L’oscuro sistema dei controlli SIAE, dalla voce di un ex mandatario (parte 2)
Le opinioni espresse da Riccardo Gattuso nel rispondere alle mie domande rispecchiano il suo personale punto di vista.
[Nota: L’intervista consta di dieci domande totali. In questo post si trovano le domande dalla sesta in poi; il resto è stato pubblicato in un precedente post.]
7) Non c’è il rischio che così i mandatari e gli incaricati al controllo subiscano una delegittimazione del loro ruolo?
Certo che questo rischio c’è, come ritengo pure che una SIAE che potremmo definire di serie A ed una che potremmo definire di serie B, mi riferisco alla contrapposizione tra dipendenti SIAE e mandatari SIAE, sia di fatto già abbastanza delegittimante di suo. Pensi: soggetti che fanno lo stesso lavoro, che hanno le stesse mansioni, che sottostanno allo stesso codice di comportamento(premessa ed ambiti applicativi) del personale, con inquadramenti INPS nettamente diversi…
8) Quali sono i criteri con cui SIAE sceglie i mandatari?
Negli ultimi anni per diventare mandatario bisogna partecipare a quello che SIAE definisce “Selezione o interpello”, cioè, se non erro, una serie di prove scritte ed orali. Le posso dire però che, anche suoi autorevoli colleghi, hanno ritenuto dette selezioni “poco trasparenti”.
Infatti gli ultimi interpelli, non se ne conosce né capisce il motivo, sono rimasti “aperti” solo per pochi giorni. Sui bandi è possibile rilevare indicazioni come:
a) la valutazione sarà compiuta in forma riservata;
b) il presente avviso non comporta offerta al pubblico, né sollecitazione ad offrire, né ancora potrà avere valore vincolante per la Società che resta libera di interrompere, modificare o variare la selezione stessa ovvero comunque di non selezionare alcun candidato; il tutto senza che ne possa conseguire diritto alcuno in favore dei candidati;
c) non verrà formata una graduatoria finale, né prevista una data a decorrere dalla quale è destinata ad operare l’assegnazione.
Il regolamento delle selezioni prevede che, in alcuni, casi i mandatari in servizio siano addirittura esclusi dalla partecipazione all’interpello/selezione. Di fatto SIAE in questo modo praticamente dice: tu Tizio mandatario della Città X, con magari 15 o 20 anni di servizio e conseguente conoscenza della materia e degli standard operativi, non sei adeguato per fare il mandatario della Città Y. Io SIAE preferisco mandarci Caio che, per l’evidente unicità della figura del mandatario, non può avere nessuna esperienza preventiva.
Capita che questi novelli mandatari vengano proiettati sul territorio dopo appena 2/3 mesi di corso, generando tutta una serie di criticità come potrà ben immaginare. Inoltre sembra che alcuni uffici siano stati assegnati senza essere stati inseriti a concorso mentre è certo che siano stati inseriti a concorso quando erano ancora assegnati ad altro mandatario ancora in servizio e non in età pensionabile. Tengo a precisare che ho conoscenza di questi fatti perché sono segretario del Sindacato Autonomo dei Mandatari SIAE, l’unico sindacato che non ha inteso sottoscrivere l’ormai famoso (per i mandatari) protocollo di intesa 2011 e per questo escluso dal tavolo delle trattative.
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9) Nei recenti articoli e comunicati, la dirigenza SIAE ha dichiarato che la loro politica per quanto riguarda i controlli è quella del “forti con i forti, debolissimi con i deboli”. Dalla sua ottica di ex mandatario, trova che sia davvero così? Il principio vale anche nei rapporti con i mandatari?
