Vodafone e il doppio APN. Necessità tecnica o pretesto per “incastrare” gli utenti?

By Simone Aliprandi

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Gli operatori di telefonia mobile li ho provati più o meno tutti (quantomeno i principali) e alla fine sono approdato a Vodafone, con la quale mi trovo discretamente per un adeguato rapporto prezzo/servizi offerti. Tuttavia c’è una cosa che davvero non mi va giù e che trovo abbastanza squalificante per l’azienda: mi riferisco al “giochetto” dei due diversi APN per l’accesso a Internet attraverso cellulare.
In realtà è un problema noto e già portato all’attenzione di varie associazioni per la tutela dei consumatori (si veda ad esempio il Per l’utilizzo della rete Internet da cellulare Vodafone ha due diversi punti di accesso (i cosiddetti Access Point Name): web.omnitel.it e mobile.vodafone.it. A seconda dei vari contratti e delle varie offerte, gli utenti Vodafone devono utilizzare l’uno o l’altro.
Ad esempio, per meglio intenderci, il mio piano tariffario è strutturato come segue. Sulla SIM principale, quella con il mio numero di cellulare e su cui ricevo ed effettuo le telefonate, ho 3 GB mensili utilizzabili però UNICAMENTE su APN mobile.vodafone.it; altro vincolo è che questi dati siano utilizzati solo per navigazione e utilizzo di applicazioni strettamente provenienti dal dispositivo in cui è inserita la SIM; ciò comporta che non posso utilizzare quei 3 GB per fare “hotspot” e utilizzare il mio cellulare come modem wi-fi per il computer. Ho poi una seconda SIM “solo dati” su cui ho 7 GB mensili utilizzabili UNICAMENTE su APN web.omnitel.it; questi sono invece utilizzabili anche per fare hotspot wi-fi.
Nota importante: se si sbaglia l’APN si esce dal plafond di gigabyte compresa nell’offerta mensile e quindi la navigazione si paga a consumo a botte di decine di euro al giorno. Prima vi arriva un sms che vi avvisa che “avete fatto un connessione Internet non inclusa” e vi invita a controllare le impostazioni dell’APN; se non fate nulla (perché magari non avete notato il messaggio, non l’avete capito, vi siete dimenticati…) continuate a navigare “a consumo” a caro prezzo fino al raggiungimento di 60 euro. Vodafone ha infatti stabilito una soglia massima di spesa dati (per questo tipo di connessioni fuori offerta) che interrompe la navigazione al raggiungimento di 60 euro.
Se vi accorgete troppo tardi di questo problema e presentate una formale lamentela, vi viene rimborsato solo il 50% di quanto speso. Nei casi più sfortunati, cioè quelli in cui si raggiunge la soglia di 60 euro, dietro vostra richiesta vi verranno rimborsati solo 30 euro.
Altra variabile importante da considerare è legata al modello di cellulare o tablet in cui inserite le SIM card Vodafone. Alcuni modelli, ogni volta che inserite (o re-inserite) la SIM, rilevano che si tratta di una SIM Vodafone e automaticamente impostano i settaggi corretti. Altri modelli invece richiedono l’intervento umano.
Un’ulteriore – seppur marginale – variabile è legata alla sempre maggiore diffusione di dispositivi dual SIM, nei quali non è sempre facile capire quale sia la SIM predominante o quale sia la SIM da cui proviene il traffico dati. (Nota: Io attualmente ho proprio un modello dual SIM, di quelli in cui la SIM 1 prevale sempre sulla SIM 2 e in cui la SIM 2 funziona solo come SIM voce).

Questo lo stato dei fatti. Ma adesso lasciatemi sollevare alcune perplessità su questo sistema.

