WhatsApp e Skype, concorrenza sleale per gli operatori?
Perché usare ancora le classiche telefonate e gli SMS quando ci sono servizi, primi tra tutti Skype e WhatsApp, che permettono di fare tutto ciò usando soltanto la connessione ad Internet? Perché spendere per un piano che abbini anche chiamate ed SMS, visto che “basta” anche soltanto disporre di una connessione alla rete per ottenere un risultato piuttosto simile?
E’ questo il ragionamento di milioni e milioni di utenti, che tutti i giorni si affidano ai servizi VoIP e di IM per raggiungere amici e conoscenti vicini e lontani, ed è il medesimo motivo per cui alcuni operatori di telefonia se la “vedono nera” e non riescono più, visti i relativamente scarsi introiti, a reggere il prezzo del miglioramento delle infrastrutture.
Operatori europei come Orange e Deutsche Telecom si lamentano a tal proposito già da tempo, accusando i servizi come i sovracitati WhatsApp e Skype di “concorrenza sleale” – ovvero di poter dare all’utente servizi simili a quelli ottenibili tramite piani cosiddetti “voce” offerti dai carrier senza sottostare alle regole a cui questi ultimi sono obbligati ad obbedire.
Ad esempio, un operatore VoIP o di messaggistica istantanea non deve gestire un’infrastruttura fisica a copertura internazionale (escludendo chiaramente i server, che devono essere presenti e gestiti) né deve offrire obbligatoriamente all’utente la possibilità di effettuare chiamate di emergenza.
E sembra che l’Europa voglia ascoltare le lamentele degli operatori e mettere lo zampinno in tutto ciò intervenendo in fase di revisione delle leggi sulle telecomunicazioni, programmata per il prossimo anno: secondo un recente report di Reuters, venuto in possesso di una prima bozza di tale revisione, la Commissione Europea terrà conto del fatto che gli operatori telefonici debbano competere con grandi servizi che però non sono obbligati a sottostare alle regolamentazioni imposte agli operatori stessi.
In altre parole, l’Europa potrebbe intervenire per “riequilibrare” la situazione facendo sì che sia gli operatori classici che i servizi di nuova generazione possano convivere sul mercato delle telecomunicazioni a pari regole, ascoltando le richieste degli operatori EU che, da tempo, si lamentano che questi servizi possano usufruire delle infrastrutture offerte dai carrier stessi (leggasi: la connettività dati) senza però partecipare alle spese di gestione, manutenzione ed espansione:
E’ necessario costruire delle regolamentazioni corrette ed a prova di futuro per tutti i servizi.
Non è ancora chiaro come l’Europa voglia intervenire, sarebbe lecito pensare che – ad esempio per Skype inteso come servizio “alternativo” di telefonia – potrebbe essere introdotto l’obbligo di permettere agli utenti di effettuare chiamate d’emergenza al pari dei veri e propri operatori.
Qualsiasi possano essere le proposte e le regolamentazioni, l’augurio è quello di non mettere in difficoltà i servizi di nuova generazione per favorire un mercato dominato ancora dal roaming e da spese di gestione purtroppo tutte europee, il che andrebbe – irrimediabilmente – soltanto a discapito dell’utente finale.
L’articolo WhatsApp e Skype, concorrenza sleale per gli operatori? appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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