Tra intervista e tutorial, parliamo con Francesco Piero Paolicelli

Nei campi degli Civic Hacking, Coding, Telegram e Open Data, si sente spesso parlare di Francesco Piero Paolicelli, in arte Piersoft, che ho avuto il piacere di intervistare.

Francesco Piero Paolicelli

Francesco Piero Paolicelli, in arte Piersoft

Francesco Piero Paolicelli è un attivista digitale di Lecce, ma originario di Matera. Nella sua carriera ha gestito alcune società che operano nel TLC e ICT.

30 anni fa, dopo che li venne regalato il Comodore 64 dal padre, venne ribattezzato Piersoft.

Tra i progetti in cui ha partecipato possiamo trovare:

  • Sviluppo di Software;
  • consulente Open Government;
  • promozione della candidatura di Matera a Capitale della Cultura 2019;
  • il progetto OpenData del Comune di Matera;
  • il progetto OpenData della città di Lecce (vincendo 2 anni di seguito il primo premio alla città barocca), Terlizzi, Francavilla Fontana e Galatone.
  • referente Codeweek per la Puglia;
  • Team dell’Agenda Digitale della Regione basilicata;
  • membro del open government forum come delegato Wikitalia;
  • mentore del CoderDojo;
  • formatore di docenti;
  • vincitore di alcuni bandi riguardanti il coding;
  • E svariate applicazioni riguardati l’uso degli Open Data.

L’Open Government

“Ho preso a cuore l’aspetto del Open Government quando è nato in me lo spirito di cittadino attivo e di cittadinanza attiva, va di pari passo.”


Ho preso a cuore l'aspetto del Open Government quando è nato in me lo spirito di cittadino attivo
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“Quando tu hai una missione sociale, come quella di migliorare il territorio in cui vivi, per te o per i tuoi figli, il massimo del mio contributo è aiutare la Pubblica Amministrazione a migliorarsi, quindi con po’ professione e passione si sono unite le cose.”

Tra gli strumenti: OpenStreetMap e Telegram

Da sviluppatore gli strumenti che utilizzi più spesso sono Telegram e OpenStreetMap.

OpenStreetMap

“Ho imparato da grandi persone che usano questi strumenti che mi hanno insegnato anche i valori civici degli Open Data comunitari come Maurizio Napolitano e Simone Cortesi, persone che da sempre si spendono e promuovono questo tipo di conoscenza aperta. Ho imparato da sviluppatore a interrogarlo, usare le mappe e cambiare gli sfondi”.

Cosa importante che Piersoft specifica è che con OpenStreetMap non si è dipendente da soggetti commerciali, come google. Google, nelle sue regole di utilizzo, vieta l’utilizzo del Geocoder, cioè il fatto che a un determinato indirizzo ti dice google dove si trova, non si può usare il dato fornito da google al di fuori di google. Questo non permette di rilasciare informazioni con licenza aperta dopo aver svolgere eventi partecipativi o averlo usato all’interno della pubblica amministrazione.

“Quindi è stata quasi una scelta obbligata usare OpenStreetMap”

Telegram

Per Piersoft, Telegram è stata una scommessa.

Tra i primi bot sviluppati in Italia c’è quello di Matteo Tempestini, realizzato per l’emergenza di Prato.

“Da li, l’idea di utilizzare un interfaccia trasversale come quella di Telegram per esempio per utilizzare gli Open Data che ci sono in Italia”.

Gli Open Data in Italia sono già molti ma poco usati, manca la generazione del riuso. Sino a che non ci sarà la cultura del riuso gli OpenData saranno solo dati e non base per servizi.


Sino a che non ci sarà la cultura del riuso gli OpenData saranno solo dati e non base per servizi
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Piersoft ha realizzato Bot Telegram su Musei, trasporti, dati della regione, luoghi da visitare  per dimostrare che il patrimonio dei dati aperti c’è già, è per gli addetti ai lavori, ma con un minimo di studio e lo scambiarsi di esperienze questa situazione può crescere. Tutti i codici sorgenti dei bot sono su GitHub, la finalità non è quella di vendere ma quella di innalzare il livello della domanda e dell’offerta.

In più telegram è multipiattaforma, esiste per ogni piattaforma, esiste per Smartphone che per desktop, è trasversale e c’è per ogni sistema Operativo.

Dal punto di vista etico Telegram non rivende le conversazioni e le chat come messenger e WhatsApp, che fanno un analisi semantica delle conversazioni.


