerisce di aggiungere un segnale acustico di pericolo oppure dotare il drone di un “sapore sgradevole” così da scongiurare eventuali rischi biologici.

Che questa fosse l’era dei droni ormai era ben noto, ma che avremmo visto questi dispositivi aleggiare nel mare come vere meduse è una vera sorpresa. Ma state pure tranquilli, se un giorno troveremo una medusa robot nei nostri mari saremo certi per lo meno che non potrà pungerci!

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