L’Europa accusa Google di ‘abuso di posizione dominante’

By Jessica Lambiase

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Nel mirino dell’Antitrust in Europa Google figura da tempo: alla Commissione non è mai “andato a genio” il fatto che il big di Mountain View potesse “imporsi” grazie all’enorme potere ottenuto col tempo – e con i giusti mezzi – nel campo della ricerca a discapito dei concorrenti.

Si tratta di un’indagine che ormai va avanti da anni ma per la quale, fino ad oggi, non era mai stata formalizzata accusa alcuna; nelle scorse ore però tutto ciò è cambiato, e la Commissione Europea ha inviato a Google e ad Alphabet quella che si definisce “comunicazione di addebito” ma che per BigG ed i suoi si legge “guai”: di fatto l’azienda è accusata di abuso di posizione dominante, in particolare per ciò che riguarda Android.

Secondo le indagini della Commissione, la posizione di superiorità che Google detiene nel campo della ricerca permetterebbe al colosso di imporsi con pratiche scorrette sul mercato, costringendo in qualche modo i produttori hardware ad applicare scelte nette intralciando così indirettamente i concorrenti.

Le accuse formalizzate nei confronti di Google riguardano differenti aspetti del sistema operativo Android, tutte scaturite dalla posizione dominante di BigG nel campo della ricerca che permetterebbe al colosso di applicare diversi comportamenti “pregiudizievoli”.

Il primo di questi riguarda le Google App: affinché queste siano concesse in licenza ai produttori hardware, Google impone l’installazione e l’adozione per impostazione predefinita dell’app Ricerca Google (Google Now) e del browser Google Chrome; ciò, secondo la commissione, andrebbe a danneggiare i concorrenti impedendo loro di implementare e pubblicizzare soluzioni alternative.

Il secondo riguarda gli incentivi finanziari: Google infatti elargisce somme di denaro affinché produttori ed operatori installino sui dispositivi da loro rivenduti o brandizzati solo ed esclusivamente Ricerca Google come app di ricerca, questa è ritenuta ancora una volta pratica scorretta da parte dell’Europa.

Kent Walker, senior VP di Google, risponde difendendo la pratica come “necessaria”:

I produttori possono usare gratuitamente Android ma il suo sviluppo, il suo miglioramento, la sua sicurezza e la difesa dei brevetti costano. Distribuiamo liberamente Android e copriamo le spese grazie agli introiti generati dalle Google App e dai servizi che distribuiamo tramite Android.

Infine, ma non di minore importanza, si fa leva sui cosiddetti accordi anti-frammentazione: affinché i produttori hardware possano rivendere indisturbati dispositivi Android con licenza per le Google App e per le parti di codice aggiunte da Google, questi hanno il divieto assoluto di commercializzare anche dispositivi equipaggiati con sistemi operativi alternativi basati su Android, pena la revoca immediata delle licenze. Anche questo è un comportamento scorretto nell’ottica dell’Europa, poiché impedisce la diffusione di sistemi operativi alternativi – e potenzialmente più efficienti – di quell’Android offerto da Google.

Nonostante la comunicazione degli addebiti non precluda in alcun modo l’avanzare delle indagini, se Google fosse ritenuta colpevole di abuso di posizione dominante potrebbe dover pagare una sanzione che va fino al 10% degli introiti globali dell’azienda – circa 75 miliardi di dollari nel 2016.

Google potrebbe dover cambiare la sua strategia aziendale ed andare incontro a sanzioni. Crediamo che sia necessario proteggere nel concreto i consumatori Europei.

Si legge nella comunicazione, mentre Google si difende affermando che Android sia “un bene per la concorrenza”:

I nostri accordi hanno contribuito a sviluppare un ecosistema di rilievo – e, ancor più importante, sostenibile -, basato sul software open source e su un’innovazione aperta. Saremo lieti di lavorare con la Commissione Europea per dimostrare che il modo attento in cui abbiamo strutturato il modello Android sia un bene per la competizione e per i consumatori.

Google ha 12 settimane a partire da oggi per rispondere alla comunicazione di addebiti ricevuta dalla Comunità Europea, con il diritto di chiedere un meeting per esternare le proprie obiezioni riguardo le accuse sollevate.

L’articolo L’Europa accusa Google di ‘abuso di posizione dominante’ appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.

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