Come e perché vengono rimossi contenuti dai social media?
Già in vari articoli ho segnalato i problemi di questo sistema, prendendo le mosse da alcuni casi di studio realmente accaduti a persone che conosco direttamente. In particolare segnalo questi post:
- La comunità che non c’è (ottobre 2014): Come spiego nei vari post, spesso non si riesce a cogliere una palpabile coerenza negli interventi censori: da un lato battute goliardiche e indiscusse opere d’arte (come la vagina del quadro L’origine del mondo) vengono rimosse, dall’altro prolificano pagine e gruppi (con migliaia di follower) che inneggiano alla violenza, al razzismo o -ancora peggio- la nazi-fascismo. Interessante era stato anche l’articolo di Wired.com “Gli operai che tengono le foto di cazzi e le decapitazioni fuori dal tuo feed Facebook” che metteva in luce la triste situazione degli operatori addetti a questa attività di verifica e rimozione, facendo notare che non si tratta certo di raffinati giuristi nè di esperti di etica della comunicazione.
Ora un giornale tedesco, il Süddeutsche Zeitung, è riuscito a entrare in possesso di un documento in cui sono illustrati questi criteri e lo ha reso pubblico nell’articolo “Facebook’s secret rules of deletion” (a firma By Till Krause e Hannes Grassegger). Se sentite più a vostro agio con un articolo in italiano, potete leggere “Le regole segrete della cancellazione dei post su Facebook” di Arturo Di Corinto.
Ovviamente questo non è un quadro completo ma è sicuramente un passo avanti per comprendere meglio i retroscena di questo mondo.
L’aspetto che a mio avviso sarebbe interessantissimo approfondire è quello degli algoritmi che si occupano della rimozione di contenuti. Tutti sanno infatti che prima di un controllo “umano”, vi è il filtro di un controllo “automatizzato” da parte di software specifici impostati per riconoscere parole chiave “delicate” e immagini oscene.
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