Parlare troppo su Internet può distruggere i rapporti
Internet è sconfinato ed ha quell’effimero ed affascinante potere di mettere in contatto miliardi di persone dal sorgere del sole al calar della luna ma basta una piccola disattenzione, per leggerezza o ingenuità che sia, a far sì che le conversazioni in rete abbiano ripercussioni serie sulla vita reale.
Si, perché può bastare un messaggio su un social network, un messaggio di posta, una condivisione sbagliata o qualsiasi altro contenuto simile a mettere in pericolo chi lo invia, specie se costui è incline a condividere informazioni private su di sé e sugli altri, o dati particolarmente sensibili. A confermarlo è un sondaggio condotto da Kaspersky e B2B International su un campione internazionale di 12 mila persone: sebbene il risultato sia facilmente intuibile, leggerlo nero su bianco fa sicuramente effetto.
Le percentuali sfortunatamente sono piuttosto alte, poiché il 28% ha ammesso di aver condiviso senza volerlo informazioni confidenziali su Internet ed un terzo di essi hanno avuto ripercussioni nella vita reale: il 20% avrebbero perso amici, il 17% subito atti di bullismo, il 15% affrontato perdine finanziarie, il 13% perso il partner e la medesima percentuale avrebbe perso il lavoro.
Tra ciò che non doveva essere comunicato figurano dati finanziari sensibili (8%), informazioni private su altre persone (il classico inciucio, 8%), un segreto personale (16%), informazioni relative al lavoro (20%), informazioni personali sensibili o foto di altre persone (per entrambi un 32%), i dettagli di contatto (42%) e, in cima alla lista, foto personali (45%).
E, nonostante la metà degli intervistati si definisce preoccupata da cosa succederebbe se tali informazioni diventassero di dominio pubblico, le precauzioni prese sono fin troppo poche: soltanto quattro su dieci stanno attenti agli interlocutori e rileggono due volte prima di inviare un messaggio o condividere un post, mentre solo uno su quattro evita di inviare informazioni dopo aver bevuto.
Il dato più preoccupante, tuttavia, è quel 29% che in preda ai sensi di colpa decide di eliminare la cronologia Internet dopo aver condiviso qualcosa: si tratta di un segno evidente della poca consapevolezza che, una volta diffuso qualcosa su Internet, tornare indietro è quasi impossibile poiché l’informazione resta nero su bianco.
Eliminare i messaggi può sortire poco effetto poiché l’interlocutore potrebbe averne conservato una copia, eliminare la cronologia dopo aver condiviso un post è spesso inefficace perché, specie se si tratta di un post compromettente, qualcuno privo di scrupoli ne avrà già fatto uno screenshot, rivelare le proprie debolezze ed informazioni su altri alle persone sbagliate è già un arma a doppio taglio se fatto a voce, figurarsi quando tutto ciò resta nero su bianco…
Insomma i numeri di Kaspersky & B2B International saranno minimi rispetto alla popolazione mondiale degli internauti, ma lanciano un forte segnale su quanta leggerezza, distrazione o ingenuità risieda in chi pratica la rete tutti i giorni.
Verba volant, scripta manent, e se sono su Internet questi scritti restano – e viaggiano – ancora di più…
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