Il bon ton di Scratch: etica ed educazione di questo linguaggio

Con l’uso sempre più frequente di Scratch, il linguaggio di programmazione ispirato dalla teoria costruzionista dell’apprendimento e sviluppato per l’insegnamento della programmazione, da buon Open Source Evangelist ho reputato indispensabile scrivere alcune righe per spiegare i principi morali alla base di questo progetto e come seguirlo: ecco il bon ton di Scratch.

Il bon ton di Scratch

Prima di tutto un concetto base, la filosofia dietro Scratch è la stessa del Software libero. Un software è definito libero se rispetta le 4 libertà principali:

  1. Libertà di utilizzare il software per qualsiasi scopo;
  2. Libertà di studiare il codice sorgente;
  3. Libertà di poter condividere il software;
  4. Libertà di modificare e ridistribuire il software realizzato.

Tutte le persone che decidono che il proprio progetto è Libero dicono che chiunque può utilizzarlo, studiarlo, condividerlo, modificarlo e condividere una versione modificata del proprio progetto.

Credo che assegnare una licenza libera ad un progetto voglia dire aggiungere all’ovvio valore economico un valore etico, permettendo ad un’altra persona di realizzare il proprio progetto partendo da qualcosa di già esistente.

Appoggiare il Software Libero significa credere che la conoscenza sia il valore più importante che si possa condividere.

Due errori molto comuni

Prima di approfondire Scratch meglio chiarire due punti che molto spesso creano molta confusione.

Libero ma non per forza gratuito

Molto spesso si pensa che il Software libero significhi per forza che sia gratuito, questo è falso, un software libero può essere venduto, l’importante è che rispetti le regole elencate prima.

Richard Stallman, uno dei maggiori esponenti del Software libero per esempio ha realizzato emacs, un editor di testi avanzato, ha reso disponibile gratuitamente la versione base del progetto, vendendo versioni personalizzate anche queste come Software Libero.

Ma sul guadagno con il Software libero ne ho parlato in un altro articolo.

Il Copyright è importante

Quando è nata la filosofia del Software Libero venne coniato il termine Copyleft, in cui Right sta a diritto e Left per permesso.

Possiamo dire che il Copyright significa “Quest’opera è mia, dato che è mia solo io posso vederne il codice sorgente, posso modificarla e posso condividerle “.

Con il Copyleft la filosofia è diversa: “Quest’opera è mia, ed essendo mia ti permetto di utilizzarla come preferisci, di modificarla e di condividerla“, ovviamente con delle condizioni, nella maggior parte dei casi, le opere derivate devono avere una licenza simile e citare l’autore della fonte.

Parliamo di Scratch

Scratch è un linguaggio di programmazione sviluppato dal gruppo Lifelong Kindergarten del MIT Media Lab, in piena filosofia del Software Libero, le licenze su cui si basa sono la GPL v2 e la Scratch Source Code License, una licenza da loro sviluppata, entrambe con le 4 libertà del Software Libero.

Il motto di Scratch è “impara, programma e condividi” e per questo tutti i progetti dentro Scratch sono rilasciati con la licenza Creative Commons chiamata “Share-Alike“.

Creative Commons Share-Alike

Prima di citare il bon ton di Scratch, bisonga ricordare che ogni nostro progetto nella piattaforma Scratch quindi è protetto da una licenza, chiamata Share-Alike, ovvero “Condividi allo stesso modo”, vediamo quali sono i nostri diritti e doveri.

Con questa licenza sei libero di:

  • Condividere — riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare questo materiale con qualsiasi mezzo e formato
  • Modificare — remixare, trasformare il materiale e basarti su di esso per le tue opere
    per qualsiasi fine, anche commerciale.

E ovviamente ci sono delle regole:

  • Attribuzione — Devi riconoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza e indicare se sono state effettuate delle modifiche. Puoi fare ciò in qualsiasi maniera ragionevole possibile, ma non con modalità tali da suggerire che il licenziante avalli te o il tuo utilizzo del materiale.
  • StessaLicenza — Se remixi, trasformi il materiale o ti basi su di esso, devi distribuire i tuoi contributi con la stessa licenza del materiale originario.
  • Divieto di restrizioni aggiuntive — Non puoi applicare termini legali o misure tecnologiche che impongano ad altri soggetti dei vincoli giuridici su quanto la licenza consente loro di fare.

Questa è la fonte e la pagina di questa licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/

Il bon ton di Scratch

Vediamo un po’ quali sono le regole scritte e non scritte che rendono la comunità di Scratch una delle più grandi ed apprezzate al mondo.

Pensiamo che ci sono oltre 5 milioni di progetti, 420 mila utenti attivi, oltre 1 milione di utenti occasionali e 10 milioni di visitatori al mese.

Ricordiamoci le regole della licenza:

  • Il nostro remix sarà rilasciato sempre con la licenza Share-Alike;
  • Non possiamo aggiungere ulteriori restrizioni al nostro remix;
  • Riconosciamo e menzioniamo l’autore del remix.

Il bon ton di Scratch:

  • I nostri progetti nascono dal lavoro di altri, citiamo e ringraziamo sempre la fonte dei nostri Remix;
  • La potenza del Software libero è la comunità, quando possiamo, diamo una mano a chi sta imparando;
  • Ricordiamoci che quello che per noi può essere semplice per alcuni può essere complesso, scriviamo una piccola descrizione tecnica al nostro progetto;
  • Oltre a dare una mano è importante anche saper chiedere aiuto, e scratch ha diverse comunità dove poterlo chiedere, come il forum o StackOverflow;
  • A qualcuno può essere utile il tuo lavoro? Avvisa la persona a cui può interessare il tuo progetto.

Il bon ton di Scratch in Open Source

Scrivendo queste poche e semplici regole ho pensato che sarebbe stata una cosa interessante creare un documento collaborativo in cui migliorare ed aggiungere nuove regole.

Ecco nel mio profilo GitHub il bon ton di Scratch, ovviamente in formato libero: link.

L’articolo Il bon ton di Scratch: etica ed educazione di questo linguaggio proviene da Matteo Enna.

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