Dal punto di vista etico Telegram non rivende le conversazioni e le chat come messenger e WhatsApp
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Le licenze GPL e Mit

Per quanto riguarda le licenze siamo frutto di conoscenze in rete acquisiti da altri. “Io credo che la cultura, che essa sia scientifica o umanistica non può avere copyright”.


Io credo che la cultura, che essa sia scientifica o umanistica non può avere copyright
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“Usiamo linguaggi, costrutti da altri, librerie e API che hanno inventato altri , è inutile il concetto di Copyright su GitHub, può esistere a livello industriale, dove il sorgente non lo rilasceresti mai, poi il mio fine è diffondere conoscenza non vendere un prodotto”.

Il libro: Social Media e PA

Social Media e PA è un libro “Working in Progress” realizzato dal Formez PA. Il libro comprende tutte le Buone pratiche che sono state utilizzate dalle PA italane, che vanno dall’uso di WhatsApp, Telegram, i bot, le pagine Facebook e tanto altro.

Adesso da questo è nata un associazione “PA Social”, con Francesco di Costanzo come presidente, in cui si realizzerà un vero e proprio libro, con la partecipazione di tante PA e la loro esperienza, la riforma sociale, anche della Pubblica amministrazione passa dalla contaminazione di buone pratiche.

Gli Open Data guidati dalla comunità

I migliori Open Data sono quelli guidati dalla comunità, abbiamo visto alcuni esempi.

Esempio elezioni Lecce

Abbiamo visto la mappa di Lecce.

Da questa si può vedere:

  • in rosso chi è arrivato primo al primo turno;
  • in blu l’unione di chi è arrivato secondo con chi è arrivato terzo.

La mappa è stata realizzata usando gli Open Data, incrociando i dati dei numeri civici georiferiti,  con le sezioni elettorali e i risultati elettorali per sezione. Questo ha anche permesso i candidati a rafforzare la compagna elettorale nelle loro zone più forti.

Un lavoro simile è stato possibile farlo solo per i comuni di:

  • Lecce;
  • Milano;
  • Torino.

Trasporti di Cagliari

L’altro esempio riguarda i trasporti di Cagliari.

Abbiamo visto la mappa di Cagliari, questa mappa sfruttava le nuove API del ministero dei trasporti, in cui è possibile vedere tutte le fermate e gli orari di partenza di ogni pullman.

Mibact – Bot Telegram

Questo è un Bot Telegram realizzato partendo dai dati del Ministero dei beni culturali. Con il bot è possibile trovare un museo partendo dalla nome di un comune o inviando la propria posizione.

Per vedere il bot basta cercare: @MuseiMibactBot.

Luoghi accessibili

Questo progetto invece è stato realizzato su Lecce e su Terlizzi, in un contesto di alternanza scuola lavoro.

Il lavoro è possibile consultarlo in una mappa di terlizzi, dove ogni colore rappresentava un caposquadra, i ragazzi sono andati in giro per tutto il comune e mappando tutti i luoghi segnalando se siano accessibili o meno e il livello di accessibilità.

Gli strumenti utilizzati sono stati:

Dove dormire in Italia

Dove dormire in Italia è un unico bot Telegram nato da tutti i DataSet regionali sulle strutture ricettive.

Inizialmente è nato il bot: @dovedormireinsicilia come esempio di riuso dei dataset appena pubblicati dalla regione Sicilia.

Nel bot bastava digitare il nome di un comune o inviare la propria posizione e lui ti restituiva tutte le strutture corrispondenti.

Dopo questo Bot, furono sviluppati anche quelli per la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria Liguria e Basilicata. Nel frattempo, con l’aiuto di Ciro Spartaro venne sviluppato @Dovedormireinitalia, che comprende tutti i dataset Italiani.

Gruppo Digital Champion

Francesco Paolicelli è stato il Digital Champion del comune di Matera. La parte più bella dei Digital Champions è l’aver creato una comunità, persone con cui i rapporti non sono finiti, come Oscar Badolino,  Antonella Fancello o Matteo Fortini e tanti altri. Persone con cui si condividono ambienti di lavoro o volontariato come Formez PA o Spaghetti Open Data.

Contatti

Di seguito i contatti dove seguire Piersoft:

L’articolo Tra intervista e tutorial, parliamo con Francesco Piero Paolicelli proviene da Matteo Enna.

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