A tal proposito mi lasci raccontare una storia che fa abbastanza riflettere. Circa due anni or sono l’ex collega di Terracina (dopo circa 27 anni di onorato servizio) si recava a Roma per rappresentare l’enorme disagio economico e psicologico causato dal modestissimo gettito della sede mandataria gestita. Implorava, in un momento di ristrutturazione della rete territoriale, con decine di uffici a “concorso” (interpello o selezione che dir si voglia), che gli venisse affidata una nuova e più remunerativa circoscrizione; eventualità, tra l’altro, espressamente prevista dal contratto nazionale in essere. La SIAE negava ogni possibilità ed il collega, allo stremo delle forze fisiche, psichiche ed economiche, qualche mese dopo, dopo aver trattenuto circa 30.000 € (egli infatti era creditore nei confronti dell’Ente di una somma di circa 70.000 € accumulata a titolo di Indennità di Fine Mandato) per rifondere i debiti accumulati, decideva di suicidarsi, non prima di aver notiziato la SIAE del prelievo. Per fortuna veniva salvato dai medici e dopo tre giorni di coma poteva riabbracciare i propri familiari. Il direttore generale come tutta risposta, mentre il collega era ancora sotto terapia di psicofarmaci, gli revocava l’incarico. Ma non finisce qui. Il sottoscritto organizzava una raccolta di oblazioni tra mandatari e personale dipendente per aiutare il collega, che letteralmente non aveva di che mangiare, ed invitava anche il d.g. e tutta la dirigenza a partecipare. Molti colleghi contribuirono, ma dal “paladino dei deboli” e dai suoi illustri colleghi non arrivò nemmeno un centesimo. Inoltre SIAE ritenne di applicare una penale di circa 25.000 € all’ex collega, reo, a loro avviso, di non aver riconsegnato con prontezza parte degli archivi. Corre l’obbligo di dire che alla fine il Tribunale di Latina ha dato ragione al collega e lo stesso mi riferisce che la somma trattenuta è stata pignorata dal conto corrente della SIAE ed è in attesa che gli venga restituita. Trovo l’accaduto profondamente vergognoso; altro che “debolissimi con i deboli”!
10) Nel 2013 la direzione generale della SIAE ha diffuso una circolare intitolata “Istruzioni operative propedeutiche all’attivazione del processo di recupero crediti autorali” (vedi il documento) che era già stata oggetto di dure critiche da parte del collega Scorza sul IlFattoQuotidiano.it. Cosa ne pensa?
La circolare, tra le varie cose, dettava istruzioni su come, in fase di controllo sui cosiddetti abbonamenti strumenti meccanici, “glissare” sul fatto che nel corso del controllo non fosse stata individuato il diritto d’autore che si riteneva evaso. Veniva invece reiterata l’istruzione sul fatto che l’importo del diritto che si riteneva non corrisposto, non figurasse su nessuno dei documenti redatti. Può accadere, nella contestazione dei c.d. strumenti meccanici, che:
- SIAE o chi per lei compila un atto anche quando non è stata riscontrato l’effettivo abusivo utilizzo di diritto d’autore tutelato dall’Ente (ad esempio controlli effettuati nel corso di partite ed incontri sportivi in genere, telegiornali, tribune politiche, talk show, utilizzo di repertorio non tutelato, utilizzo di repertorio di pubblico dominio, prodotti con licenza Creative Commons, diritti di autori appartenenti a paesi che non hanno il c.d. rapporto di reciprocità, ecc).
- Dell’atto, sino al mese di ottobre 2015, non veniva rilasciata alcuna copia all’esercente (gli atti elevati per fattispecie diverse dagli strumenti meccanici a tutt’oggi non vengono rilasciati in copia), in contrasto con le più elementari regole di trasparenza, tutela, rispetto e… buonsenso. Nell’atto non viene comunque indicato né l’importo che si ritiene evaso, né gli estremi legislativi (la legge 633/41 comprende ben 206 articoli!), né le modalità per un’eventuale ricorso. E’ successo che alcuni “ispettori” modificavano successivamente gli atti; mi risulta che denunce siano state inoltrate in tal senso.
- Negli atti successivi (quelli d’ufficio) viene conteggiato il diritto d’autore su base annua, anche se esistono specifiche tabelle giornaliere, trasformando, di fatto, ipotesi dell’Ente sul futuro utilizzo degli strumenti meccanici riscontrati, in certezze assolute di credito.
- SIAE provvede a tentare un recupero bonario (raccomandata/diffida).
- In caso di esito infruttuoso, emette “attestato di credito” in forza dell’art. 164 della legge 633/41, ovvero un atto che ha già valore esecutivo. Interessante sarebbe interrogarsi su questa particolare possibilità che lo Stato Italiano ha pensato di dare a SIAE per tutelare interessi esclusivamente privati, in considerazione anche del fatto che il nuovo statuto ha trasformato l’Ente in qualcosa di simile ad una società per azioni, dove una cinquantina di grandi autori con i loro incassi possono esprimere voti equivalenti a più di centocinquanta volte (sic!) l’intera base associativa (che consta di circa 90.000 associati)!
- Quasi mai vengono inoltrate le dovute denunce penali, espressamente previste dalla vigente normativa.
Mi domando se, dal punto di vista giuridico, la procedura descritta non comprenda elementi di illegittimità.
[FINE DELL’INTERVISTA]
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