Il Ministero della Difesa non rischia nulla grazie all’aiuto di LibreItalia
By Marco Giannini Questo pomeriggio, durante una delle mie solite navigate post caffè, mi sono imbattuto in questo [Quanto risparmia e cosa rischia l’Esercito scegliendo LibreOffice] articolo di Wired dove l’autore fa alcune considerazioni sul passaggio a LibreOffice del Ministero della Difesa.
“Open” non è sempre “bene”
“Meglio” non è sempre “meglio”
Supporto
In base all’accordo sottoscritto lo scorso 15 settembre, LibreItalia organizzerà un primo corso gratuito di formazione dei formatori, finalizzato a creare un nucleo di docenti in grado di formare i colleghi e supportare così, senza costi aggiuntivi, l’adozione di LibreOffice come programma di produttività individuale.
I docenti volontari di LibreItalia impegnati in questa prima attività sono Certified Trainer LibreOffice e hanno una lunga esperienza nell’ambito delle migrazioni. Il loro obiettivo è quello di guidare una squadra di 25 formatori professionisti del Ministero della Difesa nell’apprendimento delle funzioni di LibreOffice, da ritrasferire – secondo un modello di formazione a cascata – prima ad altri formatori interni, e poi agli utenti.
e prosegue con
Parallelamente a questa attività in aula, Ministero della Difesa e Associazione LibreItalia stanno lavorando alla realizzazione di un percorso di e-learning su LibreOffice, che verrà rilasciato con licenza Creative Commons per il riutilizzo da parte della comunità. Il percorso di formazione è finalizzato anche al superamento degli esami per la nuova ECDL, Patente Europea del Computer.
La formazione nei progetti di migrazione rappresenta, insieme alla comunicazione del progetto, uno dei punti cardine nel protocollo elaborato da The Document Foundation e adottato dal Ministero della Difesa. La formazione dei formatori interni consente un importante risparmio di risorse, che si va ad aggiungere a quello legato alla riduzione del costo delle licenze software.
In pratica si farà una cosa ancora migliore rispetto al mero supporto esternalizzato che tanto va di moda in questi anni. LibreItalia forma direttamente una squadra di 25 formatori professionisti interni al Ministero della Difesa. Parallelamente offre anche un percorso di e-learning su LibreOffice. Si forma dunque personale certificato internamente al Ministero e si forniscono strumenti e formazione a tutti gli altri utilizzatori finali. Cosa volete di più? Questo non toglie che, in caso di problemi specifici, la Difesa possa avvalersi di ulteriori consulenze.
Problemi hardware
Anche qui si fa un discorso generico sulla situazione supporto hardware. Innanzitutto bisogna specificare che per quanti riguarda schede video, schede di rete, wi-fi e stampanti al 90% il supporto hardware è fornito dalle stesse aziende. I driver Nvidia e AMD vengono realizzati dagli stessi programmatori, pagati dalle rispettive aziende, che si occupano di realizzare i driver per Windows quindi non vedo da cosa possa derivare l’asserzione “i driver dei software commerciali più importanti sono scritti meglio e con maggior professionalità” che l’autore fa. Oltretutto i driver servono a far funzionare le periferiche, mica il software.
Nel caso specifico se devo stampare un documento con LibreOffice su Windows cosa capperò centra il driver della stampante?
Garanzia
Anche in questo caso si parla del nulla. A quali garanzie ci si riferisce? Dove un software commerciale tutela l’utente? Per sua natura il software commerciale tende a tutelare il suo di investimento, non quello dell’utente, che invece si trova costretto a fidelizzarsi con il produttore del software. In questi ultimi anni vanno di moda gli abbonamenti a software commerciali che costringono l’utente a pagare una costo fisso ogni anno per poter avere il software sempre aggiornato.
Con il software open source e libero questo non c’è, le varie versioni sono fornite gratuitamente. Nel caso specifico di LibreOffice esiste poi una versione del programma chiamata LibreOffice Still raccomandata per l’uso professionale e che offre maggiore stabilità e sicurezza essendo sottoposta a più revisioni. Di cosa stiamo dunque parlando?
Oltre a questo c’è sempre da tenere in conto che LibreOffice ha un elenco di partner certificati che possono essere contattati per avere maggiore supporto.
Costi
Qui c’è da fare un distinguo ma anche una critica ad alcuni utenti entusiasti che sbandierano sempre il risparmio senza soffermarsi sui numeri. Quello che l’autore dell’articolo dice è vero, solo che anche in questo caso aggiunge alcune paroline che non sono vere per assoluto. L’autore dice testualmente “Viste le considerazioni precedenti, è giusto rivalutare il concetto di “risparmio” ottenibile con software open source. Non che non ci ci sia, intendiamoci: non è sempre vero che c’è.”
Il risparmio invece c’è sempre se la migrazione è fatta con i giusti criteri. C’è il risparmio nel costo delle licenze, c’è il risparmio sul costo dei contratti di assistenza, c’è il risparmio nel rimandare l’acquisto di nuove macchine per far girare il software nuovo (chi usa i CAD sa a cosa mi riferisco visto che ogni versione dei CAD commerciali aumenta l’asticella delle risorse hardware), c’è il risparmio sulle ore di lavoro (perché nelle migrazioni fatte come si deve, ed è questo il caso della migrazione del Ministero della Difesa, si formano gli utenti finali che non sono più lasciati a se stessi). Se volete quale esempio sul risparmio con migrazioni fatte come si deve potete dare una lettura a questi articoli:
- Unione Europea: risparmio di 1,1 miliardi di euro l’anno nel settore pubblico grazie agli standard aperti
- Ecco come Monaco di Baviera ha risparmiato grazie a Ubuntu e l’open source
- La Gendarmeria Francese completerà la migrazione a Ubuntu entro l’estate 2014
- La gendarmeria francese risparmia 2 milioni di Euro l’anno grazie ad Ubuntu
- Il Governo Britannico sceglie il formato aperto ODF per i propri documenti
- Le scuole pubbliche del Canton Ginevra passano a Ubuntu e LibreOffice
- Tolosa passa a LibreOffice e risparmia 1 milione di euro
- La Regione di Valencia passa a LibreOffice e risparmia 1,5 milioni di euro l’anno in licenze
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