LE PERPLESSITA’ SU QUESTO SISTEMA

Innanzitutto, a titolo di premessa generale, vorrei dire che, nonostante queste dinamiche siano scritte nei contratti (in carattere 7, tra una clausola e l’altra), non sono così note e chiare a tutti gli utenti. Provo a immaginare la sciura Maria, casalinga di Voghera, che si mette a impostare gli APN… e sorrido. Questo per dire che mi sembra un po’ pretestuoso scaricare tutta la responsabilità sugli utenti dicendo loro, in sostanza, che “se sbagliano a impostare il cellulare Vodafone non può farci nulla…”.
Eppure… dopo che mi è successo una volta un episodio del genere ho fatto presente la cosa al call center e mi è stato detto che posso chiedere il blocco della navigazione dall’APN “sbagliato”. Mi sono subito chiesto: “Non potrebbe essere il contrario?” Cioè… non avrebbe più senso se Vodafone mi fornisce una SIM che funziona solo per l’APN corretto e poi, eventualmente, se ho esigenze particolari, chiedo lo sblocco?
Già questo eviterebbe tutti i disagi a coloro che non conoscono questa possibilità e che per errore e imperizia hanno speso qualche decina di euro non prevista.

Ma la domanda essenziale è: qual è la ratio di questa distinzione tra i due punti di accesso? Non sono un ingegnere delle telecomunicazioni (e quindi mi scuso fin da subito se dico delle boiate), ma ho cercato di informarmi il più possibile sulla questione, e ho anche chiesto a Vodafone (via Twitter) un chiarimento.
La loro risposta letteralmente è stata: “L’apn mobile è dedicato per la navigazione con gli smartphone e quello web per quella con i tablet e pc” (riporto screenshot del loro tweet).

Grazie, lo sapevo già. Il dubbio è proprio: che senso ha questa distinzione? Smartphone e tablet utilizzano gli stessi protocolli; quindi al massimo avrebbe più senso avere un APN per smartphone e tablet e un altro APN per PC. O forse mi perdo qualche passaggio (e in tal caso sarei grato a chiunque me lo illustrasse).
Qualcuno si chiederà anche: come fa Vodafone a sapere se sto utilizzando uno smartphone o un tablet? In realtà lo sanno, perché i dispositivi “si fanno riconoscere” quando si connettono. Ma allora sorge un’altra domanda: con la variegata offerta di modelli presenti sul mercato, come fa Vodafone a tracciare una linea di demarcazione tra tablet e smartphone? Pensate a modelli come l’Asus Padfone o i Galaxy Note.

PROBLEMATICHE LEGALI

In tutto ciò si possono quindi individuare alcune problematiche di carattere giuridico, sia sul piano della cosiddetta “net neutrality” (o neutralità della rete) sia su quello del corretto comportamento verso i consumatori e verso i concorrenti.

Dal punto di vista della net neutrality viene da chiedersi: che differenza fa a Vodafone da quale dispositivo e su quale APN utilizzo i miei gigabyte di traffico “prepagato” (specie se comunque sono utilizzati sul web o attraverso le app)? I bit sono bit. “Tutti i bit sono uguali” dice il motto della net neutrality (e lo dicono anche delle note pornostar).
Dal punto di vista del corretto comportamento sul mercato da parte di Vodafone – che qui è forse l’aspetto più centrale – ci si chiede invece se questa duplicazione, che pare non essere sorretta da specifiche ragioni tecniche, non sia solo un artificio per complicare la vita agli utenti, costringendoli da un lato ad attivare una SIM “solo dati” anche quando in realtà non sarebbe necessaria e quindi ad acquisire un dispositivo ad hoc (tablet, altro cellulare, modem mobile) in cui inserirla; dall’altro a pagare per connessioni non comprese nel plafond di dati se per errore si utilizza l’APN sbagliato.

A meno che davvero ci sia un tassello che mi sfugge e che fornisce una ragione TECNICA per la quale sia necessaria questa duplicazione di APN, sarò propenso a pensare che questa sia una scelta strategica e pretestuosa di Vodafone. Il che non le fa fare certo una bella figura agli occhi dei suoi clienti e la espone anche a possibili sanzioni sul piano civile (class action da parte delle associazioni di consumatori) e sul piano amministrativo (provvedimenti dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).

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* Tutto il discorso potrebbe essere diverso per gli utenti di dispositivi BlackBerry e Apple, i quali utilizzano altri APN. Questo articolo si rivolge principalmente agli utenti di dispositivi “generici” con sistema operativo Android o suoi derivati.

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