Controllare le emissioni SAR degli smartphone
Qualche anno fa ricercatori e semplici utenti lanciarono un segnale d’allarme, in quanto alcuni dispositivi mobili emettevano una quantità elevata di onde elettromagnetiche, classificabili sulla scala SAR (Specific Absorption Rate, in italiano “Tasso di Assorbimento Specifico) che, a lungo andare, potrebbero provocare problemi agli utenti che utilizzano gli smartphone.
E’ una teoria che non è mai stata dimostrata, seppur i ricercatori ci metterebbero le mani sul fuoco, e per questo molte aziende, oggi, allegano un valore SAR medio nelle specifiche dei propri processori, così da tranquillizzare sempre più utenti e farne anche motivo di vanto.
Questa abitudine, però, non è seguita da tutti, soprattutto da alcune aziende cinesi che non essendo mai entrate nell’occhio del ciclone direttamente (oramai è un mercato talmente vasto che quasi più nessun produttore cinese rientra nell’ideale generale di smartphone “fatti con i piedi”), decidono di non pubblicare questi valori, alimentando non pochi dubbi dell’utenza più attenta sotto questo punto di vista.
Oramai ci sono tante apparecchiature che misurano i valori Sar emessi da un qualunque dispositivo elettronico, ma non tutti possono (o vogliono) comprare un’apparecchio che utilizzeranno, al massimo, due volte nella vita. Per questo, ci viene in aiuto Quanta Monitor che potete scaricare dal Play Store di Android.
Quanta Monitor: l’applicazione
Quanta Monitor utilizza un algoritmo sviluppato da Cellraid che è stato ritenuto molto valido dopo parecchi test svolti in laboratorio, e che permette di analizzare in maniera accurata (con possibilità di errore, essendo solo un software) l’esposizione SAR.
L’applicazione ha 3 sezioni principali, SAR, POWER DENSITY e COMULATIVE.
La sezione SAR mostra in tempo reale l’indice di esposizione SAR del dispositivo. Utilizza un “tacchimetro” che permette anche agli utenti non ferrati in materia di capire la situazione generale. Secondo la CENELEC, un dispositivo mobile può reputarsi sicuro se non supera i 1.6 W/Kg (W/KG è l’energia assorbita per Kg), mentre la normativa europea consente un valore di 2 W/Kg. Questi due valori sono, infatti, i valori che Quanta ritiene come valori “limite”.
Insieme al tachimetro, c’è anche un grafico che mostra l’andamento SAR degli ultimi 60 secondi circa, anch’esso seguendo i valori limite, facilmente individuabili grazie ai colori utilizzati.
LA sezione POWER DENSITY indica la quantità di emissioni generate dal telefono quando trasmette dati, che siano dati vocali (chiamate) o dati mobili (Wi-Fi, 3g ecc).
Anche questa sezione utilizza un tachimetro e un grafico degli ultimi 60 secondi, ma ci sono limiti più ampi in quanto, in questo caso, la scala non utilizza l’unità di misura W/KG, ma quella μW/m2, l’ammontare totale delle emissioni) e tende, spesso, ad avere sbalzi preoccupanti in alcuni dispositivi che, fortunatamente, sembra essere solo un bug o un’eccessiva sovrastima (in chiamata, nelle nostre prove, si arriva addirittura ad un valore di oltre un milione di μW/m2).
CUMULATIVE, infine, fa un resoconto generale, combinando le due scale ed entrando più nel dettaglio, mostrando dati più specifici e accurati. Qui infatti possiamo vedere grazie a cosa queste emissioni si sono manifestate, visto che divide le emissioni prodotte da Chiamate, dai Dati o dal WiFi.
Ma è veramente utile?
Nonostante sia un’applicazione molto comoda, qualche dubbio sale. Come detto, almeno per la Power Densitiy, Quanta Monitor sovrastima eccessivamente l’esposizioni (e non è un problema rilevato solo da noi), soprattutto sotto dati mobili.
Una spiegazione potrebbe essere quella di un segnale poco stabile: infatti le emissioni crescono in base allo sforzo che il device e il sensore devono sopportare e sono dati che difficilmente possono essere rilevati accuratamente tramite un’applicazione. Quanta Monitor è sicuramente un valido alleato per chi vuole tenere sotto controllo, sommariamente, le emissioni del proprio device, ma può restituire, a volte, dei dati sfalsati, sebbene la lettura dell’esposizione SAR è molto più veritiera.
Le Emissioni di radiazioni possono essere un argomento molto delicato e sebbene, come detto all’inizio, non ci siano ancora controprove della loro pericolosità, è sempre bene seguire queste linee guida:
- In caso di chiamate, soprattutto se molto lunghe, alternare gli orecchi e, se possibile, utilizzare cuffie via cavo. Infatti, le emissioni sono maggiori in chiamata e aumentano sempre di più durante i tragitti, in quanto il sensore deve continuamente riallacciarsi a nuove celle;
- Per sicurezza è sempre buona abitudine non mettere il cellulare nel taschino della camicia o della giacca che dà sul cuore, così come non tenerlo mai vicino al comodino durante la notte, tranne se spento. Se strettamente necessario, meglio attivare la modalità notte o la modalità aereo;
- Quando possibile, attivate il vivavoce, così il cellulare non sarà a stretto contatto con la vostra testa e con il vostro orecchio;
- Secondo alcuni ricercatori, le esposizioni sono maggiori durante la prima fase di chiamata in uscita, quindi quando il cellulare dell’interlocutore è ancora in fase di squillo.
L’articolo Controllare le emissioni SAR degli smartphone appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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