Google Foto, che figura! Persone di colore scambiate per gorilla

By Jessica Lambiase

Selezione_139

Che scimmie e gorilla siano i diretti antenati del genere umano ce lo insegnano alle scuole elementari e che la teoria evoluzionistica di Darwin non abbia sbagliato è un dato di fatto; è anche vero che dalle scimmie noi uomini ereditiamo sia alcuni tratti somatici che qualche piccolo modo di fare, ma da qui a sentirsi dar del gorilla da una delle multinazionali più potenti del mondo di acqua sotto ai ponti ne passa un bel po’.

Eppure è successo, quanto stiamo per raccontarvi vi farà sorridere: è un caldo giorno di Giugno, quando un ragazzo di colore scatta dei selfie con la sua fiammante app Google Foto immortalando se stesso e la sua fidanzata; fin qui tutto bene, se non fosse che il riconoscimento automatico di Google Foto – funzionalità per altro ancora abbastanza giovane – contrassegna entrambi come gorillas.

Si, come potete vedere dallo screenshot postato su Twitter da Jacky all’interno della galleria le foto appaiono sotto la categoria Gorilla:

Che abbia scambiato lui o lei per gorilla (o entrambi) poco importa, la frittata e la figuraccia son servite! Ma Google non è rimasta con le mani in mano e, per voce del capo alle relazioni sociali Google+ Yonatan Zunger, ha prontamente chiesto scusa alla coppia chiedendo successivamente i dati dell’account per un intervento manuale:

Porca miseria. Sono il CA di Google+. No, questo non spiega come determini gli obiettivi di mercato per le persone. Questo non va bene, al 100%.

Selezione_140

Successivamente la conversazione è continuata in pubblico, e Zunger ha spiegato quanto sia difficile per l’app comprendere che si tratti di umani quando subentra la pelle scura. Ricordando che il nuovo Google Foto non è nuovo a certe figure barbine, un portavoce di Google ha rinnovato le scuse e promesso più impegno su tale frangente, nonostante il lavoro sia ancora molto:

Ci dispiace sinceramente tanto per quanto accaduto. Stiamo prendendo misure immediate per evitare la comparsa di risultati simili. Chiaramente c’è ancora molto da fare sul sistema di tag automatico delle immagini e continuiamo ad impegnarci affinché errori del genere non si ripetano in futuro.

Notevole la celerità di ammissione di Google e le pronte scuse ai poveri malcapitati, ma sono questi i casi in cui tecnologie del genere è meglio perderle che trovarle. Immaginate se un errore del genere fosse capitato a qualche personaggio con già poca autostima: essere presi in giro da Google non capita esattamente tutti i giorni e può lasciare… il segno!

L’articolo Google Foto, che figura! Persone di colore scambiate per gorilla appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.

Visited 2 times, 1 visit(s) today
Se vuoi sostenerci, puoi farlo acquistando qualsiasi cosa dai diversi link di affiliazione che abbiamo nel nostro sito o partendo da qui oppure alcune di queste distribuzioni GNU/Linux che sono disponibili sul nostro negozio online, quelle mancanti possono essere comunque richieste, e su cui trovi anche PC, NAS e il ns ServerOne. Se ti senti generoso, puoi anche donarmi solo 1€ o più se vuoi con PayPal e aiutarmi a continuare a pubblicare più contenuti come questo. Grazie!

Hai dubbi o problemi? Ti aiutiamo noi!

Se vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.
Se vuoi ricevere supporto per qualsiasi dubbio o problema, iscriviti alla nostra community Facebook o gruppo Telegram.
Cosa ne pensi? Fateci sapere i vostri pensieri nei commenti qui sotto.
Ti piace quello che leggi? Per favore condividilo con gli altri.
Amazon Music
Scopri le ultime offerte per dischi ssd su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per memorie RAM DDR su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Chromebook su Acquista su Amazon
Scopri le ultime offerte per Raspberry su Acquista su Amazon

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.