Tizen passa a Wayland e abbandona definitivamente Xorg
Tizen è la scommessa che Samsung porta avanti già da tempo anche se, ad onor del vero, non è un segreto che i dispositivi Android-based continuino ad eclissare quei pochi dotati del sistema operativo open source fatto in casa (che comprendono smartphone, smartwatch e SmartTV); ciò nonostante lo sviluppo non si è fermato, anzi: è recente l’annuncio di Tizen 3.0, una major release ricca di novità tra cui ne spiccano due di notevole importanza.
La prima è sicuramente l’introduzione del supporto alle architetture a 64 bit sia per i televisori che per i dispositivi mobile; la seconda invece è il definitivo abbandono del display server Xorg in favore di Wayland, una transizione che è in atto da tempo in buona parte dell’intero ecosistema Linux ma che per Tizen non rappresenta un particolare problema, viste le relativamente ridotte dimensioni attuali del suo ecosistema.
Ma Tizen 3.0 non è soltanto questo: vediamo infatti approdare come base il kernel Linux 4.0, l’introduzione del supporto multi-utente e del nuovo servizio di configurazione Buxton2, la sostituzione del motore Webkit2 in favore di Chromium-efi e tante altre novità under-the-hood che verranno senza dubbio apprezzate dagli sviluppatori, reperibili direttamente tra le note di rilascio del sistema operativo.
Dunque uno shift dal vecchio display server a quello di nuova generazione che denota la volontà di Samsung di portare comunque avanti il suo sistema operativo a dispetto della condizione di svantaggio in cui si trova ora: sarà soltanto il tempo a dire con chiarezza se Tizen riuscirà a ritagliarsi una fetta rilevante di mercato.
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