HDR: cos’è e quando va usato nelle foto
Una delle tecnologie più usate in tempi recenti su smartphone per migliorare la qualità dei nostri scatti è sicuramente HDR; grazie ad essa sensori di bassa qualità (come quelli presenti su quasi tutti i device) possono scattare foto di buona qualità senza troppi sforzi. Molti utenti non sanno cosa sia questa tecnologia, o peggio ne abusano usandola praticamente in qualsiasi scenario e in qualsiasi situazione. Risultato? Foto sfocate, sbavate o cariche di così tanto colore da far venire giù la retina!
In questo approfondimento vedremo di conoscere da vicino questa tecnologia, capirne i segreti e infine vi forniremo i consigli dei professionisti su come e dove usare HDR. Per chi volesse dei consigli sulla fotografia in generale vi rimando alla nostra precedente guida su come migliorare i nostri scatti.
Cos’è HDR?
HDR sta per High Dynamic Range Imaging, ed è una prassi presente da decenni nella fotografia tra professionisti ma recentemente reintrodotta con le fotocamere su smartphone come l’iPhone e alcuni dispositivi Android (spesso con l’utilizzo di applicazioni speciali), quindi alla portata anche di mani meno esperte grazie ad app già preconfigurate. Si suppone che HDR regali alle immagini un aspetto migliore, ma dipende come lo si utilizza e non sempre è consigliabile usarlo.
Come funziona
HDR, come suggerisce il nome, è un metodo che si propone di aggiungere più “gamma dinamica” alle fotografie, dove per gamma dinamica intendiamo il rapporto tra luce e buio in una fotografia. Invece di limitarsi a prendere una sola foto, HDR utilizza (almeno) tre foto, scattate in sequenza con livelli di esposizione diversi: immagine più buia (sottoesposta), immagine normale e immagine più luminosa (sovraesposta).
Dalle tre foto si prendono i dettagli migliori e si riuniscono in un’unica foto (elaborata digitalmente e in tempo reale grazie ai moderni processori).
Questo spiega anche perché sui moderni sensori lo scatto HDR richiede sempre qualche secondo in più di elaborazione rispetto allo scatto semplice. Il risultato finale è qualcosa che dovrebbe apparire più simile a ciò che i nostri occhi vedono, piuttosto che ciò che vede e cattura la fotocamera in un singolo scatto.
Quando dobbiamo usare HDR
Come abbiamo detto, HDR è progettato per aiutarvi ad ottenere foto migliori, soprattutto in certe situazioni. Ecco gli scenari dove si dovrebbe utilizzare HDR:
- Paesaggi: grandi foto di paesaggi di solito presentano tanto contrasto tra il cielo e la terra, questo rende difficile per la vostra fotocamera correggere dove necessario in una sola fotografia. Con HDR è possibile catturare il dettaglio di un cielo senza fa apparire il terreno troppo scuro e viceversa;
- Ritratti con luce del sole: sappiamo tutti che l’illuminazione è uno degli aspetti più importanti per ottenere una buona foto, ma troppa luce sul viso del soggetto (come i raggi solari), può causare ombre scure, bagliori luminosi e altre caratteristiche che rovinano la foto. HDR corregge dove necessario e rende il soggetto illuminato uniformemente;
- Ambiente con scarsa luce e riprese in controluce (vedi foto in basso): se il soggetto o l’ambiente è troppo scuro (come spesso succede in ambienti interni) la scena sarà troppo retroilluminata (o buia), ottenendo uno scatto brutto da vedere. HDR può illuminare il primo piano senza sovraesporre (illuminare eccessivamente) le parti già luminose della foto.
Quando NON dobbiamo usare HDR
Purtroppo HDR non è la cura per ottenere sempre scatti perfetti: a volte rende effettivamente le immagini peggiori dello scatto singolo. Qui ci sono alcune situazioni in cui questa tecnologia è meglio non usarla:
- Foto con movimento (vedi foto in basso): se uno dei vostri soggetti si sta muovendo, HDR aumenta la possibilità di ottenere una foto sfocata. Ricordate: questa tecnologia prende tre foto, quindi se il soggetto si muove tra il primo e il secondo scatto, l’immagine finale non sarà affatto bella;
- Scene ad alto contrasto: alcune foto hanno un aspetto migliore con un forte contrasto tra le parti chiare e scure della fotografia, come per esempio a voler evidenziare un’ombra scura o una silhouette particolare. HDR renderà questo scatto meno “intenso” e più “amatoriale”, ottenendo una foto meno espressiva e più piatta (ovviamente molto dipende anche dalle intenzioni del fotografo).
- Colori vivi: se la scena è troppo scura o troppo chiara, HDR può portare un po’ di colore alla scena. Tuttavia se hai a che fare con soggetti dai colori già molto vivaci, questa tecnologia li può sfasare creando un effetto “colori brucianti” con rossi e verdi molto intensi, dal sapore molto artificiale (una delle caratteristiche più odiate dai puristi della fotografia!). Se fotografate un campo di fiori, evitate sempre HDR e giocate di esposizione per rendere l’effetto più naturale (il 90% delle foto HDR sbagliate riguarda dei fiori).
Conclusione
Fortunatamente la maggior parte degli smartphone recenti vi darà sempre la possibilità di scegliere se attivare o meno HDR. Ciò significa che si può sempre fare uno scatto e vedere in confronto allo scatto normale come appare prima di spegnerlo del tutto, fin quando si ha il tempo di sedersi per decidere come fare una foto, visto la mania dello “scatti e condividi” che ormai domina il mondo della fotografia portatile. Come molte cose, e non solo in fotografia, i migliori risultati si ottengono dopo molte prove ed esperimenti, magari anche ottenendo una sequenza di scatti sbagliati.
Queste linee guida dovrebbero aiutarti a sfruttare bene questa tecnologia, non abbiate paura di scattare qualche foto e guardarle subito per valutare il risultato ottenuto. Una volta imparato a padroneggiare la vostra macchina fotografica (sia essa uno smartphone o una DSLR) usare HDR sarà una passeggiata e potrete rinunciarvi con molta facilità se la vostra esperienza lo permette.
L’articolo HDR: cos’è e quando va usato nelle foto appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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